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La notizia ha già fatto il giro del mondo: Angelina Jolie si è sottoposta alla mastectomia bilaterale per prevenire il cancro.La sua dichiarazione: “I medici mi hanno detto che ho il gene BRCA1 che mi dà l’87 per cento di probabilità di avere il cancro al seno e il 50 per cento quello alle ovaie. Una volta appresa la realtà ho deciso di agire. Sono partita dal seno perché il mio rischio di tumore è più alto e gli interventi più complessi”La madre Marcheline Bertrand, aveva perso dopo 7 anni, la sua battaglia per un tumore alle ovaie.
Molti hanno definito la sua decisione un atto di coraggio, addirittura di eroismo.Io, al contrario, lo chiamerei più onestamente: PAURA, paura di non poter sconfiggere l'incubo che terrrorizza ogni donna, soprattutto dopo aver vissuto la dolorosa sconfitta della madre.Un atto consigliato peraltro dagli stessi medici, e che per l’Oncologia si traduce in una grande resa di fronte al cancro al seno, che non sa offrire altra risposta che una mutilazione così pesante per cercare di evitare, peraltro senza alcuna garanzia certificata, un cancro futuro.
MASTECTOMIA : PREVENZIONE TUMORE AL SENO Una moda quella della mastectomia come prevenzione che sta dilagando non solo in America , ma che sta prendendo piede anche in Italia.: "Cinque venete come Angelina Jolie svuotano i seni per evitare il cancro, anche loro risultate positive ad un test capace di individuare le alterazioni dei geni Brca 1 e Brca 2."http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/18-maggio-2013/cinque-venete-come-angelina-jolie-svuotati-seni-evitare-cancro-2121203469244.shtmlLa scelta di Angelina Jolie, come quella delle donne che prendono questa decisione va ovviamente rispettata ed è del tutto legittima ed insindacabile.Il messaggio però che viene lanciato, non tanto da Angelina, vittima inconsapevole di una tendenza delirante, ma dagli oncologi è evidente: la sconfitta dell’oncologia.Come darle torto se i medici stessi consigliano alle donne: toglietevi il seno, perché le cure non danno garanzie, ma spiegatemi allora perchè contrasta decisamente con l’ottimismo sbandierato da qualche tempo: ma come non si guariva praticamente tutte?
STATISTICHE TUMORE AL SENO“Se il tumore viene identificato allo stadio 0, la sopravvivenza a cinque anni nelle donne trattate è del 98 per cento”… questa è la bandiera della vittoria sul cancro al seno, quella che ci mettono sempre sotto il naso, ma mentre la fotografia dei risultati è solo quella della prima dichiarazione, leggendo il resto ci si accorge che “anche se le ricadute variano tra il 9 e il 30 per cento dei casi, a seconda della terapia effettuata. Se i linfonodi sono positivi, cioè contengono cellule tumorali, la sopravvivenza a cinque anni è del 75 per cento.”E questo però solo per lo stadio 0..... Il tumore al seno è la prima causa di morte per la donna e su 30.000 casi, 11.000 sono i decessi, per cui più di un terzo delle donne muore, senza dimenticare che la maggior parte di loro, oltre a chemioterapia, radioterapia, cure ormonali impegnative, viene sottoposta a quadrectomia e mastectomia.Operazioni mutilanti che non impediscono in molti casi il ritorno prepotente del tumore che si metastatizza e a quel punto lascia poche speranze.Il suo gesto fa riflettere: se nelle donne con questo gene vi sono più probabilità di ammalarsi di cancro al seno e alle ovaie, è pur vero che il 75% delle donne si ammala pur non avendo i geni che le predispongono.Allora che facciamo? Per maggiore tranquillità dovremmo tutte farci piallare e svuotare delle ovaie?Ed ancora, ci fidiamo così tanto di questi teorie sulle cause di un tumore? In che percentuale questi geni contribuiscono a predisporre al tumore, e quante altre cause ci predispongono al cancro, oltre ad una familiarità che non necessariamente farà sviluppare un cancro?Si è veramente tranquilli con una mastectomia? Perché ricordiamoci che esistono anche altri tumori, e quanti altri geni scopriranno che ci predispongono a tumori al pancreas, al fegato al cervello, allo stomaco, e così via….Quando li scopriranno che facciamo, ci mutiliamo un pezzo qui e un pezzo là per prevenire?Devo confessare che la prospettiva mi inquieta......Il cancro è ancora un gran mistero, a quanto pare ed è evidente che siamo ancora alla preistoria della medicina per quanto riguarda la comprensione dei meccanismi che ci predispongono al tumore, ma nel frattempo, pur essendo ancora nella nebbia più totale ci propongono rimedi sicuri in campagne martellanti per la prevenzione dei cancri tipicamente femminili, chissà.....forse perchè agli uomini è più difficile proporre interventi che coinvolgono la loro mascolinità....Ci stiamo avviando verso il folle mondo di un’oncologia preventiva tutti i costi, ma del quale sinceramente sarebbe meglio diffidare.Un esempio: la campagna per il Papilloma Virus come prevenzione per il tumore alla cervice-
PAPILLOMA VIRUS: PREVENZIONE TUMORE ALLA CERVICEAnche per il tumore alla cervice grande campagna di prevenzione con vaccinazione per le bambine di 11- 12 anni.Ma non tutti sono d’accordo per fortuna , e molto interessanti sono le informazioni contenute in quest’articolo da cui estraiamo due brevi ma significative considerazioni sulla campagna di prevenzione che ci ha soffocato in questi ultimi anni. http://www.informasalus.it/it/articoli/sos-genitori-papilloma.php“Il cancro della cervice è causato da un virus chiamato PapillomavirusUmano, I tipi di HPV 16 e 18 sono responsabili di oltre il 70%dei casi di cancro cervicale. Ma non abbiamo alcuna dimostrazione che questo vaccino sia efficace nelle donne, perché le supposizioni della sua capacità protettiva verso il tumore del collo dell’utero è solo una estrapolazione di pochi dati desunti da pochissimi studi clinici ancora incompiuti. Secondo i principi della Farmacologia, un farmaco come il vaccino anti-HPV non avrebbe mai dovuto essere commercializzato, almeno fintanto che non saranno disponibili dati concreti sul suo reale rapporto rischio/beneficio e quindi non prima di altri 15 anni.”
Un video di una ragazzina che il vaccino vorrebbe non averlo mai fatto http://youtu.be/U21qhvCxkLc
Un articolo di Gioia Locati: "Fa il vaccino anti papilloma e si ammala: grave 12enne"http://www.ilgiornale.it/news/salute/fa-vaccino-anti-papilloma-e-si-ammala-grave-12enne.html
Ma anche in questo caso sembra che ormai la prevenzione con il vaccino sia la ricetta miracolosa per evitare il cancro.E quali altre ricette miracolose ci propineranno per cercare di affrontare la paura del cancro?Donne affettatevi, svuotatevi, vaccinatevi, ma senza alcuna certezza…….e alla fine, non sapremo certo se il tumore si affaccerà nella nostra vitaa, ma di una cosasaremmo sicure: delle conseguenze di tutte queste azioni, dai danni psicologici e fisici di una mutilazione, ai danni ancora in parte sconosciuti di un vaccino discutibile.Siamo sicure che queste scelte sbandierate come libere, siano veramente libere e non dettate da una scia miracolistica di promesse della nuova era oncologica, che non sia come sempre solo un effetto ottico?In fondo questi venditori di ricette facili per la prevenzione forse illusoria dei tumori giocano su una spinta molto meno razionale di quello che sembra, ma molto più atavica ed istintiva: la paura della morte, e nell’illusione di evitarla, come gesto scaramantico sacrifichiamo una parte di noi stesse, rinunciando alla ragione.E mentre l’oncologia fa un passo da gambero, chiedendo in pratica alle donne di non fidarsi delle loro cure, i risultati strabilianti e concreti nella lotta al tumore al seno rimangono sempre quelli pubblicati dal Dott. Di Bella, che fa un passo avanti dimostrando i successi del MDB per questo temibile tumore.
METODO DI BELLA E CANCRO AL SENO
122 CARCINOMI DELLA MAMMELLA TRATTATI CON MDB(NEUROENDOCRINOLOGY LETTERS,VOLUME 32,N°5 2011)
http://www.metododibella.org/cms-web/upl/doc//STATISTICHE%20MDB/STATISTICHE%20CARCINOMA%20MAMMARIO/NEL_32_5_2011_DiBella_000.pdf
"I risultati ottenuti dallo studio osservazionale retrospettivo riguardante 122 casi di "carcinoma mammario", 92 dei quali riguardanti pazienti giunti in cura allo studio medico della Fondazione - di cui abbiamo valutato caratteristiche istologiche, immunoistochimiche, grado nucleare, differenziazione, esami ematochimici, efficacia terapeutica (valutando Remissione/Stabilità/Progressione,) performance status, e sopravvivenza a 5 anni rapportata alla stadiazione - secondo l' American Joint Committee on Cancer Staging 7 th) - e di 30 cartelle cliniche che hanno ottenuto da tribunali l'erogazione gratuita del MDB per perizie giurate di CTU che avevano certificato risultati superiori, con MDB, rispetto alle terapie tradizionali, nelle stesse patologie e stadi.
I nostri dati rappresentano significativi miglioramenti sia della sopravvivenza per ogni stadio, sia della risposta obiettiva e della qualità di vita, rispetto ai parametri riscontrabili in letteratura per gli stessi stadi, istotipi e gradi, trattati con chemio-radioterapia-anticorpi monoclonali.
Un dato significativo:
la "5 years Survival Rate" (sopravvivenza osservata a 5 anni dalla diagnosi) per tumori al IV stadio (metastatici), risulta del 50% con MDB rispetto al 19,9% diffuso dal National Cancer Institute attraverso il progetto SEER relativo al periodo 1999-2006.
Particolarmente rilevante il dato nei casi clinici (9) allo Stadio I e II (stadio iniziale) che in precedenza non avevano subito alcun trattamento, né terapeutico, né chirurgico.
UNICAMENTE trattati con MDB (terapia di prima linea) il 100% ha registrato una risposta positiva (remissione). Nella letteratura scientifica non esistono casi di tumori solidi risolti unicamente con terapie farmacologiche.
Oltre all'importanza del risultato in sé, unico nel suo genere, un'ulteriore valenza potrebbe essere acquisita dalla considerazione che tale trattamento, se adottato come terapia di prima linea nella prassi clinica, consentirebbe praticamente di "azzerare" i rischi di disseminazione neoplastica, potenzialmente insiti nella pratica chirurgica, ed evitare infine alle pazienti un intervento di asportazione che viene vissuto, nella stragrande maggioranza dei casi, come una vera e propria amputazione.
Analogamente, il gruppo di pazienti (39) allo stadio iniziale che ha utilizzato il MDB come terapia adiuvante (quindi dopo l'intervento operatorio, e a scopo preventivo di recidive) ha registrato il 94% di remissioni (38 casi su 39). L'unico caso di progressione si è verificato in una paziente che, dopo due anni di cura, ha interrotto bruscamente, e di propria iniziativa, il trattamento terapeutico, vanificando i risultati fino a quel momento ottenuti ed esponendosi così alla ripresa della malattia.
I dati ottenuti rivelano risultati indiscutibilmente positivi e statisticamente superiori alle medie documentate dai diversi archivi statistici nazionali e sovranazionali.
Anche considerando il fatto che gli indicatori e gli indici statistici, in quanto tali, sono affetti da una loro variabilità ed imprecisione ( tanto più quanto ristretto risulta il numero delle singole rilevazioni su cui sono basati), risultano comunque rilevanti gli scostamenti rispetto alle diverse medie statistiche "ufficiali" per tutti i parametri analizzati e, in maniera ancora più evidente e rilevante, per i risultati terapeutici ottenuti.Giuseppe Di Bella”
Chissà se Angelina e le altre lo avessero saputo ……
Battiamoci coraggiosamente per l'informazione ......
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