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La matematica a scuola: stereotipi, pregiudizi e falsi miti (ma scientificamente dimostrati!!) parte I

Da Simonetta Frongia

L’alunno è bravo in italiano e matematica? Ringrazi il maestro delle elementari

La matematica a scuola: stereotipi, pregiudizi e falsi miti (ma scientificamente dimostrati!!) parte IL’esito scolastico di un alunno? Tranne gli individui nati per lo studio e l’apprendimento, nel 90 per cento dei casi dipende dalla bravura dell’insegnante della scuola primaria. Quella che è una convinzione comune viene ora confermata da uno studio empirico realizzato dall’altra parte dell’Oceano: a realizzarlo è stato Spyros Konstantopoulos, docente di Scienze dell'educazione della Michigan State University (East Lansing, negli Stati Uniti), che ha reputato decisivo anche il ruolo dei maestri della scuola d’infanzia. Le conclusioni dello studio, pubblicate dalla rivista ‘Teachers College Record’ confermano pienamente quanto sperimentato negli anni dalle famiglie: nel rapporto finale si legge che le performance scolastiche degli studenti, sia nella matematica, sia nella lettura, sono fortemente determinate dalla qualità degli insegnanti incontrati nei primi anni di scuola.Nelle conclusioni si spiega anche che l'effetto maggiore di questa tendenza è quello riscontrato nelle capacità di lettura: ciò perchè probabilmente, ha spiegato il docente ricercatore, perché i primi insegnanti si concentrano soprattutto su questa disciplina. "Dovremmo avere gli insegnanti migliori possibili a tutti i livelli di istruzione ha commentato il professore di Scienze dell'educazione - ma dovendo dare una priorità alle risorse, forse si dovrebbe dare la precedenza ai primissimi anni di scuola, perché sono quelli in cui gli studenti ricevono la maggior parte degli strumenti di base per la lettura e la matematica". E l'efficacia di un buon insegnamento permane indipendentemente dai docenti degli anni successivi.Konstantopoulos ha però confermato un altro dato su cui addetti ai lavori e sindacalisti spesso si soffermano: per svolgere al meglio il proprio compito, ai docenti della scuola d’infanzia e della primaria (ma la regola vale anche per la scuola superiore) non bisogna affidare classi troppo numerose: la qualità del docente “è importante tanto quanto ridurre il numero di studenti per classe”, ha concluso il professore.
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=32930&action=view 
Ho inserito questo come primo di una serie di post dedicato alla matematica a scuola e falsi o veri miti su questa materia d'insegnamento, intanto vorrei precisare che non c'è tanto da dire su questa notizia, ma qualche osservazione va fatta.Innanzitutto mi chiedo perché, come sempre, serva una sorta di certificazione che arriva da oltreoceano per diventare consapevoli di cose che sono chiare e semplici, insomma questa ricerca mi sembra di nuovo la "scoperta dell'acqua calda", ma se a dirlo è un autorevole scienziato americano con un nome quasi impronunciabile e che studia in una altrettanto autorevole università, allora nessuno muove una sola obiezione.Ma dire che "le performance scolastiche degli studenti, sia nella matematica, sia nella lettura, sono fortemente determinate dalla qualità degli insegnanti incontrati nei primi anni di scuola" non mi pare una gran scoperta, chiunque genitore è consapevole di come gli insegnanti della scuola dell'infanzia e della primaria siano determinanti per il futuro successo dei loro figli: innanzitutto perché da piccoli i bambini sono curiosi ed in grado di apprendere qualsiasi cosa (contrariamente a quanto invece taluni credono), e fondamentale è in questo rapporto la stima reciproca tra alunno ed insegnante, poiché l'insegnante/mentore riesce a far passare molto di più delle semplici nozioni matematiche di base. Con esse passano infatti la fiducia, l'autostima, la consapevolezza di saper fare bene le cose e la nuova motivazione ad apprendere.Anche la seconda osservazione mi sembra più che ovvia: "Dovremmo avere gli insegnanti migliori possibili a tutti i livelli di istruzione" e, su questo siamo tutti d'accordo! Anche l'altra asserzione è condivisibile ma non credo ci fosse bisogno di una ricerca apposita: "ai docenti della scuola d’infanzia e della primaria (ma la regola vale anche per la scuola superiore) non bisogna affidare classi troppo numerose", bé certo se si considera che siamo ritornati ai livelli dei 28/30 alunni per classe in barba alle disposizioni che suggerivano classi di 18/20 alunni, è facile constatare che classi così numerose non sono facili da gestire, che il tempo da dedicare per ogni alunno va diluito con il tempo da dedicare all'intera classe e quindi il rendimento dell'insegnamento e del relativo apprendimento è più carente, poiché carente è la relazione "affettiva" insegnante-discente.Ancora: la qualità del docente “è importante tanto quanto ridurre il numero di studenti per classe. Insomma per concludere, io ero fortemente convinta che questi fossero i concetti base della pedagogia che conosco, ho sempre creduto fossero gli assiomi fondamentali dell'educazione del XXI secolo, invece scopro che è una scoperta eccezionalmente recente (si c'è del sarcasmo nelle mie parole). Le mie conclusioni è che forse non c'era bisogno di questa ricerca (chissà quanto è costosa) per dire delle cose che i pedagogisti dicono praticamente da sempre! (My opinion!)

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