Poi ti trovi di fronte un video così, crudo, lontano e tagliente, di mondi altrimenti sconosciuti eppure connessi in maniera così invisibile ma necessaria, di scene a cui non penseresti mai e a cui probabilmente non crederesti, se qualche ragazzo per strada cercasse di farne tua l'attenzione distribuendo volantini e coscienza; e ti ritrovi circondato da tecnologia, c'è il televisore nuovo ultrapiatto al centro della stanza, c'è il portatile e l'i-coso, la fotocamera e il lettore mp3, per ascoltare, vedere, stupire, confrontare, per quell'appagamento dell'acquisto alla moda o l'acquisizione dell'ennesimo simbolo, primizie sempre in offerta nel grande mercato digitale del progresso tecnologico che ha prodotto senza freni per anni tra l'incoscienza e l'indifferenza dell'impatto delle sue macine meccaniche.
E gran parte di quello che si cambia, di quello che già non piace, che già non appaga e quindi si butta, magari finisce lì, lontano dagli occhi occidentali, in mondi alieni dove bambini lavorano con rifiuti elettronici e mentre bruciano metalli e plastiche, composti chimici altamente tossici ne inibiscono lo sviluppo del sistema nervoso, riproduttivo e parti del cervello. Bell'equazione: tu getti via un cellulare perché già non sai che farne e un bambino si ritrova a non poter più percepire alcune emozioni. Però quel bambino è lontano, lontanissimo, non lo conosci, neanche immagineresti una conseguenza del genere né mai vorresti che qualcosa del genere accadesse. Adesso che però lo sai, senza moralismi sterili o commozioni temporanee, rimarrai comunque lontano, lontanissimo, continuerai a non volere conseguenze del genere, ma tra qualche mese sarai quasi obbligato a cambiare lavatrice per un guasto (magari programmato), a comprare un altro portatile per necessità, un altro lettore mp3 per aumentarne la capacità, e anche non volendo quell'equazione rimarrà invariata. Bisognerebbe proprio cambiarla, questa maledetta matematica.
Sodom and Gomorrah from chris caliman on Vimeo.