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La megafauna australiana si estinse per colpa dei primi cacciatori?

Creato il 23 marzo 2012 da Zonwu
megafauna australiana Diprotodonte
Centinaia di migliaia di anni fa, l'Australia era popolata da vertebrati giganti, specie animali dalle dimensioni insolitamente grandi se confrontate con i loro stretti parenti ancora in esistenza, e catalogati genericamente come megafauna.
Circa 40.000 anni fa, tuttavia, la megafauna australiana subì un brusco colpo che portò all'estinzione di ogni vertebrato gigante del continente. Ma se, inizialmente, il sospettato era l'onnipresente cambiamento climatico, che sembra aver piagato ogni epoca del nostro pianeta, un team di ricercatori provenienti da sei differenti università sembra aver stabilito il reale colpevole di questa estinzione di massa: l'uomo.
La scomparsa della megafauna australiana coincide con un cambiamento drammatico del paesaggio: una volta ricoperta da praterie e foreste pluviali, la maggior parte del territorio australiano si trasformò nell'outback visibile oggi, e le chiazze di foresta vennero sostituite da boschi di eucalipto.
Questo mutamento dell'ecosistema australiano ha analogie con ciò che accadde, bene o male nello stesso periodo, nel resto del mondo: tra i 130.000 e i 40.000 anni fa, la megafauna iniziò a sparire dal nostro pianeta, per motivi che ancora oggi non sono ben delineabili.
C'è chi ipotizza (ovviamente) un cambiamento climatico, e chi sospetta che la responsabilità debba ricadere sugli incendi spontanei che sterminarono animali e piante in alcune aree, lasciando soltanto il paesaggio semi-lunare che si può osservare oggi nell'outback.
Chris Johnson, a capo del team di ricerca che sostiene di aver scoperto la vera ragione della scomparsa della megafauna australiana, esclude che incendi e cambiamento climatico possano aver trasformato così profondamente il territorio. La colpa, in realtà, sarebbe dell'essere umano.
Johnson e i suoi colleghi hanno tracciato gli spostamenti della megafauna nel corso dei millenni sfruttando un sistema, ampiamente collaudato, per seguire le gli spostamenti degli erbivori studiando le spore e funghi contenuti nelle loro feci.
"Il marsupiale simile ad un wombat e dalle dimensioni di un rinoceronte, chiamato Diprotodonte, i canguri giganti, un goanna (Megalania Megalania) più grossa di un dragone di Komodo, un'oca grossa il doppio di un emù, e molti altri animali, producevano grosse quantità di escrementi, all'interno dei quali prosperavano particolari specie di funghi" spiega Johnson.
La megafauna australiana si estinse per colpa dei primi cacciatori?
"Le spore di questi funghi possono preservarsi nei sedimenti di paludi e laghi. Man mano che questi sedimenti si accumulano, creano un resoconto storico dell'abbondanza degli erbivori giganti nell'ecosistema".
"Il polline e le particelle di carbone rimangono intrappolate negli stessi sedimenti, per cui è possibile associare la storia dei grandi erbivori con i cambiamenti nella vegetazione e gli incendi. A quel punto, si può usare il radiocarbonio per fare una datazione".
Analizzando principalmente i sedimenti della palude Lynch’s Crater, vecchi di oltre 130.000 anni, Johnson e i suoi colleghi hanno scoperto che circa 40.000 anni fa i mammiferi giganti iniziarono a ridursi di numero, passando da una popolazione numericamente stabile ad una in costante riduzione. 
"Questo esclude il cambiamento climatico come causa dell'estinzione, dato che ci sono stati diversi periodi secchi prima dell'estinzione, e non hanno avuto effetti sulla popolazione. E quando questi animali si sono estinti, il clima era stabile" sostiene Johnson basandosi sui dati raccolti da polline e funghi.
"Le estinzioni hanno seguito da vicino l'arrivo dei primi esseri umani nella regione, per cui sembra che sia stato l'uomo. Il nostro studio non accusa direttamente l'essere umano per l'estinzione, ma il meccanismo più probabile sembra essere la caccia. Diverse prove circostanziali suggerirebbero che sia questa la spiegazione".
Il carbone e la cenere, sottoprodotti di incendi spontanei, non mostrano inoltre che il cambiamento del territorio sia stato causato dal fuoco. "I nuovi e fondamentali dati sono le spore, e in combinazione con il carbone ed il polline ci raccontano l'intera storia" sostiene John Alroy del Dipartimento di Scienze Biologiche della Macquarie University. "Non c'è modo ragionevole di ribattere alle conclusioni degli autori della ricerca".
Di parere opposto sembra essere Judith Field della University of New South Wales. Field afferma che il dato comunemente accettato è che, in realtà, il periodo coincidente con la scomparsa della megafauna sia stato turbolento dal punto di vista climatico. "Il dato di fatto è che la maggior parte della megafauna si estinse quasi 100.000 anni prima dell'arrivo dell'essere umano, e non c'è prova nei siti archeologici australiani che l'uomo abbia dato la caccia alla megafauna".
Un fatto è certo: l'essere umano è già stato coinvolto in diverse estinzioni di specie animali e vegetali (per non parlare del mondo microscopico), e l'idea che possa aver contribuito in modo massiccio all'estinzione la megafauna australiana non sembra un'ipotesi così assurda.  E' possibile, secondo voi, che i nostri avi possano aver sterminato i vertebrati giganti dell'Australia mentre, dall'altro capo del mondo, i loro lontani cugini portavano all'estinzione specie come la tartaruga gigante Meiolania, o l'enorme orso sudamericano Arctotherium angustidens?
Hunters, not climate change, killed giant beasts 40,000 years ago

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