Che belli i ventenni di oggi, soprattutto quando li incontri a manifestazioni culturali o politiche. Tanti piercing e tante sigarette rollate (vanno molto di moda di questi tempi), jeans strappati e minigonne con i leggins, ma, soprattutto, tanti libri, quelli per studiare seduti per terra in attesa degli eventi e quelli da farsi autografare da “miti” che non ti aspetti (il filosofo polacco Bauman o lo scrittore israeliano Grossman…).
Tutti i ventenni , di qualsiasi epoca, sognano di cambiare il mondo. Anche noi che abbiamo più o meno 40 anni, lo volevamo fare… siamo capitati male e nemmeno ci siamo impegnati più di tanto, nascondendoci dietro all’autocommiserazione del “tanto non cambia mai niente”… invece, cambiare si può, cambiare si deve! I ragazzi di oggi, invece, oltre alla sana incoscienza dell’età, hanno una luce negli occhi che infonde speranza anche in noi flaccidi ex giovani che abbiamo accettato la fatalità dell’ immobilità del nostro Paese senza muovere un dito.
Il cambiamento lo si legge sui loro volti teneri per età ma già segnati dalla consapevolezza che il domani è a portata di mano, basta allungarla la mano ed afferrarlo, con un po’ di ingenuità e tanta forza di volontà.
I giovani, però, quelli di tutte le generazioni, sono sempre stati fragili. Vale per i ragazzi in coda per Bauman come per quelli che si impasticcano, che si ubriacano, che fumano, che si abbuffano o digiunano, nella spasmodica ricerca di un’alienazione che dovrebbe proteggerli dall’ovvio ma che, ormai, ha finito di essere trasgressione diventando banale normalità, simbolo di una omologazione che rende forti in virtù dell’uniformità, tristemente piatta, nemica di quella diversità che richiederebbe troppa forza per diventare ricchezza. Fragili di una fragilità che può essere pericolosa e devastante o dolce insicurezza da trasformare in spinta positiva alla crescita.
Compito degli “adulti”, di quelli che l’età dell’incertezza l’hanno già superata-o avrebbero dovuto-, deve essere quello di rassicurare, di “moderare” e di non ostacolarli , di creare le condizioni, a costo di sacrifici e rinunce, perché abbiano il futuro che si meritano.
Un paese che ha giovani come i nostri così non deve aver paura perché ha la speranza, anzi la certezza di un futuro migliore.