Un 7 giugno dei sessuofobi anni '50 ingurgita la sua mela avvelenata il matematico e crittoanalista inglese Alan Turing, facendo il suo ingresso nell'eternità in maniera un po' diversa dalla dolce stucchevole fortunata Biancaneve.
Durante il secondo conflitto mondiale è impegnato nella decrittazione di codici bellici tedeschi, italiani e giapponesi, permettendo di fatto agli Alleati di vincere la guerra. In tutta risposta il governo britannico, pazzesco ma vero, lo accusa del "reato di omosessualità" in un periodo in cui questa vergognosa affermazione è ancora possibile.
In seguito ad incaute dichiarazioni riguardo la propria sfera sessuale, rilasciate nel corso di un processo in cui il matematico accusa di furto un uomo da lui stesso ospitato, Turing viene costretto alla castrazione chimica che ovviamente gli devasta il bel corpo atletico e l'ancor più bella ed ancor più atletica mente. Le conseguenze della massiccia assunzione di ormoni femminili lo spingono al suicidio mediante la mela avvelenata di cui sopra.
Così l'Inghilterra, una delle più antiche democrazie europee, ringrazia le proprie risorse umane: da Wilde a Turing passano molti, troppi anni, che mostrano come sia difficile imparare dai propri errori. Parentesi: un altro morto il 7 giugno quantunque in circostanze meno drammatiche, Forster, inglese anche lui, pubblicherà solo postumo il proprio romanzo sull'omosessualità. Sarà un caso?
Cinquant'anni dopo quei fatidici anni '50 (il che non è male, considerati i secoli impiegati dalla Chiesa per fare pubblica ammenda dei roghi dell'Inquisizione), il governo britannico chiede ufficialmente scusa per il suicidio di Turing. Ma quali sono le speranze per il futuro in un'Europa in cui non esiste ancora, di fatto, la possibilità di godere degli stessi diritti per eterosessuali ed omosessuali? Ed anzi, un'Europa in cui ci troviamo ancora a distinguere tra eterosessuali ed omosessuali?
Una mela avvelenata che siamo costretti ad ingurgitare tutti i giorni.