La memoria della luce

Quest'anno, l'equinozio d'autunno cade il 23/09 alle 03:09.20 + 03/09, 03:09.Mi salta agli occhi questa simmetria.Il mio cervello non può fare a meno di far riaffiorare antiche riminiscenze e penso cheM. de Pasqually e L. C. de Saint-Martin sarebbero stati d'accordo nel considerare il 9 come il numero del mondo temporale che appartiene alla materia,e quindi all'estensione, espressione del limite della materia stessa e di conseguenza della fine di tutte le cose temporali, della loro dissoluzione, essendo la materia di cui esse sono formate destinata al nulla, considerata la natura demoniaca del numero;numero che è alla base della formazione corporea dell’uomo nel seno della donna e sta a significare per lui la necessità dell’espiazione e a ricordargli -quasi come un memento mori- la caducità della vita materiale.Il 9, la nona casa dell'oroscopo, è inoltre collegata al pellegrinaggio e all'ampliamento della coscienza.E il 3, numero divino per antonomasia, numero della Creazione, numero dello sviluppo ordinario e armonioso.Numero del triangolo che tuttavia si esprime in un semicerchio che raffigura l’idea della progressione ciclica: nascita, crescita, morte.Esotericamente è il simbolo della sintesi spirituale poiché rappresenta la soluzione del conflitto posto dalla dualità esprimendo la formula della creazione di ciascuno dei mondi come prodotto armonico dell’azione dell’unità sul dualismo stesso.Non a caso tutte le Vie Iniziatiche sono costituite da un lento e faticoso cammino segnato da gruppi di 3 Gradi che portano al compimento della Grande Opera.3 i Gradi per l’Opera al Nero, 3 i Gradi per l’Opera al Bianco e infine 3 i Gradi per l’Opera al Rosso che si conclude e sublimanell’oro della conoscenza finale. E poi mi sovviene alla mente l'ideogramma degli I-Ching, 23, Po, "la frantumazione", il monte che riposa sulla terra.I cabalisti affermano che, attualmente, vi sarebbe una lettera mancante nella Torah.Questa lettera dell’alfabeto non apparirebbe nel nostro eone e non è presente nella Torah. L'alfabeto divino primitivo e tutta la Torah poggerebbero su una serie di 23 lettere, e non di 22, di cui una ci è diventata invisibile e riapparirà in un prossimo periodo terrestre.Ed è solamente perché questa lettera manca adesso ovunque che noi leggiamo nella Torah dei precetti positivi e negativi.Ogni aspetto negativo è in rapporto con questa lettera mancante dell’alfabeto primitivo. L'asse dei poli della Terra è inclinato di circa 23 gradi rispetto al piano dell’eclittica in cui si muovono tutti i pianeti attorno al Sole. La circolazione del sangue attraverso il corpo umano si compie in 23 secondi. Il numero di articolazioni nel braccio umano è di 23. I 23 assiomi della geometria Euclidea. Numero dei giorni del ciclo "fisico" nel bioritmo. L'ovulo e lo spermatozoo sono composti ognuno di 23 cromosomi. In questo contesto subentra anche il quadrato magico di Allah. E ancora il pitagorismo e la massoneria. Non credo alle coincidenze, credo alla sincronicità jungiana però.E che tutte queste connessioni avvengano e sopravvengono così, in questo dato istante, non possano che essere eventi significativi. Il “dramma spirituale” dell’equinozio ricapitola e sintetizza la vicenda della storia sulla Terra: fine dell’età dell’oro, oscuramento del divino nella natura, sorgere dell’autocoscienza, senso individuale di solitudine cosmica e di responsabilità. La morte annuale della natura e il risveglio delle forze interiori di volontà vengono bilanciate nell'equinozio d’autunno. Si ha un’inversione di polarità nella manifestazione delle forze divine, il rigoglio della natura e la bella luce estiva ora devono essere interiorizzate perché, quando la luce del mondo declina, l’uomo possa iniziare a percepire sé stesso come portatore di una luce invisibile, non soggetta a tramonto. La festa d’estate svanisce, la natura esteriore si spegne e la vegetazione appassisce, cresce in compenso tutto ciò che si lega all’iniziativa interiore. Forze di volontà si liberano, l’Anima del Mondo esorta l’individuo a diventare più coraggioso e il tempo diventa propizio alla coscienza di sé. Gli Dei benedicono l’azione concreta, la volontà che si afferma in progetti ben definiti o che si volge alla formazione di sé, la capacità “faustiana” di porsi obiettivi e di perseguirli. Gli spiriti di natura fanno ritorno alla Terra, riaspirati alle radici del terreno si sottopongono alle forze della gravità. La nostalgia, il lamento che viene con e dall'equinozio, tempo di bilanci!, non si addicono a chi è sulla Via, perché lo Zelatore sa che nel cosmo ciò che declina e muore è bilanciato secondo giustizia da ciò che sorge e si afferma. L’elemento alchemico dell’autunno è il Ferro: al ferro materiale che ha forgiato la nostra civiltà tecno-industriale deve corrispondere il ferro spirituale della volontà, concretamente – e razionalmente – esercitata. Nell’aria dell’autunno, quando le piogge spazzano via la sensualità dell’estate, si compie un processo alchemico: Ferro scaccia Zolfo. La corrente di ferro, fredda e metallica, che piove dal cielo smorza la corrente sulfurea che era fuoriuscita dalle viscere della terra nei mesi caldi d’estate. La separazione tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile si assottiglia sin quasi a scomparire, discende Persefone nell'Ade, piange Demetra, fiammeggia l'arcangelo di fuoco nemesi del portatore di luce, l'incubazione ha inizio e -mentre il buio avanza- ricordate di custodire la memoria della luce.