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La Mente Mente e il Cuore Sente

Da Giovannipelosini

La Mente Mente e il Cuore SenteNel romanzo La Torre Nera di Stephen King si legge che nell’uomo ci sono tre scatole: la Pensascatola, la Cuorescatola e la Chiamascatola. La Pensascatola e la Cuorescatola sono le parti più nobili dell’uomo. Nella prima si raccolgono le idee, i pensieri, i sogni; nella seconda nascono i sentimenti, le gioie e le tristezze dell’animo. Dalla Chiamascatola invece provengono tutti gli impulsi più egoistici e primitivi dell’uomo, quelli apparentemente finalizzati alla pura sopravvivenza in un ambiente percepito come ostile, come la gelosia, il senso di possesso, la paura di non avere sufficienti risorse. Queste pulsioni ataviche sono una elaborazione umana delle ancestrali necessità animali e non dovrebbero guidare i comportamenti di un essere sociale evoluto e civile, pertanto l’individuo è in salute e l’umanità è felice quando Pensascatola e Cuorescatola prevalgono come facoltà superiori sulla primitiva Chiamascatola, quando l’istinto è usato in modo mediato, quando dalla visione egocentrica si passa a quella antropocentrica (in attesa di passare a quella ecocentrica e a quella olocentrica), quando dall’avidità e dall’egoismo si passa alla generosità e alla condivisione, quando dalla violenza si passa alla tolleranza, quando gli scopi ultimi dell’esistenza degli individui passano dalla ricchezza e dal potere personale al benessere collettivo e condiviso, quando dal bramoso desiderio si passa all’amore…

L’immagine delle tre scatole dà un’idea semplice, elementare ed immediata della psiche e del comportamento umano; non spiega certamente tutto, ma forse contribuisce a fare un po’ di chiarezza nell’intricata rete interiore delle pulsioni, senza fare ricorso a complesse teorie scientifiche.

Una volta controllati, o almeno compresi, gli impulsi della infantile Chiamascatola, l’uomo adulto però dovrebbe anche riflettere sull’importanza che attribuisce alle due scatole superiori: la Pensascatola e la Cuorescatola.

Forse l’uomo di oggi “pensa” troppo e “sente” troppo poco, come suggerisce Chaplin nel famoso monologo finale del Grande Dittatore? Forse ha dimenticato una parte delle sue facoltà superiori, innalzando artificiosamente la naturale soglia percettiva a vantaggio del ragionamento, lasciando che il freddo logos domini sul sentimento? Se così fosse, potremmo cominciare a spiegarci molti fatti della storia moderna e attuale.

Giovanni Pelosini


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