Magazine Diario personale

La mia bici da corsa

Da Spiaggepiubelle

Il più bel giorno della settimana?

Per me è la domenica, più precisamente la domenica mattina.

Quello è il giorno preposto all’uscita in bicicletta con gli amici.

Non voglio denigrare con questo tutti gli altri giorni della settimana, ma quella è una mattinata dedicata unicamente a me stesso e quindi egoisticamente è quella che preferisco.

La bicicletta mi è sempre piaciuta.

Ricordo ancora esattamente quando mio padre cercava di insegnarmi ad andare senza ruotine. Era difficilissimo e poi la strada non era ancora asfaltata e nella ghiaia avevo difficoltà a stare in equilibrio.

La mia bicicletta era di colore blu e ricordo che una sera me la portai nella camera da letto per cercare di studiarla nei minimi particolari.

I miei genitori vedendomi passare dal corridoio di notte mi chiesero cosa stavo facendo e io risposi “A scatola chiusa compro solo Arrigoni!!!“

Ora, quelli nati negli anni ‘60 potranno apprezzare la battuta, se si ricordano!!

Per gli altri invece riferisco che era un tormentone pubblicitario di Carosello, che pubblicizzava il tonno Arrigoni .

Vi descrivo lo spot.

Un signore o una signora si recavano in un negozio e il negoziante mostrava loro uno degli ultimi ritrovati della tecnica, tipo un apparecchio capace di fare non so cosa (un apparecchio di fantasia, comunque) poi, approfittando della momentanea assenza del negoziante, lo smontavano tutto pezzo per pezzo!

Quando questi ritornava trovava lo sfacelo e diceva: “Ma cosa ha fatto? L’ha aperto?”

E cosa rispondeva il nostro signore, o signora? “Certo! Io a scatola chiusa compro solo Arrigoni!”

All’epoca avrò avuto 6 o 7 anni e ricordo ancora con tenerezza le risate che provocò la mia battuta!

La mia passione continuò anche negli anni successivi e dato che andavo bene a scuola i miei genitori mi promisero la bicicletta da corsa se fossi stato promosso all’esame di quinta elementare.

Purtroppo però, proprio in quel periodo, mio padre fece un incidente con la macchina all’uscita dallo stabilimento dove lavorava. I danni alla macchina erano abbastanza ingenti e soldi non ce n’erano.

Andai dunque da mio padre, che era a letto affranto, e gli dissi che la bicicletta la potevamo comperare anche l’anno dopo e che potevo ancora usare quella che avevo.

Non ho ricordo della sua reazione. Ma conoscendo mio padre…!

… l’anno dopo, finalmente mi portò in negozio a comperarla.

Ne vedemmo una (era il 1973/74), era da strada, ma il negoziante disse che si potevano togliere i parafanghi, cambiare il manubrio e così diventava da corsa!

Semplice no??

Mio padre disse di no, non andava bene. Io ero dispiaciuto, non ci vuole certo molto a convincere un bambino di 10 anni ma la prospettiva di andare in un altro negozio e vedere altre biciclette mi allettava.

Finalmente il nuovo negoziante ci mostrò una “vera“ bici da corsa, con il suo manubrio dal quale si ergevano i lunghi fili dei freni, con i cambi sul tubo obliquo e meraviglia delle meraviglie le ruote potevano essere tolte in un paio di secondi solamente muovendo uno sgancio (all’epoca la quasi totalità avevano dei dadi che dovevano essere svitati con una chiave).

Costava molto di più della bicicletta che avevamo visto in precedenza ma mio padre contrattò e me la comprò.

Spese all’epoca 100.000 lire.

La mia bici da corsa.

Grazie papà!

p.s per almeno un paio di mesi in quell’estate la mia attività preferita era fare rimanere a bocca aperta, senza parole tutti i miei amici ai quali facevo vedere come smontavo le ruote!!!!!!

C.

La mia bici da corsa



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