Meno di ventiquattro ore fa è stata annunciata la “cinquina stregata del 2013”.
Cinque autori per un premio che mai come quest’anno è un vero e proprio simbolo: t
ra la crisi, il dilagare del self publishing e i libri a 0.99 centesimi l’editoria, quella dei lettori forti, dei libri a 21 euro in brossura e dai temi attuali, pregni e scottanti ha tanto da dimostrare. Ho seguito quindi con molta attenzione la diretta streaming sul sito della Fondazione Bellonci e più i voti di Siti e Perissinotto salivano più il mio sconforto aumentava, perché io quest’anno ci avevo sperato. Avevo infatti sperato in qualcosa di fresco, diverso, giovane e soprattutto vero. Non mi resta quindi che tifare per Paolo Di Paolo e Simona Sparaco, due dei protagonisti di quella che sarebbe stata la mia cinquina ideale. Amurri, Apnea (Fandango)Apnea di Amurri è uno di quei romanzi che non puoi non definire veri. Lo sfogli con piacere, osservi l’evoluzione della storia e in ogni pagina ti ritrovi a leggere di Lorenzo che somiglia tanto a quel tuo amico, quello con cui fai le ore piccole, chiacchieri di musica, donne e viaggi. Uno di quelli con quali ci cresci e che anche se lo rivedi dopo anni è come se non l’avessi mai perso di vista. Leggere Apnea, quindi, è come leggere la storia di un amico al quale la vita ha riservato la prova più dura, privato di qualcosa che era più di una passione e che non solo ha dovuto (re)imparare gesti quotidiani e scontati, ma giorno dopo giorno deve aggrapparsi alla vita con le poche forze che ha e reinventarsi per evitare di precipitare nell’abisso. Apnea infatti non è un romanzo retorico, non tenta di trovare il lato positivo della disabilità, non tenta a tutti costi di mostrare una normalità che non c’è, ma aiuta il lettore a capire le difficoltà che si celano dietro la diversità e lo fa attraverso un’onesta e pungente ironia. Sparaco, Nessuno sa di Noi (Giunti) Nessuno sa di noi, invece, è un pugno nello stomaco. La scrittura della Sparaco vi aiuterà a immergervi a poco a poco nella storia di Luce fino ad affondare in essa. Sussulterete, soffrirete e affronterete l’oblio insieme a lei. Verrete investiti dalla disperazione di una madre, che ha scelto di porre fine alla vita di suo figlio, elaborerete il lutto insieme alla nostra protagonista e non vi ritroverete mai a giudicarla, a meno che voi non siate lettori superficiali.
Nessuno sa di noi, quindi, vi aiuterà a calarvi e a comprendere il dolore di una scelta e allo stesso tempo vi spronerà a lottare affinché di questo diritto non venga privata nessuna donna. E’ un romanzo crudo, ma delicato allo stesso tempo. Un piccolo diamante in un Italia chiusa, bigotta, ma soprattutto intellettualmente pigra. Di Paolo, Mandami tanta vita (Feltrinelli) Questo romanzo mi ha letteralmente stregata. Pietro e Moraldo infatti mi hanno presa per mano e trasportata nel loro mondo, allo scoperta della loro giovinezza eroica, dei loro sogni e di un’Italia lontana, ma paradossalmente così vicina. Lo stile di Di Paolo, inoltre, ha reso la lettura vivace e in continuo divenire. Ad ogni capitolo infatti sembrava di assistere a un nuovo inizio: la speranza che tenta di emergere dalle ombre del dubbio, i nuovi propositi che provano a trasformarsi in azioni e le nuove esperienze, quelle degne di essere vissute, che cullano i sogni dei nostri protagonisti.Mandami tanta vita infatti è il romanzo della giovinezza: quella sana, piena ed eroica. Quella che riempie i cassetti di sogni, ma non li chiude e li lascia socchiusi perché prova con ogni modo e mezzo a sua disposizione di rendere reale l’ideale. Cognetti, Sofia si veste sempre di nero (Minimumfax)In una delle ultime interviste rilasciate Cognetti ha definito Sofia si veste sempre di nero: “una lunga lettera d'amore scritta a una ragazza con un brutto carattere". La lettera che Paolo scrive a Sofia infatti è viva e malinconica. E’ una di quelle lettere d’amore che vorresti indirizzassero a te, perché piena di vita, quella che ti entra dentro e mette radici nel tuo animo, scritta da chi cerca sempre di vedere oltre. Di questo romanzo ve ne ho ampiamente parlato qui e, se la mia misera recensione non bastasse, vi lascio anche il link dell'intervista a Cognetti che ho avuto l’onore e il piacere di realizzare per Youbookers.it. Nella mia cinquina ideale rientrerebbe anche la Petri con il suo Figli dello stesso padre, che però non ho ancora avuto il piacere di leggere.Cosa mi aspettavo dunque? Una cinquina composta da romanzi che parlano di vita, dei suoi lati luminosi e delle sue ombre, e da storie che mi raccontano di diversità, libertà, amore e scelta. Avevo voglia di una cinquina composta da scrittori che: “Non scrivono perché hanno bisogno di dire qualcosa, ma scrivono perché hanno qualcosa da dire”. Avevo voglia di una cinquina che mi raccontasse della vita.
Alla prossimaDiana