Reviewed by DebyVany91 on Sep 26
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Summary: Esperienza di passaggio alla cosmesi eco-bio
Tutto ciò che ho imparato in un anno e mezzo sulla cosmesi eco-bio, sulle logiche di mercato e consumistiche e tutti i falsi miti sulla cosmesi classica.
Buongiorno Bloggerine!
Oggi ho deciso finalmente di parlarvi della mia esperienza relativa al passaggio totale dai cosmetici classici, ai cosmetici eco-bio per la cura del viso, del corpo, delle mani e dei capelli.
Oltre a voler essere un resoconto relativo alla mia esperienza di passaggio verso la cosmetica eco-bio, questo articolo desidera sfatare, per quanto possibile, tutte le dicerie che spesso le grandi case cosmetiche classiche divulgano erroneamente per mantenere occulto e distante il vero consumo consapevole.
Ho iniziato ad approcciarmi alla cosmetica eco-bio davvero per caso, sicuramente inconsapevole del mondo verso il quale mi stavo affacciando ed all’inizio, come sempre quando ci si approccia ad una tematica nuova, ho sicuramente fatto molti errori di valutazione in merito. Ho iniziato a ricercare prioritariamente prodotti per la cura dell’acneLeggi: Camorak: cosmetici eco-bio per ogni esigenza., problematica cutanea da cui sono affetta in forma fortunatamente lieve sin dall’adolescenza. Devo essere sincera e dunque ammettere di non aver mai diffidato di ciò che iniziavo a scoprire sulla dannosità di certi ingredienti contenuti nell’InciLeggi: Ma siamo poi così sicure che i cosmetici siano "fonti di bellezza e salute"?, cercando sempre d’informarmi meglio prima d’esporre ogni personale opinione.
Mi sono stupita sicuramente, poiché mi sono resa conto in prima persona che ciò che offre il mercato al consumatore “ignorante” è davvero una vasta gamma di prodotti di bassa qualità, venduti perché economici e non certo perché benefici. L’idea di aprire un blog è nata dunque da queste scoperte e dalla volontà di divulgarle il più possibile, arrivando a rendere consapevoli di questi giochi di mercato tutti quelli che avrei potuto raggiungere. Sono sempre stata consapevole dei limiti che avrei dovuto purtroppo impormi per evitare inutili e dispendiose battaglie legali con i grandi colossi delle aziende cosmetiche e farmaceutiche che da anni continuano a prendersi gioco dei propri clienti e consumatori, mettendo a rischio la loro salute e danneggiando altresì animali ed ambiente ed ho optato per articoli informativi neutri, privi di grandi accuse dirette verso le aziende stesse. Solo in questo modo ho pensato, sarei riuscita a raggiungere davvero il mio scopo ovvero informare tutti il più possibile sui danni della cosmetica classica.
Non avrei mai immaginato di vedere il mio sogno così realizzato ed ancor oggi, ogni vostro singolo ringraziamento è per me fonte di enorme soddisfazione. Vedo infatti Biomakeup come la concretizzazione di un personale desiderio: condividere con quante più persone possibili tutte le mie scoperte ed aiutare le persone (nel mio piccolo ovviamente) a divenire più consapevoli e coscienti dei loro acquisti. Non spingo nessuno ad acquistare i cosmetici eco-bio. Io informo soltanto, le conclusioni poi le trae ciascuno singolarmente, tenendo in considerazione le proprie esigenze e la propria salute che è un bene davvero prezioso da salvaguardare con estrema attenzione.
I primi ingredienti che ho iniziato ad escludere per la loro dannosità sono stati sicuramente i petrolatiLeggi: Quali ingredienti è meglio evitare nei cosmetici?, sostanze derivanti dalla raffinazione del petrolio e spesso impiegate per le loro fasulle ed apparenti proprietà nutrienti ed ammorbidenti. Subito successivamente ho iniziato ad eliminare i siliconiLeggi: Borse e occhiaie: i miei segreti per combatterle, i tensioattiviLeggi: I tensioattivi più aggressivi: SLS e SLES chimici, i parabeniLeggi: Parabeni e cosmesi: un prodotto sintetico può fare bene al nostro corpo?, i sali d’alluminio, la formaldeideLeggi: Formaldeide e suoi cessori: quanto sono pericolosi per l'uomo? ed i suoi cessori ed altre note sostanze dannose.
Molte aziende difendono l’inserimento di tali sostanze nelle proprie formulazioni a spada tratta. Io personalmente continuo a pensare che non vi sia motivazione che tenga nel momento in cui tali ingredienti vengono inseriti nei prodotti che giornalmente andiamo ad applicare su viso, corpo e capelli con conseguenze non certo positive come possiamo ben tutti immaginare. Provo dunque pena per tutti coloro che trovano, consapevoli della dannosità di tali sostanze, aspetti positivi e giustificazioni nel perpetrare l’impiego delle stesse, riducendo la cosmetica eco-bio a semplice vizio e moda passeggera.
Oltre a danneggiare la salute personale, i cosmetici classici comportano molto spesso crudeli test sugli animali, inutili e davvero disumani a parer mio. Non è vero che i test sugli animali sono “necessari”. I produttori di cosmetici eco-bio non hanno bisogno di effettuare questi test perché le sostanze naturali non inducono cecità, malformazioni, allergieLeggi: Ma siamo poi così sicure che i cosmetici siano "fonti di bellezza e salute"? e sfoghi cutanei, tumori, disfunzioni ghiandolari ed organiche e perfino la morte in taluni casi. Perché questi test si rendono necessari per i cosmetici classici? Perché le sostanze chimiche possono avere questi effetti sull’organismo sia nel breve che nel lungo termine. Però purtroppo noi siamo una società del “qui ed ora” che considera unicamente ciò che avviene nel presente o al massimo nel futuro prossimo, senza valutare con puri criteri non commerciali ed economici, ciò che potrebbe verificarsi a seguito del contatto quotidiano tra pelleLeggi: Come mantenere l'abbronzatura preparando la pelle all'autunno e sostanze dannose. E se qualche ente di ricerca timidamente avanza una simile idea anti-conformista, ecco subito che viene messo a tacere più o meno definitivamente.
Per confondere ed ingannare ancor più il consumatore, le grandi aziende cosmetiche hanno recentemente “occupato”, utilizzandolo impropriamente, il termine “naturale” applicandolo a prodotti che con la natura davvero non hanno nulla a che fare. Ecco dunque che è sorto il nuovo termine “eco-bio”, applicabile unicamente (secondo la normativa vigente) a prodotti e formulazioni contenenti un minimo d’ingredienti naturali pari al 95% di cui almeno il 10% proveniente da agricoltura biologica. Fortunatamente esistono enti di controllo quali ICEA ed ECOCERTLeggi: Lovea: cosmetici certificati super economici (per citare i più famosi) che si occupano di porre in essere rigidi controlli a garanzia del consumatore che partono dalla selezione delle materie prime all’ottenimento del prodotto cosmetico finito e riguardano altresì la composizione del packaging e l’assenza di test sugli animali. Per una maggiore sicurezza sarebbe bene appoggiarsi unicamente ad aziende che espongono i simboli delle certificazioni però è anche vero che molte di esse non hanno, soprattutto in un periodo di crisi economica, le finanze necessarie per assicurarsi queste certificazioni, pur proponendo ai consumatori dei cosmetici sinceramente eco-bio.
In questo anno e mezzo di passaggio, molto spesso mi è capitato di sentire commenti ed asserzioni per nulla veritieri rispetto alla cosmetica eco-bio ed altrettanti falsi miti sulla cosmetica classica. Ho deciso di parlarvene brevemente ora per puntare ancora una volta l’attenzione sulla carente informazione che purtroppo abbonda sull’argomento, portando le persone a credere anch’esse a ciò che le grandi aziende diffondono nel timore di veder danneggiato il loro patrimonio economico.
Una delle più sconcertanti affermazioni relative alla cosmetica eco-bio è che rispetto alla cosmesi classica induce maggiori allergie e sensibilizzazioni. Ciò non è assolutamente vero considerato che le formulazioni dei cosmetici eco-bio spesso non contengono profumazioni proprio per minimizzare il rischio allergico ed ove le contengano, esse sono derivanti da oli essenzialiLeggi: Maitreya Natura: oli vegetali ed oli essenziali biologici che risultano fonte d’allergia solo su persone peculiarmente intolleranti nei confronti della specifica sostanza. Lo stesso non può essere affermato per la cosmesi classica, ricca di profumazioni sintetiche e relativi allergeni. Seconda falsa informazione diffusa sui cosmetici eco-bio è la diffidenza relativa ai loro effettivi poteri ed alla loro reale efficacia. Questo è un pregiudizio che ho visto concretamente sulla maggior parte dei miei conoscenti e familiari, convinti che un prodotto naturale non funzionasse tanto quanto uno chimico. Un semplice esempio esplicativo può essere fatto sugli shampoo eco-bio, spesso considerati poco capaci di detergere e lavare in effettivo. Io stessa sono la dimostrazione che ciò non è vero e addirittura ho riscontrato che, nell’esempio specifico, è vero proprio il contrario. I capelli lavati con uno shampoo eco-bio non solo risultano davvero detersi ma permangono puliti e profumati più a lungo. Questo principalmente perché i tensioattivi chimiciLeggi: I tensioattivi più aggressivi: SLS e SLES tendono a risultare troppo aggressivi sulla cute, seccandola e stimolando le ghiandole sebacee in essa presenti a produrre maggiore sebo sporcando di più la chioma. Un’altra frase spesso diffusa e sempre relativa ai prodotti per capelliLeggi: Headrush Bed Head: spray lucidante per capelli lucenti e brillanti è che i siliconi rendono davvero più bella la chioma ristrutturando il fusto capillare, salvo affermare dopo alcuni mesi che la chioma risulta molto più secca, sfibrata e ricca di doppie punte. Tutte coloro che affermano ciò non riescono, a mio avviso, a rendersi conto che l’effetto dei siliconi è soltanto apparente e immediato. Nel lungo termine, i siliconi tendono ad isolare il fusto capillare inibendo qualunque passaggio di sostanze nutrienti e tendendo a seccare la chioma e indebolirla aumentando l’insorgenza di doppie punte. Altra pericolosa falsa informazione, che ho spesso sentito ribadire con forza, si basa su una malriposta fiducia nelle aziende cosmetiche classiche, la quale porta ad affermare che non è possibile che sia consentita la diffusione di cosmetici che non contengono sostanze benefiche per la pelle. Questa affermazione si smentisce facilmente se si pensa che alle aziende cosmetiche e all’intero sistema economico in generale, ciò che interessa solamente è inseguire la logica del maggior profitto. Un ennesimo falso mito è che i cosmetici d’alta profumeria, notoriamente costosi, siano necessariamente migliori a livello di Inci rispetto a quelli di marche low cost. Anche questo non è assolutamente vero: controllate gli ingredienti e vi renderete conto che anche prodotti che costano cento euro non escludono dalle formulazioni paraffine e petrolati. Ultima delle più frequenti false affermazioni sulla cosmetica eco-bio è che sia necessariamente ed esclusivamente più costosa della cosmetica classica. Non è sempre vero: esistono prodotti economici e contemporaneamente eco-bio, come spesso ho cercato di dimostrarvi nei miei articoli.
Purtroppo questi sono soltanto alcuni dei falsi miti diffusi tra la popolazione in ambito di cosmesi classica ed eco-bio. Esiste altresì una fascia di persone che non è nemmeno lontanamente consapevole della presenza d’ingredienti tossici ed inquinanti nei comuni prodotti che fiduciosamente si spalmano con costanza sulla pelle e sui capelli.
Il compito di diffondere l’informazione è anche vostro: condividete questo articolo e contribuite nel vostro piccolo al consumo consapevole. Sono certa che quest’articolo avrà mosso dentro di voi molte idee e contributi alla discussione. Vi chiedo gentilmente di condividerli, basta un commento o una e-mail di poche righe per iniziare un vivace scambio di idee ed un confronto costruttivo.
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate ed inviate il link di quest’articolo a tutti i vostri conoscenti tramite e-mail o social network. Io ci tengo alla mia salute ed ho visto sinceri miglioramenti da quando sono passata all’eco-bio come spesso vi testimonio, e voi?
Vi mando un grande abbraccio e spero di avervi fornito degli spunti interessanti.
Al prossimo articolo!
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