Come abbiamo già rilevato più volte nel corso di alcuni articoli (in particolare nell’ultimo “Giochi vs Storie”) i videogiochi sono esperienze personali che ogni giocatore vive in modo diverso e unico, proprio perchè essi offrono mondi virtuali dinamici e simulazioni in continuo divenire. E proprio per esaltare questa unicità del medium ludico e continuare a dimostrare come in un videogioco sia possibile vivere un’infinità di esperienze ( e quindi partite) sempre diverse, voglio raccontarvi una mia storia scaturita da un mio playthrough su Halo 4. Si badi bene, una mia personale storia differente da quella di qualsiasi altro giocatore, perchè ognuno ha la propria personalissima versione. Chiaramente tutto ciò è possibile in videogiochi come Halo 4, che ha dimostrato di avere un’intelligenza artificiale quantomeno di ottimo livello. Infatti quello che sto per raccontarvi non ha subito nessuna manipolazione (se non alcune espressioni che servono ad esaltare meglio alcuni momenti) ed è accaduto veramente durante la mia prima campagna su Halo 4. Quel momento, leggendo capirete a cosa mi riferisco, mi ha davvero stupito. L’IA di Halo 4 esemplifica la dinamicità e l’imprevedibilità che può avere un videogioco. Spero che questa piccola storia vi coinvolga e vi piaccia, ho cercato di essere un buon attore/giocatore nel creare la mia performance.
Fatemi sapere cosa ne pensate e magari raccontatemi anche la vostra esperienza
Estratto di un’esperienza videoludica su Halo 4, vissuta da Gordon Giulio.
MISSIONE: Midnight. L’estratto è tratto dal primo pezzo della missione dopo aver abbandonato il caccia Broadsword.
DIFFICOLTà: Eroica. La prima run su Halo 4 di Gordon Giulio.
La porta triangolare si spalancò di fronte a me con un forte rumore metallico. Ero dentro, stavo avanzando. Nemmeno il tempo di esaminare la situazione che sentii dei grugniti simili a quelli di un grunt o dei droni Covenant. Ma nel mio campo visivo (verso la mia destra) entrò un Watcher (Osservatore) Prometeico, istintivamente sparai con la pistola verso di lui a più non posso, quest’ultimo però sentendosi minacciato scappo via dalla mia visuale … Per essere rimpiazzato istantaneamente da un suo simile che si avvicinò verso di me. Le munizioni scarseggiavano, decisi quindi di cambiare arma e passare alla carabina, usai l’ingrandimento e sparai verso di lui. Due o tre colpi lo colpirono inizialmente, ma la mia mira si fece sempre più imprecisa a causa dei suoi continui e nervosi movimenti che lo portarono a ritirarsi come aveva fatto il primo. Ma non mi arresi. Ricaricai l’arma e avanzai sparando un singolo colpo ben piazzato al secondo fuggitivo che scoppiò in un lampo arancione. Il primo Watcher che avevo incontrato però, stava cercando di generare una torretta o almeno cosi sembrava. Immediatamente spostai il reticolo di ingrandimento su di lui, inquadrandolo. Sparai uno, due, tre, quattro colpi consecutivi per vederlo infine esplodere e svanire, ancora prima che potesse generare qualche altra minaccia. In seguito tolsi la visuale ingrandita e ricaricai carabina e pistola, avanzando. Feci un breve giro di ispezione per osservare quelle magnifiche architetture aliene prevalentemente di un freddo grigio metallico che si fondeva con il colore intenso dell’arancione sui contorni delle strutture. Più avanti c’era un’altra stanza, decisi allora di muovermi verso la mia sinistra e avanzare. Corsi verso l’angolo della porta, sospettoso e mi fermai. Subito dopo comparvero sul rilevatore di movimento, progressivamente, ben tre punti rossi. Nuovi nemici Prometeici erano comparsi nella stanza adiacente. Bene. Mi affacciai verso destra e notai una figura massiccia in movimento di spalle. E sarebbe stata una buona occasione d’attacco, se un altro Prometeico, verso sinistra, non si fosse accorto di me sparandomi contro. Lo scudo energetico subì dei leggeri danni ( circa il 20 per cento di esso si era scaricato) e io, d’impulso, lanciai una granata prometeica in direzione del nemico. La granata esplose in una rosa con al centro un nucleo prosciugatore dove le linee di forza convergevano al centro, ma non sorti alcun effetto sul Prometeico che si allontanò. Ne lanciai comunque un’altra che non ebbe però un destino migliore. Intanto il nemico a destra mi sparò con la sua carabina costringendomi a indietreggiare. Mentre mi stavo allontanando però un altro colpo mi centrò in pieno e metodicamente presi la mia carabina e puntai il reticolo ingrandito di mira verso sinistra. Sparai verso il nemico che però si spostò da una parte all’altra per evitare i colpi. Alla fine lo centrai diverse volte in testa e il suo corpo scintillò. Ormai era chiaro. La sua struttura digitale era indebolita. Consapevole di questo, il prometeico si ritirò e contemporaneamente mi sparò addosso, portando il mio scudo (ancora non ricaricato) a meno della metà della sua energia. Ma io non mi arresi, inserii un altro caricatore nell’arma e sparai verso di lui a più non posso. E alla fine lo vidi scomparire in una polvere di quadratini arancioni. Ma non era ancora finita. Avevo ancora due Prometeici da eliminare e uno di questi scoprii essere proprio un temibile Cavaliere Battlewagon. Cosi mentre ricaricavo la mia carabina mi abbassai dietro una sorta di muretto per riprendermi un pochino. Giusto una manciata di secondi e decisi di “uscire” dalla copertura aprendo uno scudo respingente e lo piazzai proprio in direzione del Cavaliere. Quest’ultimo per tutta risposta, capendo che sarebbe stato inutile spararmi, mi indicò con il suo braccio e lanciò una granata verso di me. Io indietreggiai, ma la granata colpi terra e esplose in una sfera prosciugatrice investendo lo scudo respingente e parte di me. Fortunatamente però un instante prima avevo iniziato un salto all’indietro e per puro caso l’onda non danneggiò minimamente lo scudo della tuta, che per altro era ancora mezzo scarico.
La granata esplose con un suono sordo mentre lo scudo respingente virava dal blu al rosso e la mia tuta Mark 6 produceva il caratteristico suono degli scudi semi-scarichi. Quest’ultimi dovevano ancora ricaricarsi quando lo scudo respingente svanì nel nulla. Non persi tempo comunque, presi la carabina e inquadrai il Cavaliere. Tre colpi lo centrarono prima che questi si spostò verso la mia sinistra svanendo dalla visuale. E finalmente mentre avanzavo, lo scudo energetico della tuta si era ricaricato pienamente. A quel punto presi di mira l’altro Prometeico che aveva piazzato un’autosentinella. Sparai verso di essa , ma non riuscii a distruggerla subito poiché le munizioni della mia carabina mi abbandonarono. Erano terminate. Imprecai. Passai allora subito alla pistola energetica, inquadrai l’autosentinella e con un singolo, fulmineo e preciso colpo questa scoppiò. Un bel tiro decisamente. Ricaricai per precauzione e mentre cercavo di avanzare, ricomparse il Cavaliere che mi sparò con la sua letale doppietta. Spari un po’ di colpi velocemente verso di lui. Ma il furbo ne approfittò per lanciarmi un’altra bella granata. Istintivamente balzai all’indietro e aprii lo scudo respingente. Questa volta l’onda non sfiorò nemmeno un centimetro dello scudo respingente e proprio quando la granata esplose, anche lo scudo si spense. Avanzai con il sistema di ingrandimento dell’arma attivo, da sinistra il Cavaliere ricomparve. Sparai qualche colpo ma il nemico sfuggi dalla mia vista riparandosi verso destra. Per precauzione, mentre cercavo di andare avanti, riaprii un’altra volta lo scudo respingente che però era ancora mezzo scarico. Mi ritrovai cosi a piazzare di fronte al Cavaliere una protezione energetica del tutto effimera. Infatti nemmeno due secondi dopo questa svanì. Sparai qualche colpo energetico e indietreggiai verso una copertura per poi cercare di avanzare e colpire il Cavaliere. Lo centrai diverse volte alla testa con la pistola energetica senza che lui reagì. Ma ero consapevole che con una simile arma ce ne avrei messo di tempo per eliminarlo e oltretutto le munizioni cominciavano a scarseggiare. Cosi tornai indietro e dopo pochi metri trovai una sorta di dispenser con delle armi. Cambiai la carabina scarica con il soppressore. Iniziai cosi a correre per avanzare e il Cavaliere, vedendomi e sentendomi arrivare, mi sparò con la sua arma. Diverse scie arancioni solcarono l’aria senza colpirmi minimamente. Sparai in risposta con il mio soppressore colpendo il Cavaliere e dopo aver evitato altre sue letali granate , riuscii a colpirlo frontalmente scaricandogli quasi un intero caricatore dell’arma addosso. A quel punto anche questo sparì nel nulla, l’avevo sconfitto.
Decisi poi di scambiare la mia pistola con la sua doppietta (chiamata fucile a scarica) e proprio mentre eseguivo questa operazione mi piombò una granata prometeica a poca distanza da me. Mi allontanai un po’ con lo scudo respingente attivato e quando la granata esplose senza fare danni ricaricai il fucile a scarica. Questa volta avanzai dentro l’altra stanza e trovai l’ultimo prometeico rimasto, mezzo distratto con un’autosentinella attivata. Il nemico, che non si era ancora accorto della mia presenza, camminava tranquillamente e io cercai di approfittarne per un attacco a sorpresa, ma senza successo. Infatti la sentinella sparò verso di me, richiamando l’attenzione del prometeico che finalmente mi notò. Sparai con la doppietta energetica verso di lui e visto che i colpi della mia arma rimbalzavano sulle superfici, decisi di sparare verso una copertura in modo da colpire con più precisione l’obiettivo. Ma lo stratagemma non ebbe molto successo poiché il prometeico si spostava in continuazione e lanciava granate abbastanza frequentemente. Cosi dopo aver eliminato un’altra torretta mobile che aveva piazzato, avanzai verso di lui. Lanciai una granata in modo da indebolire le sue difese e sparai con il fucile a scarica fino a far scoppiettare la sua corazza. Visto che si era indebolito, decisi di avanzare per dargli dei colpi finali con la doppietta energetica. Ma accadde l’imprevisto. Il nemico si teletrasportò dietro di me, confondendomi. Imprecai! Decisi allora di voltarmi all’indietro per sparargli, ma il nemico non c’era più. Un onda blu però comparve alle mie spalle e mi accorsi che il prometeico tentava di aggirarmi per colpirmi di sorpresa. Di impulso sparai verso di lui con il fucile a scarica, ma i colpi erano poco precisi e non ebbero molto effetto. Perciò decisi di lanciargli anche una granata e armai il soppressore energetico. Mentre sparavo verso di lui mi arrivò una bomba prometeica che riuscii però ad evitare spostandomi a sinistra. Ma il nemico insisteva e mi centrò diverse volte con la sua carabina portando il livello energetico dello scudo a circa il 70 per cento. Consapevole del pericolo che stavo correndo mi ritirai indietro con un bello scatto e tornai nell’altra sala. Giusto il tempo per far ricaricare lo scudo energetico e tornai ad affrontare il mio avversario. Sparai ancora con il soppressore e essendomi avvicinato abbastanza riuscii a indebolire ulteriormente la sua struttura digitale, tant’è vero che questa sfarvallò diverse volte. Ormai ce l’avevo quasi fatta, non sarebbe durato ancora molto. Ma, con mia grande sorpresa, mentre inserivo un altro caricatore al soppressore; il prometeico con un movimento fulmineo traslò vicino a me. La mia adrenalina aumentò e di conseguenza gli sparai una bella raffica di proiettili energetici che lo investirono in pieno. Ma come risultato il nemico svanì e tornò dove era precedentemente, allontanandosi da me. Non mi persi d’animo. Avanzai e gli sparai ancora con il soppressore. Il prometeico però si dimenava e si spostava da una parte all’altra per evitare i miei colpi. Ma la distanza tra me e lui era molto ridotta, cosi la sua struttura scintillò ancora. “Cavolo, pensai tra me, erano almeno tre volte che accadeva questo in poco tempo, qualche altro colpo e cadrà sicuramente”.
Invece, non so come, il prometeico continuava a resistere come un dannato! E addirittura traslò verso di me colpendomi con un attacco corpo a corpo rapidissimo. Il livello dello scudo era sceso al 15 per cento, istintivamente perciò feci una salto all’indietro attivando contemporaneamente lo scudo respingente come protezione. Ma una granata, lanciata dal nemico si attivò molto vicino a me. L’onda prosciugatrice questa volta mi colpì in pieno, portando la barra dello scudo a lampeggiare in rosso. Il rosso della morte. Il panico si impossessò di me. L’adrenalina continuava a salire. Imprecai. Continuai la mia ritirata indietreggiando con il nemico di fronte e nonostante ciò, il prometeico mi tallonava teletrasportandosi di continuo. Era a pochi metri da me quando lo scudo respingente si esaurì. E per fortuna non riuscì ad attaccarmi, perché altrimenti sarebbe bastato anche un solo colpo di striscio e sarei morto. Lo scudo della Mark 6 infatti lampeggiava ancora e non si era ricaricato nemmeno un po’. Il nemico lanciò una granata e si teletrasportò ancora. Era sparito per pochi istanti, che però furono sufficienti a farmi voltare e a correre in ritirata. Cercai riparo dietro una copertura della struttura aliena. Lo scudo iniziò a ricaricarsi quando un altro colpo mi raggiunse. Il prometeico continuava a inseguirmi. Non sapevo cosa fare, se prima ero io a dominare la situazione ora i ruoli si erano invertiti. Cercai di nascondermi dietro la copertura ma l’essere digitale mi aggirò, attaccandomi. In compenso riuscii a sparargli una veloce raffica con il soppressore prima di scappare da quella posizione, ormai divenuta poco sicura. Ma la mia sfortuna non era ancora finita, infatti scoprii che non avevo più nessun tipo di munizioni. Ero disarmato con la protezione energetica di nuovo al minimo. Allora mi abbassai dietro la struttura per una manciata di secondi e non sapendo cos’altro fare cercai di rimanere al riparo finché potevo. E grazie al cielo, dopo secondi interminabili, lo scudo riuscì a ripartire e a ripristinarsi. A quel punto abbandonai definitivamente la copertura e attivai subito lo scudo respingente, in modo da non subire nessun danno per un po’. E infatti il prometeico poté fare ben poco se non rimanere inerte e fissarmi. Appena però l’abilità dell’armatura si andava consumando, scappai con una corsa veloce verso l’altra sala adiacente, finché dopo essere quasi tornato all’inizio del mio percorso, trovai un altro dispenser e equipaggiai questa volta la pistola energetica. Una granata esplose vicino l’entrata della sala. Il prometeico continuava ad avanzare. Riuscii a colpirlo solo tre volte e questi si lanciò contro di me, danneggiando ancora una volta lo scudo energetico. Attivai subito lo scudo respingente e cominciai a tornare indietro sempre con il nemico di fronte a me. Ma niente da fare! Si stava ripetendo la stessa situazione di prima! Cercai allora di scappare in avanti mentre provavo emozioni contrastanti tra stupore e paura. Lo scudo della tuta, quando tornai nella sala dove avevo sconfitto gli ultimi due Watcher volanti, si era ripristinato completamente. E proprio in quella sala scoprii un dispenser con una carabina energetica ancora carica che equipaggiai subito. “Se solo l’avessi notata prima, forse le cose sarebbero andate diversamente pensai”. A questo punto mi voltai indietro, sapevo infatti che il Prometeico non avrebbe certo mollato. Ma io ero pronto, con oltre 108 munizioni energetiche per un fucile ad alta precisione e uno scudo completamente carico. Tentai di avvicinarmi alla porta chiusa che inizialmente mi aveva portato a tutto questo casino e a un certo punto questa si aprì. Ma non perché io mi ero avvicinato, no! Il Prometeico, come un dannato continuava a teletrasportarsi e giunse nella sala. Sentii la mia rabbia aumentare, sparai quindi diversi colpi alla testa del nemico, mentre indietreggiavo per precauzione. Questi però si teletrasporto vicino a me, stupendomi per l’ennesima volta. Ricaricai il fucile e continuai a sparargli. E nonostante la struttura dell’essere scoppiettò ancora una volta, il prometeico non era ancora morto. Anzi aveva attivato un’altra autosentinella che fortunatamente distrussi con pochi colpi ben piazzati. Io continuavo a combattere, ma qualcosa nella mia mente stava avvenendo. Era una sensazione di irrealtà. Non credevo a quello che era avvenuto e stava ancora avvenendo. Un singolo prometeico aveva resistito a decine di raffiche di proiettili, mi aveva inseguito per tre sale diverse portandomi sull’orlo della sconfitta e oltretutto non era ancora morto. Non avevo quasi più parole. Ero stupito. L’incubo però, doveva ormai finire presto con la mia o con la sua morte. E cosi dopo aver tentato un ultimo devastante quanto inutile attacco corpo a corpo ( riuscii infatti a interporre tra me e lui lo scudo respingente) con i suoi movimenti rapidissimi, il Prometeico si disgregò in mille quadratini arancioni sotto la mia raffica di proiettili ben piazzati in testa. Misericordia! Era finita! Non potevo ancora crederci. Per me è stata un’esperienza unica, nessun nemico mi avevo messo mai alla prova in questo modo. Cercai di riordinare velocemente le mie idee e mentre mi sentivo appagato per ciò che avevo compiuto e sopportato, mi lanciai nel vuoto mentre una strana forma di energia rallentava la mia caduta. Avevo però ancora molto da fare per conseguire l’obiettivo della mia missione, cioè detonare la mina Havok e distruggere il Compositore, ma ce l’avrei fatta, me lo sentivo.