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La mia gravidanza svedese (Parte I)

Creato il 10 dicembre 2013 da Kata
Si sta avvicinando la fine di questa bellissima esperienza. La parte più impegnativa è ancora da affrontare, ma ormai mancano solo due settimane. Almeno sulla carta, perché poi si sa... i bambini non sono programmati e nascono quando pare a loro. Dunque, la data presunta è il 23 dicembre, quindi la scadenza finale è fissata per il 7 gennaio, dopodiché la piccola, se non vorrà uscire, verrà "sfrattata".
Fortunatamente ho potuto sperimentare il protocollo sanitario svedese della gravidanza fisiologica. Non essendo mai stata incinta prima, né in Italia né in Ungheria, stavolta non vorrei fare paragoni tra i tre paesi. Quel che posso però affermare senza dubbio è che la gravidanza qui in Svezia è molto meno medicalizzata che in Italia o in Ungheria. Il fatto è che in questi ultimi 9 mesi non mi ha mai visitato un medico, soltanto ostetriche. Pure gli esami ecografici (quei due che si fanno...) vengono eseguiti da ostetriche specializzate in ecografia.
Delle visite che vengono fatte durante i nove mesi ha scritto Daniele recentemente sul suo blog, riassumendo tutte le tappe, e trovate anche altri post in rete sull'argomento di blogger italo-svedesi (vedete qui e qui, per esempio). Non starei quindi a rispiegare tutto. In ogni caso c'è, ovviamente, molto da raccontare, anche se è molto più facile parlarne con amici e parenti in privato piuttosto che scriverne su un blog.
L'unico evento fuori dal normale da segnalare durante la mia gravidanza è stata la cancellazione del corso pre-parto. Sarebbe stato tenuto all'inizio di novembre, due occasioni di qualche ora ciascuna. A ottobre mi arrivò una lettera in cui si comunicava che a causa dell'eccessivo carico di lavoro delle ostetriche si vedevano costretti a cancellare i corsi pre-parto. Non a rimandare, a cancellare proprio! Potete immaginare che la notizia mi ha assai sorpreso e lì per lì mi è dispiaciuto molto. Anche perché sarebbe stata una buona occasione per socializzare con altre coppie svedesi, anche se in sole due occasioni dubito che sarebbero nate grandi amicizie (conoscendo sia me che gli svedesi...). Insomma, parlandone con Inga, la mia ostetrica, ho capito che la cancellazione dei corsi era limitata al mio vårdcentral (centro di ambulatorio medico del quartiere) che si è scoperto di essere il più popolare della città. Anche se il vårdcentral inizialmente viene assegnato in base al luogo di residenza, si è poi liberi di cambiare, e per qualche motivo dove sono stata assegnata io ha acquisito la fama di essere il migliore di Örebro. Bene a sapersi, mi fa piacere. 
Avrei potuto, quindi, partecipare a un corso pre-parto cambiando vårdcentral, ma nel terzo trimestre non avevo alcuna voglia di cambiare ostetrica. Mi è capitata Inga, una signora sulla sessantina dalla faccia tonda, la voce calma e gli occhi sorridenti. Se mi avessero chiesto di disegnare un'ostetrica sarebbe venuto fuori proprio il suo ritratto. E' stata simpatia a prima vista. Peccato che al parto non ci sarà lei. Non potrà esserci, dato che non lavora in ospedale. Insomma, invece di un corso pre-parto, Inga ha dedicato un'ora in più del suo tempo solo a noi (a me e Gabriele) e abbiamo potuto farle tutte le domande che volevamo. Inoltre, posso chiamarla quando mi pare con qualsiasi domanda (negli orari di lavoro, naturalmente). Finora l'ho chiamata una sola volta, ma è importante sapere che c'è questa disponibilità. 
Comunque, anche i reparti di ostetricia (Förlossningsavdelning) e maternità (BB, che ancora non ho capito per cosa sta esattamente) dell'ospedale organizzano una serata informativa (informationskväll) ogni due settimane, aperta a tutte le coppie in attesa. In pratica è una presentazione di un'ora e mezza in cui due ostetriche spiegano come funziona il loro reparto, che mezzi hanno a disposizione (sale da parto, le diverse opzioni di anestesia e altri servizi offerti dall'ospedale), e rispondono alle eventuali domande. La domanda di cui più mi ricordo tra quelle fatte dal pubblico la volta in cui siamo andati a sentire la presentazione noi è stata se la partoriente poteva avere più di una persona vicino durante il parto. La risposta è stata: possono essere tanti quanti volete, basta che non disturbano il nostro lavoro... Dopo il parto, però, le visite di parenti e amici in reparto non sono ammesse (a parte il padre, naturalmente). Può sembrare una contraddizione, ma secondo me è piuttosto un bilanciamento tra gli interessi della madre (di sentirsi a suo agio il più possibile durante il parto) e delle altre mamme che hanno bisogno di dedicarsi al loro bambino in pace al reparto di maternità senza essere disturbate dal chiasso di famiglie numerose in visita nelle stanze adiacenti. In generale, la mia impressione (decisamente positiva) è che si cerca di mettere la donna a suo agio il più possibile e di assicurarle un ambiente tranquillo e sereno.
(...seconda parte del post prossimamente...)

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