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La mia guerra di fine 2013 di N. Losito

Creato il 06 gennaio 2014 da Nictrecinque42 @LositoNicola

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È ormai pienamente dimostrato che il destino crudele mi riserva, a scadenze quasi fisse, una guerra da combattere. Non si sono ancora rimarginate le ferite della guerra di quest’estate (vedi) che un altro conflitto, altrettanto cruento, è scoppiato proprio a Natale, nei giorni che tutto il mondo dedica al riposo e alla pace fra i popoli.
Questa volta il nemico non è un prato verde pieno di sassi da estirpare ma un avversario altrettanto ostico.

Il mio computer portatile.

Eppure tra me e il Vaio Sony (schermo piatto da 17 pollici, 4 Mega di Ram, Hard Disk da 500 Giga) fino al giorno prima di Natale c’era amore, rispetto e considerazione: sentimenti che consideravo validi per l’eternità.
E invece no. Di colpo Lui mi ha dichiarato guerra con una vocina sorniona e ostile allo stesso tempo: “Adesso ti concio io per le Feste!”

Come è stato possibile che le faccende – tra me e Lui – si siano  deteriorate così tanto da arrivare a un punto di non ritorno?
Ci ho pensato su un bel po’ e, finalmente, ho capito il perché.

A questo punto permettetemi di uscire, per qualche istante, di metafora per parlarvi dell’antefatto. Apro una parentesi perché ritengo giusto e doveroso che tutti voi, uomini e donne, che state leggendo questo post, memorizziate quali sono le precauzioni che si devono prendere per non arrivare mai al punto tragico in cui mi sono trovato io durante le Feste di Fine Anno 2013.
 
È noto che i computer portatili, per definizione, potendo essere spostati da un punto all’altro di una casa, di una città o del mondo, devono essere autonomi in tutto e, principalmente, devono avere un’alimentazione elettrica autonoma. Nelle foreste amazzoniche, questo lo sanno anche i bambini, non ci sono prese di corrente in giro. Per realizzare quest’autonomia, i costruttori hanno dotato i computer portatili (e pure i cellulari) di una BATTERIA agli ioni di litio o al nichel-cadmio, in modo che essi possano funzionare, per ore e ore, liberi da quei noiosi e ingombranti adattatori che trasformano i  classici 125/220 Volts delle prese di casa nel voltaggio molto più basso e più consono al loro utilizzo.

Ebbene, quando si acquista un computer portatile o un cellulare quei furboni dei venditori ti raccontano con orgoglio che la BATTERIA in dotazione dura sei o sette ore, giorni interi, prima di dovere essere ricaricata, ma non ti dicono mai qual è la vita media della stessa e qual è la profilassi da seguire per tenerla in buona salute e non fare sì che essa muoia nel giro di pochi mesi. Le istruzioni, in realtà, ci sono – scritte a caratteri piccolissimi – nel manuale che il produttore del computer o del cellulare rilascia di regola nell’impacco ma che nessuno, dico nessuno, ha mai avuto tempo o voglia di leggere con attenzione…

E così, dopo un anno (a volte, qualche mese) la BATTERIA del portatile (o del cellulare) è da buttare!

Siccome sono un uomo buono (mia moglie, invece, afferma che predico bene e razzolo male) vi  esplicito a chiare lettere cosa fare o non fare per il buon funzionamento e una lunga durata della batteria:

   1.   Un computer portatile non dovrebbe mai essere utilizzato collegato alla presa di corrente di casa tramite l’adattatore, ma sfruttando sempre la batteria in dotazione finché essa non esaurisca la sua carica.
   2.   Il portatile segnala sempre quando la batteria sta per scaricarsi, cioè quando si è vicini al 10-20% della sua carica. A questo punto occorre collegare il computer – tramite lo specifico adattatore – alla presa elettrica per ricaricare la batteria e “staccarlo di nuovo quando la batteria si è ricaricata al 100%”.
   3.   Dopo una trentina di cicli di carica e scarica, la batteria dovrebbe essere lasciata scaricare completamente per permettere una corretta ricalibrazione della stessa.

Alzi la mano chi ha seguito scrupolosamente queste tre semplici regolette!

Io no, purtroppo. Per la semplice ragione che uso il portatile come se fosse un computer desktop, nel senso che l’aggettivo “portatile” per me significa “trasportabile” con poca fatica e poco ingombro da una postazione fissa (la casa di Milano) a un’altra postazione fissa (la casa di campagna). Ma penso che molti di voi si comportino come me, o sbaglio?

Quindi, se fossi stato una persona accorta, avrei dovuto da subito togliere la batteria in dotazione e usare sempre e solo l’adattatore per alimentare il portatile. Non l’ho mai fatto per paura che un’improvvisa caduta di tensione (un crash delle rete elettrica) provocasse un disastroso crash nel mio computer rovinando o l’hard disk o facendomi perdere il lavoro di ore non salvato in tempo. In altre parole ho sempre usato la BATTERIA come UPS (dall’Inglese Uninterruptible Power Supply  che in italiano significa Gruppo statico di continuità) cioè un’apparecchiatura in grado di mantenere alimentati gli apparecchi elettrici per un certo periodo di tempo anche in caso di black-out della tensione.

In questa tipologia – parzialmente scorretta – di comportamento, la vita della batteria è molto più breve e bisogna averne a portata di mano una di ricambio già carica da sostituire nel caso si ammalori quella in dotazione. Sfidando la buona sorte io non ho mai pensato di acquistare una batteria di ricambio e così, quando meno me l’aspettavo, la mia vecchia e usurata batteria è stata così dispettosa da defungere con un botto scenografico, distruggendo, al contempo, una parte dell’hard disk interno al computer.

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Quale parte del disco fisso interno si è rovinata?

Ovviamente, rispettando le leggi di Murphy, è deceduta quella più importante, quella che inizializza il portatile e permette allo sfortunato utilizzatore di lavorare anche se l’hard disk interno ha delle tracce non più leggibili o riscrivibili…

Rientrando nella metafora, è chiaro che la mia batteria si è vendicata per averla sfruttata – come tutti i padroni poco lungimiranti – senza mai pensare alla sua salute e alla sua efficienza, lasciandomi di colpo col sedere a terra e rendendomi orfano dello strumento di lavoro proprio quando – nel lungo periodo festivo natalizio –  avevo giurato a me stesso di concretizzare la revisione finale del romanzo che da anni mi trascino inutilmente dietro ovunque io vada a soggiornare per un weekend corto o lungo o durante le ferie estive.

Ricapitolando, la morte del mio portatile è avvenuta il giorno 24 Dicembre, vigilia di Natale, e quando di gran carriera l’ho portato nel centro assistenza più vicino – per puro caso ancora aperto – lo hanno preso in carico avvisandomi, però, che me l’avrebbero riconsegnato nella seconda settimana dell’anno nuovo, sempre che la riparazione potesse essere effettuata con un costo ragionevole, visto il suo attuale stato disastroso. Ah, ho dimenticato di dirvi che il portatile, al momento della consegna, fumava ancora ed emetteva un suono molto simile a una risata sardonica!

Visto che stavo per mettermi a piangere dalla disperazione, il tecnico informatico con cui stavo parlando ha avuto pietà di me e mi ha promesso che avrebbe tentato di ripararlo nei ritagli di tempo concessigli dal noiosissimo inventario aziendale di fine anno e che mi avrebbe telefonato subito qualora fosse riuscito a farlo rivivere.

Giuro, lo avrei baciato e abbracciato se non avessi avuto timore che le mie buone intenzioni venissero fraintese…

Nessuno ci crederà ma, in realtà, sotto diversi aspetti io sono un tipino previdente: infatti tengo sempre una copia aggiornata dei miei documenti su un hard disk esterno e quindi dei miei lavori pregressi avrei perso poco o nulla. A  spaventarmi era l’idea che,  nell’eventualità che il tecnico avesse riportato in vita il mio vecchio portatile, avrei dovuto – nella peggiore delle ipotesi – reinstallare i cento e passa software accumulati negli anni e che normalmente utilizzo per i miei lavori informatici. Per un fancazzista laborioso come il sottoscritto ciò avrebbe significato giornate e notti intere a guerreggiare con le idiosincrasie dei computer, a volte restii ad accettare i miei comandi e a capire le mie urgenze elaborative. Addio, in ogni caso, al riposo natalizio del guerriero, ai sonnellini post prandiali, addio – soprattutto – alla revisione finale del mio ultimo romanzo in stand-by da anni…

Com’è poi finita la faccenda?

Il tecnico informatico ha fatto miracoli e, nel pomeriggio del 30 di Dicembre, mi ha restituito il prezioso portatile dotato di una batteria nuova di pacca, di un nuovo e più capiente hard disk interno e con il SOLO sistema operativo Windows 8.1 funzionante, chiedendomi, in cambio, 150 bigliettoni per la sua bravura e gentilezza.

A questo punto che dirvi?

Vita da Nerd

La guerra tra me e il portatile, iniziata alla vigilia di Natale, è entrata nel vivo delle ostilità il giorno prima della fine dell’Anno 2013. Da quel momento è toccato a me agire in prima persona per ripristinare i tanti attrezzi che servono a un videoamatore artigianale, a un amante della musica, a uno pseudo scrittore della domenica, a un blogger con scarsa inventiva, a un maldestro disegnatore di fumetti qual io mi ritengo. Confesso che, pur essendo un esperto (?) di computer, ho avuto grossi problemi a reinstallare alcuni vecchi programmi: volete un esempio?

Per far funzionare di nuovo la suite Adobe (Acrobat Writer, Photoshop, Premiere, Dreamweaver, Fireworks, Flash Professional, Illustrator, InDesign, After Effects, un vero gioiellino del 2008) ci ho impiegato sei ore di fila!!!

Per la cronaca: seppur con le borse agli occhi, un mal di testa da primato e la schiena a pezzi, ho vinto la mia guerra con il portatile (cioè sono ritornato operativo in tutto e per tutto) il giorno 3 Gennaio 2014 e da oggi in poi… sono ca**i vostri: presto, infatti, ricomincerò a imperversare nel web con il mio amato blog…

ROFL_C~1

A meno che la Befana non mi riservi altre sgradevoli sorprese…
Nicola

Crediti: Le prime due immagini presenti nel post odierno non sono mie, ma le ho trovate su Internet e ai rispettivi autori va il mio più sincero apprezzamento. Il blogger impazzito che batte freneticamente sulla tastiera l’ho prelevato dal sito Meme-Italia: un sito dove immagini .gif spiritose come quella ce ne sono a migliaia.
 


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