Io e Londra abbiamo una strana storia. E' stata per anni la mia "bestia nera", e ho cominciato ad odiarla prima ancora di andarci.
Il problema è che per una serie di sfortunati eventi prima di agosto 2012 non ero mai riuscita a volare oltremanica: rimandi, ferie saltate, viaggi annullati. E quindi mi sono sentita dire questa frase almeno 300 mila volte:
"Sei stata in Cina (Giappone, Thailandia, USA... ogni volta era uno stato diverso) e non sei mai andata a Londra? Ma come è possibile?! [risata]".
No, non ero mai stata a Londra e quindi?
Non sono mai stata in Puglia, se proprio vogliamo dirla tutta.
E questo, ad oggi.
Alla fine arriva il giorno, prendiamo un volo, andiamo a trovare degli amici di Gianni che sarebbero poi diventati pezzi integranti della mia vita più di quanto potessi immaginare; e io parto già un po' scocciata, perché la capitale inglese è una di quei posti dove "vanno tutti" e tutti dicono "uff, chepppalle, ci vanno tutti, è troppo mainstream, e poi è la città più cara d'Europa".
Ma è ancora là, piena di italiani.
Ed è bellissima.
Londra avrà il suo fascino con la pioggia e il tempo ugguioso, ma l'avete vista con il sole?
Io sono riuscita a scottarmi la fronte e il naso, facendo un giro sul Tamigi in battello, partendo da Richmond e arrivando in centro.
Perché quando arriva la primavera i prati sono più verdi e i rossi delle porte sono ancora più rossi, e tutti gli stereotipi, quelle porticine, le case a schiera, i cagnolini portati a spasso dalle belle signore vestite bene anche la mattina, Portobello e Notting Hill, i mercatini che vendono cupcake e cartoline vintage (old Spitafields Market rules!)... Beh, quando arriva la primavera, sembrano tutti ancora più veri.
Con un afternoon tea come si deve, chiunque, anche il cuore più insensibile, si può innamorare di Londra.
A Londra i musei sono gratis, e per una appassionata come me è come buttarla in un negozio di caramelle gommose con una borsa di plastica del conad e dirle "vai, prendi tutto quello che vuoi, è gratis, è tutto per te".
Mi piace sempre pensare che se vivessi a Londra, in un momento di tristezza e sconforto potrei entrare alla Tate Britain e farmi consolare e distrarre da un Turner, e poi magari fare un giro alla Tate Modern per farmi tornare il sorriso guardando in silenzio un Monet o un Van Gogh...Entrando e uscendo dai musei come e quando voglio. Beh, è un pensiero che mi fa bene anche da qui, immaginandolo e a mille chilometri di distanza.
A Londra ho mangiato per la prima volta thailandese vero fuori dalla Thailandia, e indiano vero fuori dall'India, bevuto una serie di bubble tea, mangiato fish and chips a diversi livelli, provato tantissime catene diverse e comprato un libro che consiglia tutti i migliori afternoon tea della città.
Sono entrata in mille librerie, la mia preferita, a Notting Hill, fatta di soli libri di cucina.
E siamo entrati quando già avevo una borsa piena di libri usati, pagati pochi pounds.
Ho sempre dormito a casa di amici tranne una notte, in cui ho provato l'esperienza "da giovane" dell' ostelli%20a%20Londra">ostello a Londra, oltretutto prenotandolo su ostelli%20a%20Londra">hostelclub.com, un servizio di prenotazione molto carino che ho scoperto essere tutto italiano (e facciamo girare sta economia senza alimentare solo i big, no?), anche perchè oltre ad avere vantaggi e sconti se si fanno più notti, ti fa venire la voglia di andare a Londra con post super carini di idee alternative - il mio preferito, attualmente, è questo, che segnala i Library Bar della città ...praticamente un elenco di posti ideali per me. Cocktail e Libri. A Londra, oltretutto. A parte tutto, lo consiglio.
Gli ostelli londinesi non sono mai il massimo, ma la qualità ultimamente sta salendo.
Molti hanno la colazione, e tra pane, montagne di burro e marmellata di arance, spesso ti ritrovi la Marmite.
Orribile al mio palato. Dado da brodo spalmabile. E gli inglesi ne sono entusiasti.
Abbiamo dormito in un ostello perché i nostri amici si dovevano sposare e casa loro era già invasa da persone e parenti, ma finito il tutto, ce l'hanno lasciata e noi siamo stati per una settimana a fare i londinesi, in un freddo e umido giugno in cui l'unica giornata di sole pare essere stata per quel matrimonio alla Pembroke Lodge, perché evidentemente, se la meritavano tutta.
Londra è piena di parchi bellissimi, ad Hide Park gli scoiattoli vi faranno compagnia, a Richmond saranno i cerbiatti. Che oltretutto non sono neanche troppo spaventati.
Faccio fatica a parlare di Londra, perché è diventata in un batter d'occhio sinonimo di famiglia e di casa, perché gli amici, quelli veri, sono famiglia.
E più che consigliarvi dove mangiare, o cosa fare, mi piacerebbe trasmettervi la sensazione che si può provare su quelle strade in cui bisogna guardare prima a sinistra e poi a destra.
Londra (hotel e trasporti a parte) non è poi così cara, però bisogna fare lo sforzo di cercare un po'.
Perché a volte con 10 pound puoi farti un pranzo completo, e sul bilancio generale di una vacanza le cose gratis che si possono fare incidono fortemente su una media generale.
A Londra ho avuto la sensazione di poter scegliere.
Scegliere di essere chi voglio, scegliere di vestirmi come un punk anni '80 o di essere una persona anonima che guarda semplicemente passare la vita degli altri.
Mi sono messa a lavorare col pc in uno Starbucks, con la mia tazza di tè ormai finita da tempo, e nessuno che si lamentava che il mio caricabatteria fosse attaccato alla loro corrente.
Ma ad essere sincera buona parte del tempo l'ho passata a guardare gli altri, quel mondo a due passi da St.Paul fatto di ordini abituali e italiani "cappuccino e brioche". Mi piace guardare le persone. La loro vita che scorre accanto alla mia.
Forse anche questo mi piace dei viaggi senza troppa fretta, quelli che nel mio mondo sono piuttosto rari.
Prendere parte a quel mondo che non è mio, ma lo diventa in un attimo.
Ho un ricordo, di una sera londinese, in cui abbiamo deciso di fare un giretto a piedi che poi è diventato un "prendiamo le bici " ed è finito in un "cioè, abbiamo fatto 20 km?!", che è una delle bellezze che mi porto dietro nei momenti in cui metto in fila i "sono fortunata perché".
Immaginatevi quattro ragazzi, che pedalano a perdi fiato per le vie di una Londra silenziosa (quella che di giorno, nei quartieri finanziari, è una bolgia), attraversando ponti, facendo gare, foto, confronti del genere "la mia bici è più lenta della tua, non sono io"...
L'unica tappa a Kensington, da Whole foods per prenderci un dolcetto.
Le persone normali si sarebbero presi un sacchetto di biscotti, una brioches o quanto di più simile a qualcosa di solido.
Noi no.
Noi abbiamo optato per un bicchiere pieno di crema, panna e frutta. Con 10 cucchiaini di legno perché non si sa mai.
Il bicchiere era nel mio "cestino" (quello stupido spazio davanti alla bici), e ad una frenata troppo brusca il barattolo è partito, volato, catapultato 10 metri più avanti ed è semi esploso. Panico negli occhi degli altri.
Il barattolo come il vaso antico della Montenegro andava salvato. O meglio, mangiato subito.
E quindi, ecco noi quattro, su un marciapiede che costeggia il Tamigi che in un venerdì notte con un London Eye che illumina i ricordi... Beh, eravamo lì, ridendo felici, a strafogarci di panna e lamponi, Quello che si era salvato. Più o meno.
Fatico a parlare di Londra, perché per me è carica di ricordi fatti d'amore e amicizia, e ha perso quella connotazione di viaggio o vacanza che caratterizza tutti gli altri posti.
E' un po' come andare a trovare un parente lontano: visiti tutto quello che c'è da vedere, e le volte successive il centro del tuo viaggio è la compagnia, e la città, non è più sfondo ma diventa parte integrante del gruppo.
Di questa città è già stato scritto tutto, dai l ocali, ai parchi, a dove fare cosa. E' magica. Non c'è dubbio.
Londra ha il dono di essere personalizzabile, ognuno ha un ricordo suo, sempre diverso: affascina per motivi che non sono mai standard. Parigi è romantica, Barcellona è divertente, Budapest è ferma nel tempo, Napoli è incasinata.
Londra è... Londra.
La mia Londra è fatta così. La vostra?