aprile 28, 2011 By Paolo
Sono le 22.00 di una giornata che era partita come tutte le altre. Ma è diventa una giornata da incubo. Marrakech è stata ferita a morte, direttamente al cuore, da un vile e codardo atto terroristico, si presume di matrice islamica. La mia Marrakech piange i morti di questa triste giornata grigia, ed è attonità, gli sguardi persi dei commercianti e dei passanti che ho visto intorno alla Place ne sono la conferma. La mia Marrakech scopre la violenza suicida di un kamikaze, nessuno l’avrebbe mai potuto immaginare. Nessuno. La Place Jemaa El Fna, simbolo di questa splendida città, non sarà mai più la stessa. Certe ferite restano dentro, per sempre. Questa sera, per la prima volta da secoli, non ci saranno i banchi dei ristoranti open air, un Festival dell’Unità perenne, come li chiamo io; nessuno monterà i tavolacci e poserà le sgangherate sedie sull’asfalto pieno di ricordi, di immagini serene, di vacanze. Non ci saranno le centinaia di lampadine che erano già da sole il simbolo di festa, e quale festa più bella non si svolge davanti ad un piatto? La Place, la mia Place, compagna di tante ore solitarie davanti ad una harira calda, persa nel suo delirio di persone, solitaria nella sua allegria, monumento di vite che l’hanno attraversata, da secoli. Jemaa el Fna significa” raggruppamento dei morti” e nella leggenda era teatro di truci uccisioni. Oggi la fantasia ha superato la realtà. Sono triste, choccato da tanta crudeltà e da tanto fanatismo suicida. Vorrei svegliarmi da un sogno, un brutto sogno, ma la realtà è questa, che si voglia o no. Tutti quanti ci rimboccheremo le maniche, per ricostruire quell’affidabilità che era l’arma vincente del Marocco, uno dei rari paesi rimasto indenne dalle rivolte in corso nel Maghreb. Hanno voluto spegnerlo questo splendido Marocco, annullarlo, soffocarlo, ridurlo al silenzio. Ma non ci riusciranno, i marocchini reagiranno, come hanno fatto dopo gli attentati di Casablanca del 2003, con forza e dignità, da sempre armi di questo meraviglioso popolo. Ho pianto oggi, la rabbia mi ha divorato il cuore e annebbiato la mente pensando a questo scempio, a questi morti innocenti, alle conseguenze che pagheranno tutti i marocchini perbene e onesti. Non abbandonateci, non abbandonate tutti questi marocchini perbene e onesti, che vivono di voi, della vostra vacanza spensierata, delle vostre allegrie e dei vostri dissappunti. Il Marocco è sempre lo stesso, ama i turisti e farà tutto il possibile per punire questi infami che in nome di un Dio che non li riconoscerà mai, hanno ucciso persone innocenti e scaraventato tutti noi in un baratro di incertezze. Questa sera anche il cielo di Marrakech sta piangendo, lacrime di nuvole, che si uniscono alle nostre e che abbracciano tutta la città.