Magazine Cucina
Sanremo è iniziato da 2 minuti e già mi sono annoiata. Boh, sarà la trama scontata, le scenette che non si capisce se sono preparate o no, le frasi fatte, le frasi fatte, le frasi fatte. Che poi Sanremo non l'ho mai guardato, se non si conta l'esibizione di Elio e le Storie Tese dell'anno scorso, che però sono andata a cercare su Youtube, quindi non so se vale. E non perché non mi piace la musica, io ci vivo quasi. O di sicuro ci vivevo quando ero più piccola, io e i miei cd e il mio lettore cd eravamo una cosa sola. Poi non che mi piacesse questa musica raffinata, io ero una mezza punk che in definitiva ha imparato l'inglese per il 5% dal suo attempato prof siciliano che durante i compiti in classe leggeva il suo giornale “Sex after 60” e per il restante 95% da canzoni incazzose e interviste dei miei amati cantanti (alcuni morti, altri mezzi vivi).
Probabilmente ero una di quelle che adesso verrebbe definita “nerd”, termine che in questi anni ha un'accezione anche positiva, ma diciamocelo, in pratica ai miei tempi, in cui le usanze americane non erano ancora penetrate così a fondo nelle nostre vite, si usava un termine più pregnante: “sfigata”. Stavo in camera ad ascoltare musica, tradurre canzoni, ascoltare musica e tradurre interviste. La prima volta che sono stata a Londra ho quasi pianto quando ho potuto comprare un cd dei Sex Pistols nella città di nascita del mitico Johnny Rotten, anche perché c'era sopra una bella etichetta con il prezzo in sterline. E per una ragazzina di 13 anni di qui tempi, era un grande vanto quello di sfoggiare un cd del genere con il prezzo nella valuta Johnnyrottaniana. Ahh, potessi provare ancora emozioni forti come quelle di quegli anni!
Certo che il mio amore per la musica punk-rock non era esattamente apprezzato da tutti. Mia madre e mio padre sono sicura che pensavano che fossi matta e che ascoltassi per ore la stessa “canzone” priva di note, solo del rumore indecifrabile. Mia sorella probabilmente pensava di dividere la camera con una pazza (infatti non ci stava quasi mai). E i miei vicini... bè, probabilmente non se ne sono andati solo perché non erano in affitto e vendere la loro casa forse era eccessivo. Perché oltre ad ascoltare la musica io la cantavo, a squarciagola. E tanto basta per farvi capire che o i vicini erano persone molto tolleranti, o erano sordi, o i muri di casa dei miei erano spessi un paio di metri, riempiti da isolante.Ma saltiamo di palo in frasca, come al solito.
Il Buttered Mashed Potatoes ve lo devo spiegare? Ma poi chissà se tutto questo amore che ho per Jamie è un piccolo residuo dell'amore che avevo per Johnny? Inglesi, biondi, rockstar nel loro campo... Campi leggermente diversi, che c'entra, ma si sa che la mente fa sempre strane associazioni. Stavo ancora divagando... dicevo, dai, il purè lo sapete fare, no? In realtà non dovete nemmeno fare il purè: bollite le patate (acqua salata, mi raccomando sennò fanno schifo!), schiacciatele e metteteci un po' di burro, a piacere. Che quando nelle ricette dice “burro a piacere” (cosa che capita raramente ma capita) io la leggo sempre nello stesso modo: mi si sta dando la possibilità di scegliere di che morte morire. Io scelgo il burro.Ah si, mettete anche un po' di noce moscata. Non troppa, sennò iniziate a vedere draghi verdi in cucina che si divorano il vostro prezioso burro.
Per l'Houmus (o Hummus) invece cuocete dei ceci oppure usate il metodo rapido: supermercato, ceci pronti in scatola, aprite la scatola e scolate. Poi, frullatore: aglio, ceci, cumino, un cucchiaio di tahin (la pasta fatta con i semi di sesamo che crea dipendenza) e peperoncino. Frullate, frullate. Poi vedete voi, sale e pepe, olio, regolatevi se lo volete morbido o più consistente, in caso aggiungete un pochino di acqua. Jamie non può far altro che consigliare un po' di succo di limone, io per una volta non ho seguito il suo consiglio. Scusa Jamie, ma il limone in quella roba proprio no!
Ho blaterato abbastanza anche per oggi, quindi alla prossima!
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