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La mia musica sei tu di Alessandra Angelini

Creato il 21 settembre 2015 da Anncleire @anncleire

La mia musica sei tu di Alessandra Angelini

Tutto si muove, i corpi si allontanano. In un universo in piena espansione, anche noi eravamo destinati a separarci?

“La mia musica sei tu” è il romanzo d’esordio di Alessandra Angelini, una scrittrice alle prime armi ma che di certo sa il fatto suo. Quando mi ha contattato per leggere la sua creatura ho un po’ titubato perché non pensavo di aver tempo, ma poi, la mia proverbiale curiosità ha preso il sopravvento e sono molto felice di contribuire al battesimo del fuoco nel mondo del selfpublishing e di amazon, il giorno dell’uscita, oggi 21 settembre, con la mia recensione.  

È difficile essere all’altezza di un padre che è un’istituzione. Lo è per Isabella, cresciuta in una famiglia dove dimostrarsi inappuntabile non è una scelta, ma un dovere. Essere quello che gli altri si aspettano però non è sinonimo di felicità. Il tradimento del suo fidanzato storico le fa capire che è arrivato il momento di dare una svolta alla sua vita, trasferirsi a Bologna e cambiare sede di studi sono i primi passi in questa direzione. In una notte che cambia tutto, Isabella conosce Denis, estroverso, vitale, l’antitesi del suo mondo. E in quella notte con lui, infrange tutte le regole. Tatuato e batterista in una punk rock band, i Bad Attitude, Denis non è il genere di ragazzo che possa portare a casa. Ma quando lui è l’unica persona che ti fa stare bene, ti fa sentire giusta, cosa sono le convenzioni? Quando i problemi con la band e una famiglia invadente si fanno seri, l’amore e la passione per la musica basteranno ad aiutarli a realizzare i loro sogni?

In un mondo editoriale sempre più saturo di storie è bello riuscire ancora a sorprendersi per una storia ben scritta, che pur calcando i palcoscenici di altre mille storie simili, pure brilla, per regalare al lettore un bel sospiro. Ed è questo che fa la differenza tra il successo e l’insuccesso, la capacità di giocare con gli elementi a disposizione, e riuscire a mettere insieme una trama convincente e personaggi ben caratterizzati. È strano, perché poi la musica fa davvero costantemente parte della nostra vita, è davvero il soffio vitale che assicura una serenità insperata in molti campi. È Isabella  che racconta la sua storia in prima persona offrendo uno spaccato dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti che si perdono nelle esperienze di vita che la vedono protagonista. Quando torna a casa dopo la rottura con il fidanzato, si rende conto di essere stata sempre bloccata in un limbo fatto di ricatti morali e incomprensioni, di scelte dettate da un padre autoritario e la consapevolezza di non essere mai all’altezza. Isabella ha grandi sogni e prospettive alte, dettate dalla sua ambizione di fare il medico e la sua ricerca della serenità. Abituata da sempre ad abbassare il capo e a fare quello che la sua famiglia si aspetta da lei, non sa quanto un incontro possa cambiarle la vita. Isabella non è gli assensi al volere del padre e l’incontro con Denis è la dimostrazione che lei è molto di più di un elemento da incasellare nei disegni politici del padre, è una ragazza di una fragilità sconvolgente, e di una forza invidiabile, che non si arrende di fronte alle difficoltà, che cerca l’amore e lo coltiva, ma che in un certo senso non riesce a liberarsi, non fino in fondo, e non all’inizio per lo meno, dalle suggestioni mentali che la sua famiglia le ha rifilato per anni. Isabella vuole di più e scalpita per dimostrarlo anche al ragazzo che le cambia l’esistenza. Non è solo una romance questa, che pure ha una parte importantissima, ma è anche la storia della crescita di Isabella, quel suo liberarsi dalle catene mentali, da quella violenza psicologica che tanto l’hanno segnata. Isabella è una donna che deve capire che non solo può farcela da sola, ma che la sua indipendenza non viene minata se chiede aiuto, che amare è anche un sinonimo di guarigione.

Dall’altra parte c’è Denis, che per una volta non è il cattivo ragazzo da redimere, è uno che prende la vita come viene, che vuole avere successo, che ha un sogno, una passione, un intento. Denis potrebbe apparire anche poco serio, ma la sua volontà e bravura sono innegabili. Essere un batterista poi è abbastanza originale, di solito ci si concentra su cantanti e/o chitarristi che stanno in piedi davanti al palco. Invece Denis riesce ad essere affascinante, agli occhi di Isabella, anche stando seduto dietro la batteria. È un tipo che non ha paura di rivelare i suoi sentimenti, che si approccia a Isabella con gioia e intento e che si impegna, ogni giorno, per far funzionare la loro storia anche quando la ragazza scappa, anche quando tutto sembra perduto.

Il mio personaggio preferito però, sorry, resta Julienne, il cantante del gruppo, che con la sua fragilità mi ha colpito profondamente. Perché è vero non basta non avere problemi per essere felici, basta poco per essere consumati dalla disperazione. Jul si lega particolarmente ad Isabella con la quale condivide un buco nero all’altezza del cuore e con cui affronta uno dei periodi più difficili della sua vita. Insieme, cercheranno di uscirne fuori, con una nuova consapevolezza e la certezza di non essere da soli.

La musica riveste un ruolo importantissimo all’interno della vicenda, non solo perché il protagonista è il batterista dei Bad Attitude, il che li porta a zonzo a suonare e in studio di registrazione per consolidare il loro successo, ma offre lo spunto per accompagnarsi con la musica rock, facendone un coprotagonista importante. La musica non solo fa da colonna sonora, ma è anche una delle colonne portanti del romanzo, emozionando il lettore, mentre scopre alcuni retroscena di un concerto. Il che fa venire voglia di partecipare ad uno dei concerti dei Bad Attitude. L’ambientazione, tutta italiana, spazia da Roma a Milano, passando per Bologna dove vive Denis e dove Isabella si trasferisce per finire medicina e dove capita di tutto un po’.

Il particolare da non dimenticare? Un video musicale…


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