Ultimamente ho scritto poco…in parte perché non ho internet cosa che mi spinge ad uscire di casa nonostante il freddo porco (se volete mettere una nuova linea telefonica non fate Fastweb che passano mesi senza attaccarvi internet)…in parte perché mi sono successe tante di quelle sfighe in 3 settimane che dovrei essere apposto per i prossimi quattro o cinque anni.
Nell’ordine…mi è stato rubato il pc, mi hanno sfondato un finestrino della macchina e rubato qualsiasi cosa ci fosse compresi i miei appunti del TFA, mi si è rotto il telefono, si è rotta la porta della doccia e non si sa se si può aggiustare e nel frattempo il ferramenta mi ha detto “usala poco” tipo “Signorina per cortesia puzzi!” e ho parcheggiato la macchina in un parcheggio di un negozio che ha chiuso quindi sono restata a piedi al freddo e senza potermi fare una doccia calda quando, congelata, sono tornata a casa.
Cose risolvibili, direte voi, certo ma se vi accadono tutte in due settimane magari un po’ il culo vi tira. Così questi accadimenti mi hanno trascinata nel solito limbo di pensieri e riflessioni in stile “cos’avrà voluto dire?” per non parlare della tristezza e della malinconia. Tutti tratti tipici dell’ariete che che ne dica Paolo Fox.
La riflessione ha preso è partita… per la prima volta dopo tanto tempo, mi sono sentita sola e non parlo di quella solitudine perché non hai nessuno o la lagna perché non hai un fidanzato…in fondo un fidanzato non mi è mai mancato davvero, non ne ho mai sentito la necessità, no, io vivo bene da sola e sono straconvinta che un amore sia un valore aggiunto, no, io parlo di quella solitudine che può essere colmata solo da “la tua persona”. Per i non seguaci di Shonda Rhimes (autrice di Grey’s Anatomy e Private Practice n.d.a) il termine non sarà così consueto. La tua persona è quella che scegli per esserci sempre, quindi tendenzialmente non scegliete un marito perché l’esperienza insegna che ci si può divorziare, la tua persona è quella su cui poter contare, quella che capisce dal tono della tua voce se un no significa sì, quella che non importa se dici che stai bene o che vuoi stare a casa a bere da sola te la trovi sotto casa e ti costringe ad uscire, quella che puoi chiamare alle 3 di notte piangendo perché il ragazzo di cui sei innamorata ha postato su facebook una foto in cui ci sono delle ragazze e stai impazzendo e vuoi sapere chi sono, quella che ti accompagna in una balera a centinaia di kilometri di distanza perché ti sei innamorata di uno che suona liscio, quella che ti tiene la mano quando ci sono i fulmini perché conosce le tue paure meglio di te.
E qui la mia riflessione ha preso un’altra piega. Tutte le cose che mi sono state portate via erano un ricordo di Gian…un computer con dei tasti rotti e poco valore ma pieno di foto nostre, dei filmini delle vacanze, delle conversazioni e delle canzoni….un navigatore satellitare che mi perculava portandomi in qualsiasi posto tranne in quello richiesto…
La riflessione è diventata “e se Gian volesse darmi un segno?” io ce l’avevo la mia persona, tutte queste situazioni assurde successe in questi giorni sarebbero state la gag dell’anno con la mia persona accanto. Avrei trovato la macchina rotta e avrei chiamato Gian in lacrime, sarebbe venuto da me anche se gli dicevo di no, mi avrebbe portata a bere aspettando la riparazione e quello non sarebbe più stato “Il giorno in cui mi hanno rubato in macchina” ma “Il giorno in cui andammo sbronzi dal meccanico”.
E se Gian mi stesse dicendo che devo ricominciare a vivere e smettere di sopravvivere senza emozioni come mi succede da quella maledetta domenica di settembre? Già…ricominciare a vivere…perchè infondo anche questa cosa che non ho bisogno di nessuno non è vera…già…non sono mai stata innamorata…non ne avevo bisogno…le mie tragedie amorose si sono sempre concluse con frasi mitiche finite negli annali quali “ma prendi il tuo cuore e cacaci dentro”, “senti ma che vuoi parlare? Non ho tempo da perdere ho un locale da aprire!” e “Forse è il caso che tu vada da uno psicologo”…poi il gelo dentro di me…così impegnata a tenere tutti i pezzettini in cui mi ero sgretolata insieme da non lasciare entrare neanche il minimo spiraglio di contatto umano, così infinitamente cristallizzata da avere paura che anche il battito d’ali di una farfalla potesse causare un terremoto…
Quand’è stato che ho smesso di credere all’amore? Come ho potuto, io, diventare Elsa dei ghiacci chiusa nel mio castello incantato cantando da sola? Ma se ho sempre sostenuto che un duetto poteva anche essere una canzone di merda ma lo canteremo sempre (il mio pezzo forte al karaoke è “Turuturu”)?
Forse è questo il messaggio che mi sta mandando? Devo lasciarlo andare? Pensare di andare avanti da sola…per la prima volta queste parole mi riecheggiano nella mente…per la prima volta ne colgo l’essenza. Tutti dovrebbero avere la propria persona. Non è giusto vivere senza. Ma non si può neanche non vivere perché la propria persona non c’è più, anche se, se mai dovessi ri-avere un migliore amico gli chiederò, per piacere, di non morire mai!
Ma come si fa a trovare la propria luce se non hai chi te la tira fuori? Questa è la difficoltà cari amici…perchè quando hai qualcuno accanto inciampi ma non cadi….
Ad ogni modo, Gian, penso di aver colto il messaggio, i segnali possono bastare, grazie! Sarà tra i miei obbiettivi del 2015, provare di nuovo dei sentimenti, di qualsiasi tipo, dalla rabbia, alla gioia, all’amore e anche la sofferenza amorosa, perché no, potrei inventare qualche nuovo tormentone di chiusura di una relazione!
Lasciarmi andare per lasciarti andare…
E ritrovare la forza anche senza di te, perché quella me l’hai lasciata, non l’hai portata via con te.
Ritrovare il coraggio di essere autoironica…perchè sotto sotto un motivo c’era se il chitarrista del balcone di fronte, infatuato di me (eh si…c’è stato un tempo in cui non ero lo sponsor non-ufficiale dell’Algida e gli uomini si infatuavano anche di me), mi cantava “Ridere di te” da un palazzo all’altro…
Buoni propositi del 2015: essere pronta a raccogliere i miei pezzi di vetro (citazione troppo sottile e per cui mi batto il cinque da sola).
Buon anno a tutti e che abbiate buoni propositi che vi innalzino nelle stelle.