La mia PrimaVera Politica

Avete mai provato ad accostare tra loro alcune parole? Ad esempio per comunanza di suoni o per semplice associazione di idee? Ho provato ad usare questo meccanismo con la parola politica. Si esatto, politica. E le cose che mi sono venute in mente, così senza pensare, sono state “Stato” , “lavoro” , “Paese” . Peccato che per molte altre persone, soprattutto giovani, le parole collegabili a politica siano “vecchio”, “noia”, “delinquenza”, “interessi personali” e l’elenco potrebbe continuare.

Mi sono chiesta perché si sia arrivati a questo punto.  Perché la politica non sia sentita come uno strumento utile, sicuro, una garanzia di libertà, oltre che una possibilità di discussione, ma sia avvertita piuttosto come l’argomento da evitare, come ciò di cui non si deve parlare.

Perciò, cos’è la politica? Bella domanda. Essa rappresenta un concetto tanto comune da essere, a mio parere, entrato ormai in disuso.

Il dizionario della lingua italiana definisce infatti la politica come : scienza e arte di governare lo Stato, la cosa pubblica.

Leggendo questa definizione ci si accorge che ben poco di artistico è rimasto nelle vene dei nostri politici. Penso occorra andare ben più in profondità. In una società in cui la frenesia, la fretta e la diffusa indisposizione a riflettere dilagano, occorre fermarsi, guardarsi intorno e rimboccarsi le maniche. Serve imparare nuovamente a fare buona politica, con la memoria del passato ed uno sguardo al futuro, senza dimenticare di tenere i piedi ben piantati nel presente.

Ecco perché ho deciso di intraprendere questa strada, la strada della discussione e della trattazione ( se pur nel mio piccolo ) della cosa pubblica, del nostro territorio, della nostra gente.

Penso che i giovani come me dovrebbero accorgersi di quanto sia importante fermarsi a pensare su ciò che sta accadendo al nostro Paese, su ciò che accadrà alle nostre vite.