La mia soddisfazione è vedere il volto delle persone che si rivolgono a me piene di entusiasmo e gioia.Questo è il mio più grande successo! Non sono brava a fare i conti, forse non so nemmeno promuovere un evento sui social. Ma una cosa la so fare, con passione. Incoraggiare le persone. Accompagnarle, come una guida di montagna.Proprio come nel caso di Faffo.
Francesco, detto Faffo, chiede il mio aiuto perché sta attraversando un periodo down della sua vita. All’ insoddisfazione di vivere un matrimonio non per amore ma per dovere, si aggiunge anche una profonda crisi lavorativa.
La sua autostima è davvero a terra. Non vede come possano cambiare le cose. Per di più comincia a manifestare una forte insofferenza a contatto con la gente, poiché si sente osservato, deriso, avvicinato con sufficienza. Il percorso che affrontiamo serve da una parte a fare “pace” con alcuni episodi del passato: l’abbandono del padre, la madre oppressiva, un figlio avuto prematuramente da una donna che non ha mai amato, un lavoro precario.La rilettura degli eventi non è mai facile. Chi pensa di intraprendere un qualsiasi percorso per cambiare le carte in gioco, si sbaglia di grosso. Il passato non cambia, noi non cambiamo. Tutt’ al più possiamo rivisitare quei luoghi e attraversarli con una consapevolezza diversa. Possiamo osservare particolari che non avevamo preso in considerazione, allargando perciò il nostro campo percettivo, ridefinendo i confini. Ecco che lo stesso evento, visto da una prospettiva diversa, assume un significato diverso. Ma in quel viaggio ci sono le emozioni. E funziona solamente se abbiamo la completa disponibilità a tenerci la pancia per affrontare le paure e le insicurezze.Faffo credeva di essere malato. Credeva che per lui non fosse possibile possedere una vita soddisfacente per una sorta di condanna karmica che avrebbe dovuto espiare. La colpa del padre ricadeva sul figlio. E poiché questo figlio non voleva essere come il padre, mirava alla perfezione. Ma puntualmente si scontrava con i limiti della gente comune, compreso i suoi.Ogni errore veniva vissuto come un fallimento esistenziale.Fino a quando una luce è apparsa. Ho scommesso su Francesco.Ho sempre pensato che l’errarenon è solo umano, ma è anche un cammino - errare come viaggiare – che dobbiamo attraversare in profondità per risalire.L’educazione degli adulti serve a questo. Apprendere un altro modo di sentire le cose della vita, fino a quando un nuovo sapore non prende il posto di quello vecchio. O ancora meglio, quando i vecchi ricordi non ci fanno soffrire più come un tempo, ma diventano eventi che ci fortificano e ci rendono grandi querce.L’altra sera un messaggio su WhatsApp e in allegato una foto: “ Diploma di cuoco professionista” conferito dall’ Accademia Italiana Chef e un messaggio di ringraziamento.Le persone sono spiriti meravigliosi e ascoltandole si scopre tanta umanità.Rileggendo il messaggio provo gioia e una profonda soddisfazione nel aver accompagnato per un tratto di strada quest’anima confusa che oggi è sicuramente un po’ più consapevole di sé.