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La miglior letteratura romena del 2011

Creato il 21 ottobre 2012 da Sulromanzo

Anche la Romania, come l’Italia per lo Strega, ha tenuto il fiato sospeso in attesa dei risultati e il mondo della letteratura ha tremato con l’emozione in gola mentre dai microfoni, il presidente dell’Unione degli Scrittori Romeni, Mircea A. Diaconu ha affermato che «i premi sono omaggi per la letteratura. E una giuria può anche sbagliare, ma la vita non sbaglia».

Con queste parole di introduzione, il premio per l’esordio letterario, nel corso della cerimonia di premiazione a Bucarest, è stato vinto, ex equo, dall’ancora studentessa Gabriela Gheorghisor, per il volume Mircea Horia Simionescu. Il disincanto e il feticcio della letteratura, apparso per il Museo della Letteratura Romena e da Alex Goldis per il volume La critica in trincee, edito da Cartea Romaneasca.

Il premio per la letteratura nelle lingue minoritarie nazionali (l’ungherese) è stato ricevuto da Egyed Emese per l’opera Briszéisz, pubblicata da Erdélyi Híradó Kiadó. L’opinione pubblica non ha saputo resistere alla tentazione, e qualcuno ha mormorato che l’iniziativa sarebbe benvenuta se le case editrici si occuperebbero di tradurre poi in romeno i volumi vincitori, visto che la maggior parte del pubblico in sala non avrebbe saputo nemmeno pronunciare i titoli, per non parlare della correttezza di conoscere il contenuto di ciò che viene pubblicato nel proprio paese, ma in un’altra lingua.

Il premio per le traduzioni è stato vinto da Dinu Flamand per L’opera poetica di Fernando Pessoa, edizioni Humanitas Fiction. Significative le parole del traduttore: «provengo da una generazione che ha ricevuto la propria istruzione attraverso le traduzioni. Con le censure che venivano applicate alle opere di Kafka, Faulkner o Pavese. Attraverso le traduzioni si può realizzare una vera integrazione in Europa e nella grande cultura dalla quale siamo stati a lungo separati».

La miglior letteratura romena del 2011
Per la sezione drammaturgia, Gellu Dorian e il volume Conforto Freud, edito da Timpul, è stato proclamato vincitore.

Il premio per la critica è toccato invece a Mihai Zamfir per l’opera Breve storia. Panoramica alternativa della letteratura romena, pubblicato da Cartea Romaneasca.

Per la sezione “Poesia”, il vincitore è stato Gabriel Chifu.

Premio per la narrativa: Alexandru Vlad, Le piogge amare, edito da Charmides.

La schiera dei nomi per la categoria “Premi speciali” è stata davvero ricca e con nomi risonanti: Mircea Cartarescu, Zen (Humanitas), Bogdan Ghiu, Controcrisi (Cartea Romaneasca), Gheorghe Mocuta, Il migliore dei mondi (Tracus Arte), Ioana Parvulescu, Il mondo come giornale (Humanitas), Cassian Maria Spiridon, Sui barbari o L’invasione dell’uomo piatto (Litera) e Doina Uricariu, La scala dei leoni (Polirom). And the winner was: Cassian Maria Spiridon.

E adesso, vi lascio con un breve passaggio a firma di Mircea Cartarescu, uno dei concorrenti vincitori, che delizia i suoi lettori con un diario “Zen”, dove scrive:

“Sul bianco di queste pagine, giallastra cade una luce imparagonabilmente bella, giunta dall’unico oggetto metafisico della cucina: la finestra quadrata attraverso la quale si vede il cielo dell’inverno. Per il resto, cucina piccola e bianca, il rumore dell’ascensore, la musica dal vicinato, M.C. scrivendo su un angolo del tavolo, avvolto nel giubbino di Ioana e con una sciarpa scozzese attorno alla testa come un fazzoletto”.

La prima pagina del libro, però, riporta il seguente testo:

“- Cos’è lo zen? Viene domandato il maestro di questo libro.

  - È la vita di tutti i giorni, risponde lui.”

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