Le elezioni locali che si stanno tenendo in Kosovo vedranno anche la partecipazione delle migliaia di profughi di etnia serba che, in seguito alle violenze avvenute durante il conflitto nel biennio ’98-’99, si sono visti obbligati a lasciare le loro case e fuggire verso nord.
Per consentire il diritto di voto anche a coloro che il governo serbo chiama sfollati (e non profughi) in quanto ancora non riconosce l’indipendenza della provincia secessionista, Belgrado ha messo a disposizione gratuitamente autobus e pullman che, nonostante i rallentamenti delle autorità di Pristina al confine, porteranno ai seggi i serbi kosovari che avranno diritto di votare in questa tornata elettorale.
Il Kosovo è infatti un paese in cui la popolazione è per la maggioranza di etnia albanese e religione musulmana, mentre i serbi sono ortodossi e quindi una comunità minoritaria, stanziata principalmente nel nord della regione; durante la guerra, con le violenze dei terroristi dell’Uck, la risposta di Slobodan Milošević e dell’esercito serbo e l’intervento aereo della Nato (che portò in seguito all’occupazione del Kosovo da parte di un contingente dell’Alleanza Atlantica (Kfor), in collaborazione con le Nazioni Unite), l’odio tra le due etnie si è fortemente acuito ed ha portato ad atti di violenza contro la popolazione serba, con intimidazioni, omicidi, attacchi a villaggi e incendi di chiese e di monasteri ortodossi, il tutto nel quadro di una nuova pulizia etnica che rendesse la regione libera dai non-albanesi. Nonostante questo, sotto l’egida di Belgrado e dell’Unione Europea, si sta cercando di ottenere, tramite trattati stipulati con Pristina uno statuto di autonomia per le comunità serbe del Kosovo che riconosca i diritti e le particolarità di questa minoranza e, al contempo, ne garantisca la sicurezza.
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La minoranza serba del Kosovo al voto oltre confine in autobus
Creato il 03 novembre 2013 da Giacomo Dolzani @giacomodolzaniPossono interessarti anche questi articoli :
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