La minorenza del Pd si ribella sulle preferenze, il Premier grida al ‘Golpe’

Creato il 20 gennaio 2015 da Nicola933

Il lampo, in quei tre quarti d'ora nell'aula della biblioteca del Senato, è arrivato solo alla fine. Una frase, per nulla sibillina. Matteo Renzi, dopo aver cantato ai senatori del Pd le lodi del dialogo,
della collaborazione e della collegialità, ha minato così il campo dell'Italicum: "Se voglio, ci sono strumenti parlamentari che mi consentono di approvare la legge elettorale in 48 ore".

È lì che alla pattuglia di 30 dissidenti capitanati da Miguel Gotor è stato chiaro che la loro battaglia contro le liste bloccate poteva trasformarsi in uno scontro molto più duro di quanto avessero immaginato.
Per il loro segretario, l'emendamento della minoranza che la cronologia ha beffardamente numerato 101, come i traditori di Prodi è "un golpe".

E per sventarlo, ogni mezzo è legittimo. Il testo fotocopia in mezzo al faldone dei 44 mila Per esempio, un canguro, si chiama così in gergo parlamentare: un emendamento - fotocopia della legge bollinata dal Patto del Nazareno che, se votato, farebbe immediatamente saltare tutti gli altri emendamenti presentati sulla stessa materia.

Compresi, quindi, anche quelli con cui la minoranza Pd rivendicava di avere voce in capitolo nel partito di Matteo Renzi. La paura è che nel faldone dei 44mila emendamenti presentati all'Italicum ce ne sia uno che ricalca il testo concordato tra Matteo e Silvio. Per la verità, più che un timore quello della minoranza Pd è già una realtà.


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