È della scorsa settimana l’affermazione di Monti secondo la quale:
“I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. È bello cambiare e accettare delle sfide“.
Cercano in tutti i modi di convincerci che sia proprio out pretendere un minimo di sicurezza e stabilità. Siamo vecchi, incapaci di apprezzare il nuovo trand del mercato del lavoro. Incapaci di rischiare, di vivere in pieno la vita con il suo carico di avventure strepitose: oggi mangi e domani chissà. Siamo proprio degli emeriti ‘sfigati’ (mi permetto di usare questo concetto riprendendolo dall’ultimo discorso del Prof. Martone).
Purtroppo di un unica cosa riescono a convincerci le loro parole. Ovvero dell’inettitudine di chi ci governa.
Ma di quale mobilità si fanno sostenitori Monti & co.? Si tratta di quella mobilità che coincide con il cambiare lavoro / luogo di lavoro / territorio di lavoro, a seconda delle esigenze del mercato. Proprio in questa mobilità risiederebbe la possibilità di un arricchimento della vita, e non solo dal punto di vista lavorativo. Mi sembra evidente che il riferimento sia qui a lavori di un certo tipo, il manager, il fisico nucleare, etc etc. Mi pare, insomma, che nelle sue illuminanti speculazioni sul senso che la vita dovrebbe avere, su come viverla, il Sig. Monti non sia in grado di uscire dal suo piccolo mondo dorato.
La mobilità in altri settori e per altri tipi di lavoro non ha proprio nessun senso, se non quello della precarizzazione. Se fai l’operaio, l’impiegato da un commercialista, il commesso in un negozio, il centralinista, l’insegnante, l’infermiere, il muratore, l’idraulico, che senso ha la mobilità??? Se hai studiato anni per fare l’infermiere, perché dovresti voler fare un altro lavoro? Se per anni hai lavorato duramente e ora sei un bravo muratore, perché dovresti fare l’idraulico? E soprattutto a vantaggio di chi? Né tuo né del lavoro che svolgi. Per ogni lavoro ci vogliono anni per acquisire competenze e abilità.
La scarsa intelligenza dei membri del nostro governo, non paghi delle critiche piovute dopo la sortita di Monti, si evidenzia anche
nell’ultima uscita di Anna Maria Cancellieri:“Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà“.
Anche questa affermazione non fa che farci restare basiti. Sarebbero queste le grandi intelligenze che guidano il nostro paese? Come si fa a non rendersi conto che il decidere di vivere vicino ai propri genitori è determinato spesso anche dalle carenze del nostro welfare? Se un giovane non ha un lavoro nè un compagno/a che possa aiutarlo, chi dovrebbe farlo? Se una donna e un uomo decidono di fare un figlio, ma entrambi lavorano tutto il giorno, chi può aiutarli? Se si ha un genitore che ha problemi di salute, chi può assisterlo/a?
Pensavamo di essere governati da persone serie e competenti. Evidentemente non è così.
Di fronte alla loro incapacità di comprendere davvero i problemi del paese vorremmo anche noi parlare di mobilità, quella mobilità che noi vorremmo. Perché sì, anche a noi in fondo piace la vita avventurosa e poco monotona. Parliamo della mobilità che è l’esatto contrario dell’immobilismo sociale, un grave problema, tutto italiano, di cui nessuno parla mai.
Così Repubblica, un anno fa, rendeva conto dei dati dell’Ocse sul sistema lavorativo e sociale italiano:
“È l’instantanea di una società immobile, pietrificata, con gerarchie sociali ed economiche pressoché immutabili, dove il merito individuale conta poco e in cui, dunque, salire la scala è una possibilità minima e precaria“.
La monotonia, su questo problema, piace a molti e soprattutto ai Monti. Si tratta di quella mobilità per cui se sei figlio di un operaio e sei molto bravo a 29 anni puoi arrivare a fare il professore all’università. È quella mobilità per cui se sei un figlio di papà e sei così poco intelligente da dire cose che ti rendono ridicolo agli occhi dell’opinione pubblica, magari finisci a fare l’operaio. Così si risolverebbero un sacco di problemi. Ci troveremmo forse ad essere governati da persone non solo davvero capaci e meritevoli ma che si rendono anche conto di quali siano i problemi del paese. Cosa che per ora non è così e ci si chiede come mai degli esperti di tale livello finiscano per dire certe sciocchezze. Forse perchè sono lì più per ‘fortuna’ che per bravura.
E quindi alla fine vorremmo anche noi mandare un messaggio a chi ci governa.
“I Sig.ri Monti, Martone, Cancellieri etc. devono abituarsi all’idea che anche i loro figli, nipoti, parenti, amici, potrebbero non meritarsi un lavoro fisso e ben pagato . E poi, diciamolo, che monotonia rimanere sempre allo stesso livello sociale, con un buono stipendio, una bella casa, una colf, la babysitter per i bambini e la badante per i genitori. È bello cambiare e accettare delle sfide“.