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La mongolfiera che ci porterà nello spazio

Creato il 01 novembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

La World View ha testato con successo un prototipo di pallone aerostatico per viaggi nella stratosfera

Una nuova via per il turismo spaziale

L’azienda statunitense World View ha condotto con successo lo scorso 24 Ottobre un test su un prototipo di pallone aerostatico ad elio in grado di trasportare una capsula-passeggeri alla vertiginosa quota di 32mila metri.
Il principio è quindi quello di una mongolfiera, con due sostanziali peculiarità. Il pallone infatti, al massimo della sua espansione, raggiunge le dimensioni di uno stadio di calcio mentre la “cesta” è sigillata e pressurizzata per permettere la sopravvivenza dei passeggeri ad alta quota.
Dopo un’ascesa di circa un paio d’ore il velivolo rimane in quota il tempo necessario per dare ai passeggeri la possibilità di godersi la vista panoramica. Al termine della permanenza ad alta quota il pallone comincia a sgonfiarsi staccandosi dalla capsula che, grazie all’apertura di un paracadute, può tornare a terra in sicurezza.
Il velivolo, battezzato Vanguard, è decollato sabato scorso all’alba in Arizona e, dopo essere rimasto per circa un’ora nella stratosfera, è tornato a terra senza problemi.
Come riferito dall’ingegnere a capo del progetto, Sebastian Padilla, i sistemi primari di volo «hanno funzionato come previsto» e l’intero viaggio si è svolto in modo «molto calmo e sereno».
Questo nuovo test, che segue quello positivo effettuato nel mese di Febbraio, rappresenta un ulteriore passo in avanti per il completamento del progetto. L’analisi dei dati raccolti aprirà infatti la strada a nuove prove sulla capsula vera e propria così da giungere, secondo le stime dell’azienda, ad una prima ascesa commerciale già nel 2017.
ll sogno di farsi una gita nello spazio è quindi a portata di mano?

Photo credit virgin-galactics-spaceshiptwo: GDS Infographics / Foter.com / CC BY

Photo credit virgin-galactics-spaceshiptwo: GDS Infographics / Foter.com / CC BY

Turismo spaziale, un business in crescita

Il progetto portato avanti dalla World View dà ulteriore slancio ad un settore in piena espansione come quello del turismo spaziale. L’idea di rendere alla portata di tutti una delle esperienze più esaltanti che un essere umano possa fare ha infatti scatenato negli ultimi anni un’autentica “corsa verso le stelle” e questo ha portato, tra le altre cose, alla costruzione nel 2011 dello Spaceport America, il primo spazioporto turistico del mondo.
Sono diversi gli attori in competizione per ritagliarsi una fetta di questa succulenta torta. La concorrente più nota al grande pubblico è senza dubbio la Spaceship Company, joint venture fra la compagnia aeronautica Scaled Composites di Burt Rutan e la Virgin Group del magnate Richard Branson. L’idea seguita da questa azienda è quella di riconvertire in commerciali i voli suborbitali utilizzati nei decenni scorsi dalle agenzie spaziali a fini di addestramento e sviluppo di nuove tecnologie. Questo ha portato alla nascita dei velivoli SpaceShipOne e SpaceShipTwo, spazioplani a basso allungamento alare con motore a razzo ibrido.
Questa avventura non è però priva di problemi o rischi e proprio la Virgin ne è l’esempio.
E’ infatti ancora vivo il ricordo della tragedia che il 31 Ottobre 2014 portò alla morte di uno dei due piloti collaudatori durante un volo di prova dello SpaceShipTwo nel deserto di Mojave in California. Quell’incidente , pur portando ad una profonda riflessione sui rischi di questo business tanto da parte delle aziende quanto degli organismi di controllo come la FAA, non ha fermato la corsa. Nuove soluzioni sono state ideate tanto dalla società di Branson quanto dalle aziende concorrenti come SpaceX o Blue Origin.
Quella proposta dalla World View rimane comunque una delle soluzioni più economiche e mature.
Sarà quindi il più vecchio tra tutti gli aeromobili quello che renderà lo spazio accessibile a tutti?

Un’esperienza “da vip”

Come tutte le esperienze pionieristiche anche quella offerta dalla World View, almeno inizialmente, non sarà alla portata di tutte le tasche. Dall’azienda statunitense fanno infatti sapere che le tariffe si aggireranno sui 60mila dollari a persona per una durata complessiva di sei ore di volo.
Un biglietto così costoso, pur giustificato dalla natura decisamente particolare dell’esperienza offerta, non avrebbe però senso se costringesse i passeggeri a svolgere il viaggio in una specie di “scatola di sardine volante” piccola e scomoda. La clientela che potrà permettersi questi voli è infatti abituata a comfort da prima classe e proprio per questa ragione la World View ha deciso di venirle incontro con un pacchetto per palati raffinati che vada oltre la vista panoramica dagli oblò.
All’interno della capsula pressurizzata che ospita i passeggeri è infatti previsto un servizio bar per rendere confortevole la permanenza. L’idea di un romantico San Valentino sorseggiando un cocktail tra le stelle non è più utopia, almeno per chi ha abbastanza risparmi nel salvadanaio…
In aggiunta, per chi volesse esagerare, è disponibile una connessione Wi-Fi per poter aggiornare in diretta i propri profili Facebook o Instagram con selfie decisamente non convenzionali in grado di far impallidire quelli dei comuni “terrestri”.
Sebbene si tratti al momento di un’esperienza per pochi facoltosi, nulla vieta anche a noi comuni mortali di mettere da parte qualche soldo, nella speranza che questo viaggio possa diventare più accessibile.
In passato è capitato con auto ed aerei, perché non dovrebbe succedere anche qui?

Tags:mongolfiera,stratosfera,turismo spaziale,World View Next post

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