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La montagna dei misteri

Creato il 20 settembre 2013 da Il Viaggiatore Ignorante

La salita al Pizzo della Marona è una classica dell'escursionismo sul lago Maggiore; è una salita lunga ed impegnativa ma alla fine si è ripagati da un panorama splendido sul lago, sulle vette circostanti della Valgrande e sul gruppo del Monte Rosa.Ma la salita alla Marona è anche un tuffo nella storia e nelle leggende della Valgrande.
La montagna dei misteri!
La leggenda che da sempre incuriosisce di più è quella legata alla Scala Santa ed al ponte del Diavolo. La scala santa è una "scala" a gradoni contornata da paletti di ferro che in pochi metri permette di superare un discreto dislivello; il ponte del diavolo è uno stretto passaggio tra la Cugnacorta e la salita finale alla cima della Marona. La leggenda è legata ad un'antica credenza popolare:

un ragazzo della zona trovatosi di fronte al vuoto che gli impediva di proseguire fece un patto con il diavolo: in cambi di un ponte avrebbe potuto prendersi l'anima della prima persona che passava sul ponte stesso; Il diavolo pensava di prendersi l'anima del giovine, ma questi era più furbo e fece transitare per primo il proprio cane.

La montagna dei misteri!
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Superati questi punti si giunge, dopo una ripida ascesa, in prossimità della vetta dove è posta una cappella. La storia di questo luogo di culto è ambigua e quantomai controversa. Una tradizione, raccolta tramite testimonianze fornite da anziani del paese di Crealla, fa risalire la cappella agli inizi del 1800.

Il motivo per cui fu costruita è il seguente: ad un cacciatore capitò di trovare (non si sa come) un crocifisso in cima alla Marona; lo portò a casa. Il cacciatore dopo poco tempo cadde malato. La malattia durò molto tempo. Un giorno in piena agonia al cacciatore venne l'idea di riportare il crocifisso nel luogo nel quale lo aveva trovato, facendo ricadere su questo la colpa della malattia. Il giorno seguente mano a mano che saliva in prossimità della vetta la malattia lo abbandonava. Il giorno seguente era completamente ristabilito. Il fatto suscitò grande scalpore nel paese di Crealla e nella vicina Gurro, tanto che il crocifisso divenne oggetto di culto sino a quando si decise di costruire una cappella sulla sommità della vetta

La montagna dei misteri!
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A tale cappella vanno in pellegrinaggio ancora oggi gli abitanti dei paesi di Crealla e Gurro. Le donne di questi paesi si recavano in visita alla cappella partendo dalle proprie abitazioni a piedi scalzi oppure indossando solamente un paio di scarpe leggere.

Durante il secolo scorso quando l'alpinismo e l'escursionismo stavano prendendo piede anche nelle valli verbanesi non doveva essere difficile incontrare tali donne piegate a fare fieno di fianco ai primi scalatori in pantaloni corti: si narra che durante questi incontri le donne abbiano inventato un termine simpatico per identificare tali personaggi: i balabiutt.

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Il crocifisso e la cappella vennero distrutte dai nazifascisti nel 1944.
Sempre per quanto concerne la nascita della cappella in vetta alla Marona un attento lettore del blog, nonchè conoscitore delle cose della Valgrande, mi ha inviato un articolo dal quale appare chiaro che la cappella era già presente prima del 1800. L'articolo è a firma di Copiatti e Gagliardi ed è apparso sulla rivista Vallintrasche del 2008 a titolo "sono gli abitatori devotissimi del santo crocifisso della Marona".

L'articolo narra della storia del crocifisso. Si poteva supporre che la devozione per il crocifisso della Maronafosse antica, ma che la presenza in vetta al monte risalisse al medioevo era difficile anche solo da immaginare. Eppure sembra che a secoli così lontani si debba fare risalire la presenza di un edificio sacro in vetta. A rivelare ciò è la trascrizione seicentesca, conservata tra le carte dell'archivio Borromeo dell'Isola Bella. Si tratta di una pergamena datata 28.10.1434. In essa si discute di una lite tra le comunità di Intragna e Miazzina in merito all'utilizzo dei pascoli, controversia che si trascinò per secoli, tanto che nel 1600 infiammava ancora gli animi degli abitanti dei due paesi. Nel documento vengono indicati i confini del territorio concesso alle parti; tra i toponimi citati nel documento uno riveste straordinaria importanza: ecclesia Marona: Chiesa di Marona.

 Questo significa che la cappella ha origine ben più lontane di quelle che noi possiamo immaginare....
Fabio Casalini


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