Di Yllka Lezo
Dove sia collocato il sito dell’antico tempio di Dodona è un argomento che spesso ha fatto discutere gli studiosi. Negli anni Trenta del secolo scorso, Perikli Ikonomi, con il suo libro "Tomori dhe Dodona pellazgjike" (La montagna di Tomor e la Dodona pelasgica), cercò di dimostrare che il sito del santuario di Dodona si trovasse proprio in Albania. La leggenda narra che, tanto tempo fa, due colombe presero il volo dall’Egitto. Una di loro si fermò in Libia, dove venne poi costruito il tempio dell’Amon Zeus; l’altra colomba, invece, si fermò a Dodona. Proprio lì sorse il tempio del più famoso oracolo dell’antichità: l’oracolo di Dodona, predecessore dell’oracolo di Delfi.
La montagna di Tomor
Oggi sappiamo che il tempio di Amon Zeus si trova in Libia; la questione della collocazione dell’oracolo di Dodona è più complicata. Un gran numero di studiosi sostiene che l’antico tempio si trovasse nel territorio dell’odierna Grecia, e più precisamente ai piedi della montagna Tammaros; più o meno, diciotto chilometri da Giannina. Un gruppo minore di studiosi invece, dei quali fa parte anche Perikli Ikonomi (1882 – 1977), non è d’accordo con questa collocazione del tempio di Dodona. Nel 1934 Perikli Ikonomi inizia a scrivere La montagna di Tomor e la Dodona pelasgica, uno studio attraverso il quale cerca di dimostrare che il tempio di Dodona si trovasse proprio sulla montagna di Tomor (Berat, Albania). Inizialmente, nel 1936, egli pubblicò questo studio a proprie spese in edizione ridotta. Una copia di questa edizione é conservata dai suoi familiari; un'altra copia, invece, si trova nel museo storico nazionale d’Albania. Dopo quasi otto anni, di questo studio fu fatta una ristampa. Per dimostrare la sua tesi circa la collocazione dell’antico tempio di Dodona sulla montagna di Tomor, Ikonomi cita i seguenti argomenti: l’etimologia della parola Tomor, le descrizioni degli autori antichi e le somiglianze geografiche di questi due siti (Tomor e Dodona), e anche alcune leggende vive nelle menti di coloro che abitavano nei pressi della montagna di Tomor. Fin dalla prima pagina di questo libro l’autore ci indica i motivi di questa ricerca. Egli è fermamente convinto che l’antico oracolo di Dodona si trovi proprio sulla montagna di Tomor. L’autore riferisce che un folto gruppo di studiosi albanesi abbia la convinzione che la Dodona dell’Epiro (quella della montagna Tammaros a Giannina), sia soltanto una copia più recente dell’originale, che invece si trova senz’ombra di dubbio sulla montagna di Tomor, nella regione che in Albania si chiama Toskëri. Per Ikonomi è molto importante la somiglianza dei nomi delle due montagne: Tammaros, Tomor. Poi egli spiega l’etimologia del nome Tomor. Lo storico sostiene che la montagna di Tomor veniva considerata l’abitazione del dio dei Pelasgi, e cioè degli antichi Albanesi. Oltretutto, secondo la sua tesi, la montagna di Tomor era chiamata mal i të mirit (montagna del bene) e, per questo motivo, i sacerdoti dell’oracolo di Dodona venivano chiamati Tomurë (i buoni).
“Nel linguaggio popolare degli Albanesi, ogni posto sacro si chiamava e continua a chiamarsi anche ai giorni nostri, nella maggior parte dei casi, “vend i mirë” (posto buono). In questa frase, l’aggettivo “i mirë” (buono) prende il significato “sacro”; di conseguenza, il nome della montagna di Tomor significa “la montagna di Dio” (traduzione libera).
Poi Ikonomi imprime maggior forza alla sua tesi affermando che i sacerdoti di Dodona, che erano anche preveggenti, si chiamavano Tomuri e le loro previsioni Tomure.
Tomar oppure Tmar era il nome della montagna presso o addirittura sopra la quale era collocato l’oracolo di Dodona, conosciuto diversamente come il santuario sacro dei Pelsagi. Ma queste osservazioni non bastano per provare la sua tesi. Così egli prende in esame tutte le possibili testimonianze storiche. Un intero capitolo è dedicato alle testimonianze di autori dell’antichità come Erodoto, Esiodo, Plinio, Plutarco, Strabone, ecc; testimonianze queste che allontanano Dodona da Giannina e lo portano nel Nord di Toskëri-a. Una delle fonti che Ikonomi cita è quella di Stagira:
“Nella pagina 28 delle note in cui parla di Dodona, egli menziona come indefinita la collocazione della montagna di Tomor. Lo stesso autore ci dice che altri studiosi collocano questa montagna più a settentrione del monte Pindus. Inoltre lo stesso autore afferma che i Molossi erano più famosi dei Kaoni, e che essi (i Molossi) vantavano anche l’esistenza del famoso tempio di Dodona nella loro regione” (traduzione libera).
Prendendo spunto dagli scritti di questi autori e geografi antichi, i quali forniscono preziosi dettagli sul tempio di Dodona, Ikonomi arriva ad una chiara ricostruzione di dove sia collocato effettivamente questo luogo di culto. Ma il suo lavoro non finisce qui. Dopo aver esaminato le descrizioni di questi autori, nell’ultimo capitolo del suo libro egli raccoglie ed espone alcune leggende sulla montagna di Tomor e sui luoghi circostanti.
Perikli Ikonomi, 1882 - 1977
Una di queste leggende narra che sulla montagna di Tomor abitavano le sorelle di Dodoni, dalle quali si recavano gli antichi re per domandare sul loro destino e sul destino del loro regno. Secondo un'altra leggenda, invece, sulla vetta della montagna si trova scolpita sulla roccia la figura di una donna anziana che sta accudendo una capra e un capretto. Leggenda questa che, secondo Ikonomi, può avere analogie con quella della capra Amaltea, che allattò Zeus bambino, quando sua madre Rea lo nascose a suo padre Crono, che mangiava i propri figli. Fra Perikli Ikonomi e la montagna di Tomor esisteva un legame particolare, che non era il semplice legame fra uno studioso e l’oggetto dei suoi studi.
Due parole su Perikli Ikonomi
Nato nel paese Vokopolë di Berat, in Albania, egli conosceva meglio che chiunque altro questo borgo e le leggende che intorno ad esso circolavano, molte delle quali strettamente legate alla sacralità della montagna di Tomor. Perikli Ikonomi appartiene ad una famiglia che per diciassette generazioni ha annoverato sacerdoti tra i suoi componenti. L’ultimo di essi era il padre di Perkli, Papas Pavli. Ma Perikli non avrebbe seguito questa tradizione di famiglia. I primi studi li fece a Berat, presso l’esponente della Rilindja (Rinascita) albanese Babë Dudë Karbunara (1842-1917); proseguì poi gli studi a Corfù, dove conobbe Ismail Qemali, il quale risvegliò nel giovane Perikli Ikonomi il sentimento dell’amore per la patria. In seguito si formò come specialista in psicologia in una delle scuole balcaniche più prestigiose del tempo: il ginnasio Zosimea di Giannina. Dopo il suo ritorno in Albania, nel 1916, cominciò ad insegnare a Berat, e poi nelle scuole di tutta l’Albania. Oltre ad insegnare egli scrisse e pubblicò a sue spese libri didattici. Perikli Ikonomi fu uno dei padri fondatori dell’istruzione in Albania. Per questo motivo in questa nazione nel 1956 meritò il titolo di “Mësues i merituar” (Maestro emerito). Morì nel maggio 1977.
Fonte: testo albanese il giornale Shekulli.
La traduzione in lingua italiana è di Elton Varfi