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La morte di Vittorio Arrigoni

Creato il 15 aprile 2011 da Franzrusso @franzrusso

Non credo sia esagerato dire che la morte di Vittorio Arrigoni si possa definire un duro colpo alla pace. Era un volontario pacifista, da tempo a Gaza e raccoglieva i suoi pensieri nel suo blog, Guerrilla Radio.

La morte di Vittorio Arrigoni, duro colpo alla pace

Vittorio Arrigoni

Colpisce la morte di Vittorio Arrigoni, per la brutualità con cui è stata eseguita, la violenza che è stata scatenata su un personaggio che era a Gaza, in missione volontaria per la pace tra israeliani e palestinesi, ormai da tre anni. Conosciuto e stimato da tutta la popolazione, amava lavorava in silenzio, senza clamori per portare avanti un disegno ancora visto troppo grande per quella terra. Solitamente non trattiamo notizie come queste, ma la morte di Arrigoni arriva come un pugno in faccia, quando meno te l’aspetti. Era anche un blogger Vittorio, molto conosciuto dal popolo della rete e teneva sempre aggiornato il suo diario online, Guerrilla Radio.

Il titolo del suo blog, seguitissimo, è come quello di una canzone dei Rage Against The Machine, in cui si firmava “Vik da Gaza City”. Era di Besana Brianza, in Lombardia, e aveva solo 36 anni.

L’ultimo post scritto da Vittorio è del 13 aprile, esattamente il giorno prima di essere rapito, dove parla della morte di 4 lavoratori palestinesi per il crollo di uno dei tunnel scavati sotto il confine di Rafah, per permettere alla popolazione palestinese di Gaza di sfamarsi.

E’ una guerra invisibile per la sopravvivenza.

Così la definisce Vittorio Arrigoni, lui che quella guerra la vedeva tutti i giorni e la raccontava.

Ricordo il suo video messaggio, duro ma molto chiaro, contro Roberto Saviano, a proposito della partecipazione dello scrittore ad una manifestazione israeliana, in cui pronunciò una frase che non piacque molto ad Arrigoni. E allora nel suo video messaggio espresse il suo pensiero, ripeto duro, ma alo tempo stesso molto realistico, rispecchiando il punto di vista di chi vive quotidianamente quella realtà.

“Vittorio Arrigoni e’ stato “impiccato” dai suoi rapitori, i salafiti della Brigata dei Valorosi Compagni del Profeta Mohammed bin Moslima: lo ha riferito l’ufficio stampa di Hamas, il gruppo radicale palestinese che controlla la Striscia di Gaza, sul cui territorio e’ stato rinvenuto il cadavere del 36enne pacifista e free-lance italiano. In un comunicato il movimento di resistenza islamico ha denunciato “il criminale sequestro e omicidio di un attivista italiano per la solidarieta’” e ha reso noto che il suo corpo e’ stato “ritrovato dalle forze di sicurezza appeso in una casa abbandonata” nel settore settentrionale dell’enclave palestinese. In un video su YouTube, i sequestratori minacciavano di ucciderlo nel giro di “trenta ore”, quindi entro le 17 locali, le 16 italiane, se non fossero stati scarcerati il loro leader, lo sceicco Hisham al-Souedani, e un imprecisato numero di altri compagni. In realta’, Arrigoni sarebbe stato assassinato poco dopo la cattura, forse appena tre ore. Nella drammatica ripresa si mostrava in primo piano il volto dell’ostaggio, trattenuto e tirato per i capelli da una mano fuori campo: il viso di Arrigoni, bendato con un’ampia fascia nera, appariva tumefatto e sanguinante, con una vistosa ecchimosi attorno l’occhio destro.”

Questo è il testo della cronaca, di questa morte assurda e incomprensibile, riportato dall’agenzia AGI.

Le autorità palestinesi hanno espresso la loro condanna per questo barbaro assassinio, riconoscendo il valore e l’apporto dato da Vittorio Arrigoni durante la sua permanenza a Gaza. Anche Hamas, che ha eseguito il blitz che ha portato alla scoperta del cadavere di Arrigoni, ha espresso la sua condanna. Da evidenziare che i sequestratori e assassini di Arrigoni, di appartenza salafita, sono ancora più estremi di Hamas. Se consideriamo Hamas come gruppo integralista, i salafiti sono peggio e hanno sempre accusato hamas di essere troppo morbidi nella lotta contro Israele. Questo per avere un quadro più chiaro del contesto in cui avviene questa orrenda morte.

Arrigoni aveva anche una pagina su Facebook, molto seguita con quasi 15 mila fan, in cui ora si vede il suo ultimo post. Aveva scritto anche un libro, “Restiamo Umani”, nel 2009, e qui si legge il suo post di presentazione del testo.

UPDATE

Nel momento in cui ho segnalato la pagina facebook di Vittorio Arrigoni, la stessa non è più raggiungibile. Non si capisce ancora se è stata disattivata.


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