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“La morte è giovane” – Rita Gatto

Creato il 02 maggio 2013 da Temperamente

“La morte è giovane” – Rita Gatto

Nel paese di Roccapiatta, piccolo centro montano isolato e silenzioso, popolato da schivi gatti randagi e da un’eterogenea congerie di eccentriche persone, uno sconvolgente evento di cronaca rompe la sonnacchiosa quiete estiva; qualcuno, infatti, ha ucciso Cesario Lavagna, colto scrittore dallo stile di vita ambiguo, sparandogli da grande distanza con un fucile di precisione. Chi poteva mai desiderare la morte del professore, personaggio noto e non troppo amato per le sue scelte contro corrente e per la sua capacità di non lasciarsi influenzare dalle opinioni altrui? In troppi, probabilmente. E mentre poliziotti poco acuti brancolano nel buio e appuntano la propria attenzione su Aldo, giovane tossicodipendente convivente da anni con la vittima, qualcun altro si interroga sulla strana fine imposta a Lavagna. È solo un caso che Ernesta, che conosceva Cesario da molti anni, si trovasse in paese proprio il giorno della sua morte? Come mai lo scrittore aveva deciso di cedere i diritti della sua contestata opera prima? C’è qualcun altro che manca all’appello, a Roccapiatta, qualcuno della cui morte si è accorto solo il suo più caro amico? E perché Ulisse, simpatico cane giallo che gironzola in zona, abbaia senza sosta da giorni?

La morte è giovane è un giallo intrigante e intelligente, che affronta il tema della diversità senza retorica e senza triti stereotipi letterari. Il personaggio di Lavagna, come quelli di contorno, da Ernesta ai suoi buffi anfitrioni inglesi, da Martino ad Aldo, da Carmela al giudice Minelli, è delineato con competenza e ottima capacità di indagine psicologica; diversi tratti avvicinano il protagonista a figure note della cultura italiana, senza peraltro che la citazione suoni sgradevole o pesante.
L’autrice, al suo primo romanzo, conduce il gioco con mano esperta e senza indugi; l’intreccio è complesso e ben strutturato come si conviene a un giallo di qualità, e la vicenda si svela solo all’ultimo momento utile, evitando al lettore tempi morti e noiosi “spiegoni” finali. Lo stile è intenso e personale, e una buona dose di brio e ironia colora il testo, rendendo la storia brillante e avvincente. Davvero un romanzo da leggere.

Maria Di Piazza

Rita Gatto, La morte è giovane, Salani, collana Petrolio, 2009, pp. 288, 13 euro.


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