La Morte Sospesa - Touching the Void

Da Hombre @LaLineadHombre
Qui si spoilera, ve lo dico, una vera e propria pioggia di spoiler come dio, o chi per lui, la manda.
Se hai intenzione di leggere il libro ti do due consigli. Uno, inizia direttamente dalle parole di Joe Simpson saltando tutte le varie copertine, la prefazione e la premessa; secondo, smetti di leggere ADESSO questo post.
Dalla Seconda di copertina
Nel giugno 1985, due alpinisti britannici, il venticinquenne Joe Simpson e il suo compagno di cordata, Simon Yates, hanno appena raggiunto la vetta del Siula Grande (6536 metri) nelle Ande peruviane, salendo per la prima volta la parete Ovest. Colti, sulla cima, da una violenta bufera, i due scendono lungo una ripida parete innevata, ma Simpson perde un appoggio e precipita su una roccia rompendosi una gamba. Yates cerca di calarlo per seracchi di ghiaccio con laboriose manovre di corda. Nonostante il gelo e l'oscurità tutto sembra procedere fino a quando non accade l'imprevisto: la parete è interrotta da uno strapiombo sotto il quale Joe si trova appeso, inerme. Simon non riesce a issarlo e rischia di venire trascinato anche lui nel vuoto…
Mi fermo, anche se il testo prosegue, qui mi è già venuta voglia di posare il volume se sono in libreria.
L’ebook non ha la seconda di copertina, almeno quello.
Dalla Prefazione di Mirella Tenderini (aprile 2011), 4 pagine
La morte sospesa è un libro diverso che si colloca tra i libri di alpinismo soltanto perché quando Joe Simpson, già infortunato, precipitò nel vuoto atterrando miracolosamente su una cengia di neve soffice…
per poi insistere con un vero e proprio riassunto di tutta la vicenda con una dovizia di particolari inquietante.
Dall’Introduzione di Chris Bonington (1988), 2 pagine
... una delle storie di sopravvivenza più straordinarie che abbia mai letto… Dal momento in cui Joe cadendo si rompe una gamba, fino alla fine della sua solitaria odissea, quando arriva strisciando al campo base…
Ed ecco che anche l’ultima sorpresina se ne va, e la lettura del testo dell’autore ancora non è cominciata.
Poi – FINALMENTE – prende il via La Morte Sospesa di Joe Simpson, ma è tardi, in eccezione al meglio rispetto al mai.
Davvero non riesco a comprendere una scelta editoriale così decisa e così - come dire? - SBAGLIATA. È l’unico aggettivo con il quale riesco a qualificarla.
E non che presentare una storia vera debba introdurre una sorta di tolleranza allo spoiler o, peggio, auspicarla. Non è un articolo di cronaca che per esigenze giornalistiche deve essere sintetizzato già nelle poche parole usate per il titolo, qui si tratta di vendere più copie possibili di un libro, nell’interesse di Simpson e dell’editore (Corbaccio), e l’assurda zappata che si danno sui piedi ferisce fatalmente anche il lettore.
Su Repubblica del 26 ottobre scorso esce Non dirmi come va a finire, un pezzo spregiudicato ed ironico di Gabriele Romagnoli sulla questio spoiler.
SPOILER alert: al termine di questo articolo, in Brasile, una donna morirà. E quindi, che si fa: si smette di leggere perché la fine è nota? O si prosegue per scoprire che cosa c'entra una casalinga di Recife con l'anticipazione di una trama?
Cominciamo col dire che l’incipit scelto da Romagnoli è furbescamente fuorviante e tende a generare empatia per lo spoiler, però truccando le carte. Lo spoiler è tale perché anticipa qualcosa sull’oggetto di discussione (romanzo, film, o articolo di giornale in questo caso) non perché propone divinazioni più o meno scontate su fenomeni che magari si realizzeranno sì, ma in tutt’altri contesti.
Detto ciò il pezzo prosegue:
Due amici si incontrano uno ha già visto la nuova stagione di True Detective l’altro no. Cosa succederà? Ecco l’era dello spoiler. Un tempo, da Star Wars a Psycho si riusciva a proteggere il colpo di scena. Ora viviamo in una ucronia(*) collettiva. Libri, film e serie tv fluiscono in uno spazio-tempo che elude i confini, rimbalza da satelliti, cade nella rete. La fruizione non è più guidata ma libera.
...
... chi non sa che Ulisse torna a casa e fa un massacro?
Ma anche il paragone con l’Odissea non è rispettoso di un’analisi oggettiva, perché spoilerare un classico non ha e non può avere la valenza di spoilerare un film che ancora deve uscire o il finale di una serie TV.
Ci sono da fare considerazioni sui tempi anche. Si parla, ad esempio, de Il Sesto Senso e di come la produzione impose l’assoluto riserbo sulla pellicola per preservare l’effetto sorpresa allo spettatore, ma paradossalmente adesso lo spoiler su quel film è depenalizzato e se incontri qualcuno che non l’ha ancora visto sei quasi autorizzato e tenuto a spifferarglielo, a mo’ di punizione.
Romagnoli chiude con una riflessione sulla vita…
...poiché la nostra esistenza soggiace all’unico spoiler ineludibile, viviamo eludendo il quando e il come ma non il se.
Particolare anche la visione di Guia Soncini, sulla pagina accanto, che scaglia un vero e proprio attacco contro i lagnoni dello spoiler, oltre a esporre la sua teoria di ideale lettura:
L'estate della seconda media la passai a leggere tutti i romanzi di Agatha Christie. Tutti con lo stesso metodo: prima la lista dei personaggi che c'era all'inizio; poi le ultime cinque pagine, quelle in cui miss Marple o Poirot svelavano l'assassino; infine il libro dall'inizio: sapendo già chi erano i cattivi e a chi dovevo fare attenzione, potevo godermi la storia senza concentrarmi sui personaggi sbagliati.
Ma qui siamo all’eresia pura, lascio ad altri il compito di santinquisire.
In definitiva sarei davvero curioso di conoscere le motivazioni che hanno portato Corbaccio a confezionare la storia di Joe Simpson così, magari chiedo.
(*) ucronia, devo dire, è bello.
p.s. Simpson e Yates a tutt’oggi restano gli unici alpinisti ad avere scalato la parete ovest del Siula Grande.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :