Ormai è rimasto uno dei pochi italiani a sostenere che gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 furono una messinscena del governo americano.
Sono trascorsi 11 anni da quei fatti, Osama Bin Laden – capo dell’organizzazione terroristica Al Qaeda alla quale appartenevano i dirottatori – ha rivendicato gli attentati ed è stato ucciso dalle forze speciali americane.
Khalid Sheikh Mohamed, l’organizzatore del piano kamikaze, ha snocciolato tutti i dettagli della vicenda al giornalista arabo Yosri Fouda, è stato arrestato assieme ad altri complici e ora è nelle mani della giustizia militare americana.
Prima di lui, Zacarias Moussaoui, il cosiddetto ventesimo dirottatore che non era riuscito a partecipare agli attacchi perché era stato arrestato per aver violato le leggi sull’immigrazione, è stato processato e condannato da una corte federale statunitense dopo un regolare processo che ha ricostruito l’intera storia degli attentati e ha confermato la responsabilità di Al Qaeda.
Nel frattempo ci sono state numerose altre inchieste svolte da altri organismi: il Congresso americano, l’FBI, l’ente per i trasporti NTSB e l’ente per l’aviazione FAA, gli enti ingegneristici FEMA, ASCE e NIST, e così via, per non parlare delle inchieste giornalistiche.
Tutti hanno confermato la ricostruzione degli eventi che conosciamo, peraltro fondata su una mole immensa di documenti e materiale tecnico.
Le teorie complottiste sono ormai morte e sepolte ma c’è ancora qualche complottista che è rimasto mummificato con la storiella dell’auto-attentato e di tanto in tanto risorge per raccontare le solite baggianate. Tra le mummie eccellenti c’è l’irriducibile Giulietto Chiesa, attuale detentore del Premio Perlone, che è recentemente ritornato sull’argomento in un articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano (backup link).
E vediamo cosa ha scritto questa volta il Giuliettone:
Il panel di esperti internazionali di cui mi onoro di fare parte, ieri ha reso note le sue ultime conclusioni (in ordine di tempo) circa la cruciale questione dei “falsi rendiconti” sulle azioni, e sui luoghi dove si trovavano, i maggiori leader politici e militari americani in quella fatale giornata.
Quello che Giulietto chiama “panel di esperti internazionali” è la solita squadretta di complottisti sfigati. L’elenco dei membri rivela che gli amministratori/fondatori del panel sono:
- David Ray Griffin, co-fondatore del panel, è un complottista inguaribile, autore di libri particolarmente apprezzati nei bagni delle stazioni di servizio, professore di teologia;
- William Veale, portavoce, è un avvocato;
- Elizabeth Woodworth, co-fondatrice, è una bibliotecaria.
Un avvocato, una bibliotecaria, un professore di teologia… sarebbero questi gli “esperti”?
Tra i membri, oltre a Giulietto Chiesa e a Massimo Mazzucco (la cui presenza già basterebbe a squalificare un torneo di calcetto, figuriamoci un “panel” sull’11 settembre…) troviamo un attore (Daniel Sunjata), una maestra di ginnastica (Lou Stolzenberg), un professore di pubblica amministrazione (Matthew Witt), una psicologa (Frances Shure), un giornalista (Rowland Morgan), un semilaureato (bachelor, ossia una laura breve) in ingegneria elettronica (Aidan Monaghan), un altro avvocato (Dennis P. McMahon), un teologo (Graeme MacQueen), un ex pilota (Ralph Kolstad) che è riuscito a chiedersi (link) come mai il comandante del Volo 77 abbia ceduto i comandi ai dirottatori (tutti i piloti furono uccisi dai dirottatori, altro che cedere i comandi…), un ex professore di fisica (Steven E. Jones, quello convinto di avere le prove che Gesù Cristo è stato in Sud America), un professore associato di chimica (Niels Harrit), un ex pilota militare (David Gapp), un maestro di geografia e scienze ambientali (Tod Fletcher), un ex dirigente della NASA (Dwain Deets), un insegnante di fisica e matematica (David S. Chandler), un ex ufficiale e dirigente dell’USAF (Robert M. Bowman), fondatore della chiesa United Catholic Church che rivendica la discendenza apolostica dalla Chiesa originale.
Non vediamo mica un gran che di esperti in questo minestrone… noi non gli affideremmo nemmeno la cottura di un uovo al tegamino… l’unico che assomigli ad un esperto e che non abbia manifestato qualche evidente stranezza (a parte la sua lunga militanza complottista) è David Gapp. Un po’ poco per parlare di “panel di esperti internazionali”.
Questo panel, dice Giulietto, si sarebbe preoccupato di verificare dove si trovassero i leader americani mentre accadevano i fatti dell’11 settembre.
Ma questo che c’entra con la teoria dell’autoattentato? Se Bush si trovava in macchina, in bagno o a giocare a golf mentre gli aerei si schiantavano, che differenza fa? Si sono schiantati sì o no gli aerei? Sì, quindi cosa importa dove si trovavano Tizio o Sempronio?
Non si capisce, ed è inutile tentare di capirlo: i complottisti sono maestri nel porsi questioni assolutamente ridicole e inutili. Giulietto Chiesa, poi, in questo campo è imbattibile.
Per lui, infatti, la posizione di Bush e soci è una “cruciale questione”.
Eppure Bush, mentre i primi aerei si schiantavano, era in visita a una scuola. Ci sono centinaia di testimoni: bambini, insegnanti, giornalisti.
Per Giulietto fanno tutti parte del complotto…
Sono otto capitoli, i cui dettagli possono essere studiati sul sito http://www.consensus911.org e che gettano una nuova, impressionante luce su ciò di cui, a distanza di ormai undici anni, milioni e milioni di persone, in tutto il mondo (diciamo l’immensa maggioranza), non sa nulla.
Eh no. Va bene che Giulietto ha seri problemi con i conti (ricordate la storia del prezzo del petrolio?) ma la popolazione mondiale è di circa sette miliardi di individui. Come fanno “milioni e milioni di persone” a essere l’immensa maggioranza di sette miliardi? Boh.
(…) Gli otto nuovi studi sono stati realizzati dai venti membri del 9/11 Consensus Panel usando i risultati del Foia, Freedom of Information Act, in base all’analisi di tutte le fonti giornalistiche disponibili. E in base alle stesse affermazioni della Commissione ufficiale d’inchiesta.
Cioè… Chiesa sta dicendo che per smentire i documenti ufficiali hanno usato… i documenti ufficiali…
Assomiglia alla storiella di quei complottisti imbecilli che affermano che il Volo 77 non si è schiantato contro il Pentagono, e usano come prova i dati della scatola nera del Volo 77 rinvenuta tra le macerie del… Pentagono!
La documentazione è effettivamente impressionante e di menzogne ufficiali ne fuoriescono a torrenti. A cominciare dall’accertamento del fatto, davvero sbalorditivo, che un numero senza precedenti di esercitazioni militari venne concentrato proprio nella giornata dell’11 settembre 2011. Furono ben 7.
Ben sette? Sono pure poche!
Negli Stati Uniti ci sono centinaia e centinaia di basi e reparti militari, le esercitazioni sono all’ordine del giorno!
Ma la Commissione ufficiale d’inchiesta ne ricorda, brevemente, solo una, quella che si chiamò “Vigilant Guardian”. Anche questa, però, veniva fatta a ottobre, tutti gli anni. Solo nel 2001 venne anticipata a settembre.
Ne ricorda solo una perché quell’esercitazione interessò il comando della difesa aerea dal quale dipendevano gli intercettori.
Ma che c’entrano le esercitazioni con la posizione di Bush e soci, che a sua volta non c’entra niente con il fatto che l’11 settembre del 2001 quattro voli dirottati si schiantarono a New York, a Washington, a Shanksville?
Boh…
In ogni caso, nessuno degli intercettori assegnati alla difesa aerea fu distolto per partecipare alle esercitazioni. E anzi, le esercitazioni consentirono di avere più velivoli disponibili in breve tempo, con un tempo di risposta definito “fenomenale”. E tutto questo è stato scritto e riscritto già da più di dieci anni. Basta leggere questo articolo di Aviation Weeks del 2002!
Tra l’altro, l’intera faccenda delle esercitazioni è priva di qualsiasi senso: da anni sono disponibili perfino le registrazioni telefoniche delle conversazioni che interessarono la difesa aerea e il controllo del traffico aereo (link di backup), dalle quali emerge in modo chiaro e inequivocabile che le esercitazioni non interferirono minimamente sui tempi di reazione dei caccia intercettori americani.
Tutte le baggianate scritte da Chiesa nel suo articolo (e sono davvero tante, l’articolo è pieno zeppo di fatti inventati di sana pianta) non meritano quindi nemmeno di essere analizzate e smentite: semplicemente sono inutili.
Infine ecco il “National Reconnaissance Office” (NRO) che – ma guarda che straordinaria coincidenza! – aveva programmato per quella mattina, esattamente alle 9:10, l’impatto di un piccolo aereo contro una delle torri dell’Aeroporto Dulles di Washington.
Adesso è chiaro da dove provengono tutte le baggianate.
Questa e le altre affermazioni fatte da Chiesa nell’articolo si trovano pari pari sul sito History Commons (una specie di Wikipedia specializzata su determinati fatti storici) che si limita a citare fonti di ogni tipo, soprattutto giornalistiche, senza verificarne l’attendibilità (è una specie di rassegna di notizie, inserite così come vengono diffuse). Ecco un riquadro della parte da cui è scopiazzata la rivelazione di Chiesa:
Si tratta di notizie vecchie di 10 anni.
Altro che scoop!
A quanto pare, Chiesa, oltre ad avere problemi con la matematica, ne ha anche con la lingua inglese.
Non è vero che l’esercitazione dell’NRO prevedeva l’impatto di un aereo contro le torri dell’aeroporto Dulles di Washington, bensì prevedeva la caduta di un aereo sulla sede dell’NRO, situata a qualche chilometro dall’aeroporto.
Era un’esercitazione molto comune per tutti gli uffici e gli enti situati attorno all’aeroporto Dulles.
Se il vostro ufficio si trova a fianco di una centrale nucleare, fate esercitazioni sull’eventualità di una fuga radioattiva. Se si trova vicino a un aereoporto, fate esercitazioni sull’eventualità che un aereo vi casa sul tetto. Non c’è niente di strano. E non c’entra nulla con quanto accaduto l’11 settembre.
A Washington ci sono migliaia di enti e uffici (è la capitale, in fin dei conti) e dato che da quelle parti le esercitazioni di protezione civile si fanno sul serio, è facile che in qualsiasi giorno dell’anno ci sia un qualche ufficio che ha programmato un’esercitazione che preveda un incidente aereo.
Insomma, l’articolo di Giulietto Chiesa è tutto una bufala, peraltro riciclata.
Sono un contributo all’indagine che Ferdinando Imposimato sta portando a termine per esporre i capi d’accusa al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja perché prenda in esame l’ipotesi di incriminare importanti membri dell’amministrazione americana dell’epoca con l’accusa di “concorso in strage”.
Vivaddio! E quanto gli ci vuole, per consegnare questi capi d’accusa? Sono passati ormai 11 anni dagli attentati, e ancora i complottisti non sono riusciti a trovare uno straccio di prova che possa essere esibita in un Tribunale.
Curiosamente, in USA un processo c’è già stato (e la sentenza smentisce clamorosamente i complottisti) ed è quello Moussaoui. Un altro processo è in corso (contro Khalid Sheikh Mohamed e complici). Se Imposimato avesse prove, dovrebbe portarle a un tribunale americano.
E’ anche ben strano che Chiesa e Imposimato ignorino che gli Stati Uniti non hanno aderito alla Corte Penale Internazionale (così come altre nazioni, come Russia e Cina) per cui quello è il posto meno indicato dove presentare i “capi d’accusa” contro il governo americano.
Anche questa iniziativa, quindi, è soltanto una bufala senza senso.