La musica è una componente importante nella vita di ognuno di noi. Ho impiegato un certo tempo a trovare il mio universo musicale, e per un lungo periodo sono sempre rimasto attaccato a quello dei miei. Erano anni differenti. In casa non avevamo uno stereo. C'era solo una radio, di quelle con il manopolone e l'antenna telescopica, e un mangianastri, che poi era il mio dominio. Il Geloso durò poco... dopo aver inghiottito un paio di 45 giri, per cui, andavo avanti a cassette. Il Geloso era quello con cui ascoltavamo Gioca Jouer, alle elementari, durante la ricreazione. A casa andavano di moda gli italiani, da Zero a Celentano... I primi brani rock comparsi in casa mia si devono alla colonna sonora di Top Gun, che pretesi di comprare a tutti i costi.
Da quella cassetta a un impianto stereo decente, il passo fu breve. Ebbi un 'cubo' (all'epoca andavano di moda) della Schneider: doppia cassetta, radio, giradischi, 30 Watt di potenza. Il primo disco fu di Vasco... feci la fila per averlo il giorno stesso del suo debutto... Era Siamo Solo Noi. Cominciai ad ascoltare una radio locale, Radio Tombo, che faceva pochissima pubblicità, specie la domenica, dove a una certa ora sparava una carrellata di canzoni senza mai interruzioni. Le registravo su cassetta, ogni domenica, e ancora oggi ho tutte le registrazioni (peccato che non abbia più un lettore di cassette funzionante. A ogni modo, Radio Tombo mi fece conoscere i Queen, li trasmetteva spesso, e in particolare Friend will be Friends. Ma il primo LP che decisi di comprare fu I want it All. I Dire Straits apparvero poco dopo, quando Cantelli, una sera, mise a tutto volume sull'Alpine della sua Fiesta, Money For Nothing. Ero in netto ritardo rispetto al resto della mia generazione ma stavo facendomi le ossa piuttosto in fretta. Cominciai a frequentare La Casa del Disco (famosissima a Bologna in quegl'anni, oggi scomparsa).
Comprai un walkman tarocco, non di quelli della Sony, ma l'ultra-diffuso Crown a tre tasti (avanti, avanti veloce, stop). Era rosso, e aveva cuffie ridicole trattenute da un'asticella di lamiera curvata appositamente.
Per arrivare al CD dovetti aspettare il servizio di Naja. A casa avevo già una discreta collezione, delle compilation che venivano distribuite con una rivista, Crazy Times, che leggevo assiduamente. Lo presi nei militari, dopo la definitiva distruzione del caro vecchio Crown, spendendo una cifra assurda... ma ero in missione in Sicilia ed ero pagato bene, per cui... Era della Kenwood... e fu il mio unico lettore CD fino a che non andai a vivere da solo.
Di ritorno dalla Naja, tornai a frequentare vecchi compagni di scuola. Quando ero alle medie non mi ero neppure accorto di quanto loro fossero avanti musicalmente. Vestivano come Bon Jovi, ascoltavano gli AC-DC... insomma, dovetti rimettermi in pari, e allinearmi a nuovi ritmi, a nuove forme di energia.La discoteca non era sicuramente il mio regno, ma locali come il Vox Club, o il Porto di Mare, erano luoghi in cui mi sarei perso volentieri. Peccato non piacessero troppo agl'altri. La balotta sceglieva ben altre mete... e si finiva per ballare roba molto commerciale, anche perché le uscite discotecare serie, quelle del lunedì, mi erano precluse dal mio buon senso del dovere (il lavoro!!).
Giunse il momento di cambiare lo stereo. Presi un Panasonic capace di ingoiare ben 5 CD alla volta. Ma non ebbi occasione di usarlo spesso, visto che gli MP3 cominciavano a spopolare, e io ne fui travolto in pieno da questa rivoluzione, visto che ero uno smanettone coi computer. Però, lo ammetto, i primi brani che collezionai in formato elettronico furono le colonne sonore dei cari cartoni animati. Da piccolo piazzavo il registratore di fronte al televisore, attendevo l'inizio dei cartoni animati e... registravo le colonne sonore. Dalle quelle cassette agli MP3 erano passati anni, ma io non ero poi cambiato troppo.
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