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La musica dell’infinito

Creato il 03 febbraio 2011 da Kilian

La musica dell’infinito – venerdì 14 settembre 2007

Domenica sera sono andato a letto presto. Era stato un weekend di pioggia e domenica pomeriggio mi annoiavo. Così mi sono addormentato leggendo un libro.

Dormendo mi sentivo pervaso dalla sensazione che qualcosa sarebbe successo, immediatamente mi sono sentito bagnato. A poco a poco ho cominciato a lasciare lo stato di sonnolenza, certo della la noia di ciò che era successo. Aprii gli occhi e vidi che si trattava di un eiaculare senza fermarsi, il letto tutto il pavimento era coperto di sperma, ma era strano, alcune parti troppo spesse. Mi sono sentito molto deluso e sconvolto da quanto era accaduto, e sorpreso dalla quantità che era ovunque ed era decisamente esagerato.

Così mi sono alzato, accompagnato dalla scia normale  di sonnolenza  dell’alba e ha cominciato a unire le mani con la sostanza tra la biancheria da letto e il pavimento. Mentre camminavo verso il bagno, ho trovato strano che essa avesse l’aspetto e la consistenza del silicone che sta fermentando, quando stavo gettando nel water “quella quantità di consapevolezza sprecata”  mi è capitato di sentirne l’odore. Ne ho avuto una sorpresa enorme, non c’è nessun odore, ma  non tanta sorpresa quanta ne ho provata  guardando le mie mani che rientrano in questa sostanza. Fui preso dal panico perché ho capito che stavo sognando, così mi sono precipitato nel mio letto con l’intenzione di continuare a dormire, il mio letto era con le lenzuola pulite che avevo messo quella notte. Mi sono girato con un salto e mi sono coperto, mi sono addormentato subito.

Poi mi sono trovato davanti a una casa con un grande parco alberato, dove sembrava esserci una festa. Ascoltavano  musica,  un paio di sagome di donne con i loro abiti stavano tra le chiome dei cespugli che circondano la casa. La notte era chiara e il cielo era limpido e senza stelle. Ho iniziato a vagare nella radura della foresta e ho incontrato una donna che mi risultava conosciuta, ma non potevo vederne il volto, perché mi voltava la schiena. Si vedevano i capelli che mi erano molto familiari. Ho guardato il cielo e c’era una luna enorme, che non era bianca, ma grigio, quasi argento. Ho continuato a guardare e fissare,  ho visto un’altitudine e delle  sagome di quello che sembravano essere uccelli che volano verso di me dalla luna, lontano, in un gruppo. Così ho inclinato la mia posizione di osservazione, la mia testa è tornato indietro e si è appoggiata delicatamente contro la testa della donna che mi era familiare. Sapevo che in quel momento, sempre guardando quella rara specie di uccelli, che eravamo appoggiati per la nuca dandoci le spalle, e pensai che anche lei stava vedendo.

Il contatto con la testa  mi rilassò in un sentimento di profondo affetto per lei. La visione degli uccelli era sconcertante, in quanto sembravano quelle di gabbiani dipinti su alcuni quadri. Le chiesi se anche lei vedeva e allo stesso momento gli uccelli hanno cambiato la loro forma, accorciando la distanza, sembravano finestre senza telaio con due vetri orizzontali. Il di sopra nero e il fondo traslucido, alternandosi le posizioni in un lampo intrigante. Sono rimasto stupito da quello che vedevo, ma non potevo definire e ho chiesto alla mia compagna:

- Vedete che cosa sono?

Le finestre immediatamente  cambiarono e divennero più visibili, e anche molto più vicine.

Erano note musicali color nero. Crome, ottavi, metà, quarto, semi-croma e le chiavi erano lì nel cielo, ondeggiando in un pezzo che non sentivo e sapevo che era la musica dell’infinito.

Al momento stesso in cui ho questa rivelazione, io e la mia compagna  siamo caduto a terra, seduti, come se avessimo corso a lungo.

Nell’impatto ci siamo visti faccia a faccia, e sapevo che non poteva essere lei, perché io stavo sognando.

Abbiamo guardato con tenerezza un istante mentre le dicevo di aver visto la musica dell’infinito e lei ha risposto che era solo per me quello che avevo visto, e che lei non aveva visto nulla.

Poi le luci intorno a noi hanno attirato la mia attenzione. Le ho dato un bacio sulla guancia, la sensazione che l’amavo, mi sono voltato e ho visto che eravamo entrambi sul pavimento nello spazio tra gli scaffali di un supermercato.

- Noi di Carrefour !-  Gridai esaltato e nel finire la frase, mi sono svegliato nel mio letto con lenzuola pulite che aveva messo quella notte. Erano le  cinque e mezza di mattina. Mentalmente ho rivisto l’accaduto e ho deciso di riposare per un’ora, perché la mia giornata di lavoro arriva in un istante.

Oggi, Lunedì, mi sento fortunato per avere avuto questa esperienza.

Zeta Forest    ( La música del infinito )

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Questa è la traduzione del sogno di Zeta che mi colpì immediatamente anche appena tradotto. Al di là delle sconnessioni della traduzione automatica l’ambientazione e le sensazioni si avvicinavano parecchio al mio sognare.  Aveva chiaramente le qualità del sogno consapevole, c’era il risveglio in un altro sogno, ed  era notevole questa consapevolezza riguardo alla “que cantidad de conciencia desperdiciada”. Secondo i toltechi, l’energia sessuale è la stessa energia che serve per sognare, e non disperderla inutilmente è indispensabile per essere un sognatore.  In più il sogno era davvero bello e non si poteva fare a meno di metterlo in connessione con il video su YouTube di Jarbas Agnelli  ”Birds on the wires” del 14 novembre 2009 (qui sotto una riproduzione). Non so quando l’idea della musica tratta da una foto di alcuni uccelli sui fili sia venuta in mente a Jarbas Agnelli, ma di sicuro un pò prima del 2009.  Zeta ne è venuto a conoscenza solo il 15 ottobre 2010 quando su facebook gli ho riportato il link, con suo grande stupore e meraviglia. Esisteva un video con qualcosa che era molto simile al suo strano vivido sogno.   Questa serie di avvenimenti aveva qualcosa di speciale.   La musica dell’infinito. Siamo abituati a percepire nella vita quotidiana il volo degli uccelli come qualcosa di scontato che si muove come si muove una catena ininterrotta di esseri con una consistenza materiale che ci sono, esistono, inspiegabilmente, senza connessione, e senza spiegazione. Viviamo immersi in un mondo di  materia dove gli oggetti sono una catena ininterrotta che ha o, solo lo scopo di soddisfare le nostre esigenze o, non ha senso alcuno. Il sogno di Zeta e il video di Jarbas ci dicono non solo che non è così ma anche che sta cambiando il nostro modo di percepire. Non siamo circondati da una catena ininterrotta di oggetti in sè inspiegabile o insignificante. Questa percezione di un flusso o armonia tra gli esseri che compongono questo universo  è un primo passo nella seconda attenzione, è la musica dell’universo.  Nella mia esperienza personale la pratica dei passi magici porta alla percezione dell’armonia che ci circonda, la musica dell’universo. Da qui prende spunto l’idea di instaurare un gruppo di incontro di praticanti di tensegrità e sognatori, una coalizione di persone con un identico sentire, in vista della nuova era che sta arrivando.

Kilian

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La ragione più astratta  per cui i passi magici degli stregoni del mio lignaggio sono magici è che mettendoli in pratica il corpo dei praticanti si rende conto che ogni cosa, invece di essere una catena ininterrotta di oggetti che possiedono una certa affinità l’uno con l’altro, è invece una corrente. Tutto nell’universo è un flusso, una corrente.

Don Juan  ( C.C. Tensegrità )

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