
La musica, linguaggio universale ed espressione profonda dell’arte, ha caratterizzato e segnato da sempre le epoche ed i periodi storici, diventando parte integrante della cultura e delle tradizioni di ogni popolo. La musica italiana vera e propria nasce e si sviluppa solo a fine Ottocento: fino ad allora, protagonista e regina indiscussa del mondo musicale fu quella in dialetto e soprattutto quella napoletana.
La Grecia fu il primo vero fulcro della divulgazione dei primissimi canti napoletani: basta pensare alla musica che caratterizzava la città di Neapolis, fondata dai Greci nel V secolo a.C. Solo nel 1500 comparve a Napoli la villanella, ovvero la canzone villanesca profana, che gettò le basi della vera e propria canzone napoletana. A seguire, nel 1600 nacque la famosissima tarantella e nel 1700, oltre alla diffusione dell’opera buffa, genere teatrale, basato anch’esso sulla canzone, fu sempre più in voga l’ “usanza” di fare serenate alle donne amate. Canti popolari divennero opere buffe e viceversa.
Finalmente nell’800 furono nacquero le case editrici che raggrupparono la musica in spartiti, con l’intento di prevenire la perdita di tale patrimonio. Alla fine del secolo, dopo una grande successo della musica napoletana all’estero, nacquero le canzoni d’autore che conosciamo oggi. Non a caso, la maggior parte di esse sono state cantate all’estero e da artisti stranieri, ricevendo un notevole apprezzamento da parte del pubblico.
In questa rubrica analizzeremo la storia delle canzoni del repertorio napoletano più famose non solo nell’entroterra partenopeo ed italiano ma internazionale. Quelle canzoni che hanno toccato il cuore di ogni napoletano, che raccontano storie in cui ci si immedesima facilmente, in quanto esprimono, attraverso musica e parole, diversi stati d’animo.
Di seguito, l’elenco, in continuo aggiornamento, delle canzoni analizzate:
1. ‘O sole mio
2. Malafemmena






