Commento all'articolo Originale
Sono assolutamente d'accordo nel "uscire allo scoperto e scrutare nuovi orizzonti"
Grazie ad internet, per soddisfare la mia sete musicale sto sicuramente molto meglio oggi di quanto lo sarei mai stato nei decenni passati. Perché ?
Perché posso conoscere e ascoltare in pochissimo tempo artisti di ogni luogo e ogni epoca, che spesso spacciano mp3 gratuitamente per promuoversi
(l'esempio più recente che ho è l'ultimo album del gruppo metal svizzero Eluveitie, nome che ai più non dirà nulla ma che nel settore è oramai piuttosto famoso) o si giostrano con channel youtube e profilimyspace, il tutto senza dovermi ridurre alla fame (e se dovessi davvero pagare per ogni disco che ho ascoltato in questi modi probabilmente dovrei forzatamente chiamarmi Tronchetti Provera, o altro che fame)
Posso ascoltare Edgar Varèse, Bach, Madonna, Frank Zappa o i Gogol Bordello in maniera del tutto legale con pochi click, e posso anche dare un ascolto a qualche artista indipendente su soundcloud o libre.fm, perché no?
Cercatevi qualche cover dei Pianoguys su youtube, tanto per fare un esempio
Il punto è che come lo posso fare io questo, lo può fare anche un qualsiasi musicista, che quindi può espandere le sue conoscenze, può sperimentare, creare qualcosa di nuovo (ora come ora ho in mente Devin Townsend e Mike Patton, per citare due nomi grossi, che mi pare abbiano seguito molto questa mentalità )
Il "problema" da sconfiggere sono la massima parte di radio, televisioni e case discografiche che (citando a memoria il buon Mauro Pagani in una puntata di Annozero di qualche tempo fa) trattano la musica alla stregua di prosciutti, e quello di cui ci sarebbe davvero bisogno è un'educazione musicale trattata seriamente nelle scuole, visto che la musica è la seconda lingua di ogni nazione del mondo (e con un educazione musicale adeguata, tutti saremmo più protetti contro la caterva di pattume studiato a tavolino dalla major di turno che viene propinato un po' ovunque)
Se il business di soldi dietro al mondo musicale si decidesse finalmente a morire, ei fans non si fossilizzassero su un solo gruppo favorito e il suo merchandising d'ordinanza, la musica ne avrebbe solo da guadagnarci (non avremo più super rockstar adagiate nel lusso più sfrenato e più "artisti-operai" probabilmente, ma questo dev'essere necessariamente un male?)
PS:
Nel '71 è uscito Aqualung dei Jethro Tull, ma se non sbaglio nelle classifiche sbancò molto di più Rod Stewart, così come da noi (vado a intuito in questo caso) a suo tempo sbancò più Baglioni (che oltretutto a me piace eh!) che gli Area (che quasi nessuno si ricorda), quindi io non credo che le vendite siano mai state indicative della qualità di un'artista, ne oggi ne negli anni '70 ( per quanto all'epoca si sperimentasse di più e il giogo mediatico influisse decisamente meno)***
A tutto questo discorso (ora che ho potuto sperimentare con i due mezzi) posso aggiungere anche Spotify e Deezer, che sono un po' la rappresentazione del concetto che dicevo - pur con tutte le pecche economiche del caso.
Penso che in sintesi alla Musica (e probabilmente non solo a lei) l'omologazione del budget non può portare altro che bene, e in questo senso internet è stata una rivoluzione meravigliosa (laddove invece ce la si ricorda sempre per la "pirateria discomicida" )
Dirò di più: se dovete comprare un disco fatelo quando un gruppo che vi piace ma di soldi ne ha veramente bisogno.
Non voglio incoraggiarvi a piratare i vostri Iron Maiden di fiducia, sia chiaro (anche perché a rimetterci come al solito sarebbero giusto quelli che fanno il lavoro sporco, non certo le teste coronate) ma è un modo come un altro per portare avanti il concetto che ribadivo sopra