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La narrazione tribale e quella di genere

Creato il 04 agosto 2011 da Giorgiofontana

La narrazione tribale e quella di genereNel gruppo Facebook La scimmia nuda e internet che, da due giorni, sta lavorando sulle tematiche che spaziano dall’antropologia alla cibernetica, si stanno estrudendo due stream che si intrecciano tra loro e rendono il tutto ancora più interessante.
Si tratta del tema della questione di genere e quello della narrazione.

Questione di genere

Scrive Giovanna Guarriello nella descrizione del thread nel gruppo:

Che internet e la tecnologia siano vissute come un terreno frequentato e sviluppato dal sesso forte sembra un dato consolidato.
Eppure, quella al femminile, è una parte dell’ICT nemmeno tanto sommersa o trascurabile.
Tuttavia fatto 100 l’ICT ai convegni, ai seminari, nelle professioni e nel management tecnico, la quota rosa sembra essere scarsamente influente.
Ma forse di nuovo perché l’altra metà lascia scoperto il fianco, oppure perché fino ad oggi a noi donne sembrava poco interessante andarlo a coprire.
Ciò che bisogna scoprire è altro.Ci sembra giunto il momento di scoprire le carte.
E non parliamo di una carta da tre o di un sei. Parliamo di assi, di dieci e di scale reali.
A volte basta lanciare un’idea, due persone che raccolgono la sfida, e parte il tam tam… e da qui, in piccolo gesto, un click, un invio sulla tastiera consumata che un mondo si svela, o più semplicemente… esiste.
Cerchiamo donne che insieme a noi vogliano confrontarsi, parlare, scrivere, costruire un percorso alla ricerca di esperienze narrate, di gavette che passano per le emozioni di un ricordo o la storia di un insuccesso, del come è iniziata l’avventura nel mondo dei bit, dei cavi e dei network, e di come sta procedendo il viaggio, i dettagli, i trucchi, la sopravvivenza in un ruolo qualche volta scomodo seduta ad un tavolo con soli uomini.
Ma chissà… forse il divertimento è proprio qui… sentirsi forti in un mondo di forti.
Non sono gli scontri e le battaglie tra due sessi che ci interessa scoprire … ci piacerebbe invece mettere in evidenza che la donna si è svincolata da clichè di ruolo e che la professionalità femminile nel mondo ICT ha conquistato un’autorevolezza fine a se stessa e non perché in contrapposizione con il lato maschile, e che la ricerca da entrambe le parti di alleanze , comuni strategie, e gli scambi di reciproco aiuto esistono, sono possibili e vincenti.
L’altra metà di Internet è donna.. e mi piacerebbe chiamarla LUCY

La narrazione di sè

Alex Giordano che, oltre ad essere uno dei fondatori di Ninjamarketing, è uno degli ‘attivisti’ del Centro Studi Etnografia Digitale ha citato un documento cha ha per titolo ‘Le rappresentazioni culturali delle mamme 2.0 : consumo, identità e resistenza’ nel quale ho trovato questo passaggio interessante:

Per come le intendiamo noi, si hanno narrazioni di sé ogni qual volta gli utenti della Rete utilizzano un determinato prodotto o Brand come “pretesto” per dare corso ad un racconto di sé e delle proprie esperienze individuali. A loro volta le narrazioni di sé rappresentano la “cifra del legame affettivo”che intercorre tra gli utenti, e che li lega in una web tribe. Non si danno, infatti, narrazioni di sé, ovvero intimi “resoconti” della propria individualità, se non si percepisce l’esistenza di una comunità in grado di accogliere e comprendere tali “resoconti”. L’analisi delle narrazioni di sé è a sua volta mirata a far emergere due particolari tipologie di retoriche narrative, da noi denominate, rispettivamente, stilemi e figure.
…..Gli stilemi sono dunque codici culturali che gli utenti mutuano dal proprio gruppo di riferimento e che sanciscono la legittimità e la bontà delle loro narrazioni di sé, in quanto permettono a queste ultime di articolarsi secondo canoni conosciuti, riconosciuti e rispettati dallawebtribe.

Credo che la narrazione di sè e la funzione retorica degli stilemi descritti nel documento citato siano la parola chiave di quella differenza tra tribalità arcaica e digitale.
Fondano la necessità di riconoscimento tattile e dell’annusamento che nel web è necessariamente confinato nel verbale e nella rappresentazione grafica.
Per questo lo storytelling è una modalità interessante e la pongo alla base del linguaggio della scimmia nuda cibernetica. E al tempo stesso è la pratica più atavica che esista.
Sull’argomento hanno discusso anche Massimo Benedetti che ha contribuito alla narrazione della narrazione con un bel post sulla pratica dello storytelling, che ha sollecitato Luca Novarino, influencer di memoria digitale con Memoro, la banca della memoria che raccoglie le storie personali in giro per il mondo.
Luca Novarino dice che :

anche noi proviamo ad interpretare lo storytelling, sia in generale nel progetto che abbinandolo alla comunicazione del territorio e a quella aziendale. In particolare, parlando di passato e di memoria, siamo convinti che il web sia il mezzo ideale per rimettere in contatto una serie di generazioni fra cui il racconto dell’esperienza “classico” si è interrotto.

Gli incroci al femminile

Lo storytelling è uno degli spunti per parlare di come ci si relaziona con gli altri.
Facebook, ed il web nel suo complesso, è un enorme contenitore di storie personali che inconsapevolmente diventano un format che la pubblicità ed il marketing comincia ad utilizzare sempre più spesso per creare un ambiente confortevole dove comunicare.
Ma non solo confortevole, diventa vero e non soltanto verosimile, come succede invece con altri mezzi usati dalla comunicazione pubblicitaria.
Il linguaggio femminile è quello che più di altri si avvicina alla forma di narrazione autentica, non perchè le donne non sappiano mentire, ma perchè sono molto più distanti del maschio dagli stilemi di potere e della rappresentazione manipolatoria che questo comporta.

Ci sono narrazioni e storie stimolanti nel nostro progetto da condividere e da rafforzare, da controbattere e da demolire, vi nvito a farlo con autenticità e spirito tribale.


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