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La NASA rileva l'energia sprigionata durante le ultime eruzioni solari
Creato il 28 marzo 2012 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseimLa quantità di energia che ci ha colpito, oltre a causare uno spettacolo notevole di aurore boreali, è stata decisamente rilevante.
La parte superiore della nostra atmosfera, si è riscaldata con dei picchi di emissione infrarossa, dovuta a ossido nitrico (monossido di azoto) ed anidride carbonica che hanno re-irradiato nello spazio gran parte della radiazione ricevuta.
Marty Mlynczak, uno dei più importanti ricercatori associati del Langley Research Center della NASA a Hampton, Virginia, ha ricordato che sono passati circa sette anni da quando abbiamo visto qualcosa del genere. Il Sole è infatti uscito da poco da un periodo di bassa attività che è in costante aumento dal 2010 ed avrà un picco verso la fine del 2014.
Mlynczak spiega che, quando il Sole diventa più attivo, produce più radiazioni ultraviolette e più brillamenti (CME coronal mass ejections) che vengono assorbiti dalla nostra atmosfera la quale, riscaldandosi, emette più radiazione infrarossa.
Nel caso specifico degli eventi occorsi tra l'8 e il 10 marzo, il team di ricercatori NASA ha determinato che l'energia totale che ha raggiunto la parte alta dell'atmosfera terrestre, è stata pari a 26 miliardi di Kwh.
Questi sono i risultati, basati sui dati registrati dallo strumento SABER, a bordo del satellite NASA TIMED, lanciato nel 2001. SABER studia la mesosfera e la parte inferiore della termosfera.
Per maggiori informazioni:
http://www.nasa.gov/mission_pages/sunearth/news/saber-solarstorm.html
A fronte di questa interessantissima ricerca e di tutto il parlare che spesso si legge in rete in merito al nostro Sole, a catastrofi varie e a profezie non possiamo non fare una nostra personale riflessione.
Noi crediamo che non ci sia nulla di strano nella nostra stella e che essa si comporti in modo non così diverso da quanto abbia fatto finora, segue semplicemente i suoi "ritmi" più o meno intensi. Ma la Terra? La Terra è cambiata, secondo noi, in modo molto più sostanziale di quanto non abbia fatto il Sole.
Nel 1999 iniziavano controlli più approfonditi sui raggi ultravioletti UV-B a causa della diminuzione dello strato di ozono (http://www.cespevi.it/art/proveuv.htm) e studi sono stati portati avanti per comprendere gli effetti di questi cambiamenti su piante ed animali.
Agli inizi degli anni 2000 l'Istituto Superiore della Sanità, pubblicava diversi articoli sugli effetti dei raggi UV, prefiggendosi anche lo scopo di presentare una sorta "guida pratica universale per una corretta esposizione al sole". Segnaliamo ad esempio, il seguente link http://www.iss.it/site/sole/uvin/index.html.
All'interno del documento si cita:
"Quest'anno (2003) anche in Italia vari mezzi d'informazione (televisione, giornali) riportano l'Indice Universale della Radiazione UV Solare (UVI) fra le informazioni quotidiane, solitamente sotto forma di un bollettino che contiene il valore massimo dell'indice previsto nell'arco della giornata per le diverse localitá o aree geografiche (nord, centro, sud)."
Diverse notizie sono apparse sulle testate giornalistiche nazionali.
Ad esempio, in un articolo del Corriere della Sera online (http://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Medicina/2006/08_Agosto/05/sole.shtml) troviamo scritto:
"Per limitare questi problemi basta limitare a livelli ragionevoli l'esposizione alla luce solare. Evitare, tanto per cominicare, le ore più calde, tra le 10 e le 14, quando si consiglia di stare all'ombra; indossare vestiti protettivi; gli occhiali da sole ad alta protezione riducono enormemente i rischi per gli occhi; abiti aderenti e coprenti offrono un'ulteriore protezione dalla luce solare; creme solari protettive (almeno +15), applicandole ogni due ore; evitare l'uso di lampade o lettini abbronzanti, soprattutto prima dei 18 anni."
Ad oggi non è chiaro quanto potenti CME influenzino il clima, tuttavia possiamo ipotizzare che le eruzioni solari contribuiscano ad un aumento della radiazione UV in arrivo sul nostro pianeta e, viste le condizioni sempre più critiche dello strato di ozono che ci protegge, quello che ci chiediamo non è tanto cosa farà il Sole nei prossimi anni ma come reagirà la nostra Terra.
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