"Quando un fatto interiore non viene reso cosciente, si produce fuori, come destino." (Carl Gustav Jung)
Secondo i lama tibetani ogni uomo nasce come una manifestazione unica delle energie fondamentali dell’universo, infatti i vari prana vengono mescolati in modo particolare nei vari individui, e questo avviene perché conserviamo in noi delle determinazioni karmiche che ci provengono dalle precedenti incarnazioni. L'uomo porta in sé un estratto del corpo eterico che gli orientali chiamano linga-sarira, in cui restano depositati i residui delle vite passate. Non sappiamo quello che è restato scritto nel corpo eterico, ma ciò che è stato scritto si manifesta influenzando le nostre tendenze e gli impulsi che sentiamo interiormente.
Le tendenze e le determinanti karmiche hanno delle caratteristiche specifiche che si manifestano fin dalla nascita nella dimostrazione dei nostri tratti specifici, e le tracce karmiche non sono equilibrate altrimenti nasceremmo perfetti come Buddha. Solitamente gli esseri comuni nascono imperfetti perché portando degli squilibri accumulati a livello karmico, e gli squilibri divengono molto evidenti negli stili di vita. I lama dicono che le combinazioni dei prana interiori causano le combinazioni che creano le diversità dei temperamenti, le diverse facoltà mentali e le strutture del corpo fisico.
Dopo la nascita, le nostre tendenze naturali si intrecciano con l'ambiente e con l'educazione mischiandosi in modo armonioso o disarmonico con lo stile personale con cui ognuno reagisce alle varie dinamiche che legano tutti questi fattori. Secondo i lama tibetani qualsiasi avvenimento, dal più piccolo al più grande, riesce a causare una reazione negli elementi che ci compongono, infatti ogni azione influisce sulle nostre combinazioni interiori, e influisce su di noi indebolendo o rinforzando alcune nostre tendenze basilari. Con il tempo, le azioni e reazioni individuali sviluppano delle caratteristiche peculiari a scapito di altre, perciò alcuni fattori si rinforzano mentre altri indeboliscono, poiché l’ambiente può influire a vantaggio o a svantaggio dell'uomo. Lo squilibrio può essere momentaneo o duraturo, infatti la minima perturbazione può influenzare tutti gli elementi interiori. In verità, gli squilibri prodotti non sono sempre drammatici come si può pensare, e si può ritrovare l'armonia dell'equilibrio interiore facendo una dieta adeguata, frequentando le giuste compagnie, facendo buone letture e preferendo delle esperienze gioiose che tolgono lo squilibrio e risanano il mondo interiore.Alcuni squilibri sono più gravi e altri più leggeri, infatti è diverso l’effetto a seconda che i fatti agiscano sui tratti caratteriali di vecchia data, oppure se attivano delle inclinazioni più attuali. Perciò vediamo nelle persone dei tratti caratteriali che sono sempre dominanti perché sono vecchie strutture del loro carattere, mentre altri tratti caratteriali emergono solo quando si verificano un determinato tipo di eventi. Perciò osserviamo che esistono individui che sono più equilibrati e armoniosi, infatti alcune persone sono più serene e solide avendo un maggiore equilibrio interiore, perché sanno esprimere l’amore, la compassione, la generosità, etc.Infatti tutti conosciamo delle persone sane e felici che sanno avere delle relazioni serene e stabili, e che sanno usare anche gli avvenimenti più dolorosi della loro vita traendo da essi delle risorse per maturare un carattere migliore. Per tutti gli esseri umani esistono dei fatti in cui un disagio o una tragedia dolorosa crea una crisi profonda del senso del vivere. In quei frangenti gli elementi diventano tutti sbilanciati e si perde la pace interiore, infatti alcuni elementi prevalgono sugli altri, perciò prevale la tristezza, la rabbia, la depressione, la distrazione, e si diventa l'estraneo che è distante da tutto il mondo.La sofferenza dimostra sempre una disarmonia interiore, perciò indica la necessità e l'urgenza di una tecnica di guarigione coltivando un elemento nuovo, eliminando un elemento vecchio o aumentando la gioia di fare attività migliori. In questi casi si lasciano le vecchie abitudini per fare cose nuove, e spesso osserviamo cambiamenti personali in cui emergono caratteristiche e abitudini che prima non erano evidenti. Nei momenti destabilizzanti è facile iniziare le pratiche ed i percorsi spirituali, infatti queste sono tutte modalità comuni di reagire alla sofferenza dello squilibrio interiore.Nella medicina tibetana si dice che i problemi hanno sempre l'aspetto fisico, l'aspetto mentale, l'aspetto emotivo e il tratti energetico, perciò si dice che tutti i disagi si manifestano in tutti i livelli e si curano con tecniche diverse. Le loro diagnosi usano competenze molteplici, perciò alla medicina si associa l'indagine divinatoria, l'intuizione, l'analisi dei sogni e l'analisi del quadro astrologico. I rimedi sono molteplici, e alle cure fisiche si affiancano le tecniche di esorcismo, vari tipi di purificazione, le tecniche di recupero dell'anima, si lavora sulla forza dei prana, si usano gli esercizi di yoga assieme alle pratiche meditative, alla contemplazione e alla preghiera.I terapeuti usano vari strumenti e metodi, però si inizia la cura riconoscendo la vera natura della mente individuale per sapere come dimorare in essa per risanarla. Solo conoscendo la natura della mente individuale possiamo usare l'ottica giusta, altrimenti applicheremmo la tecnica sbagliata. Nelle situazioni ogni analisi va sempre adeguata al contesto, perché è necessario conoscere i livelli più sottili delle cose per comprendere il livello grossolano della manifestazione delle cose. Le energie vengono associate alle emozioni, ai tipi di personalità, agli stili cognitivi ed esperienziali delle persone, perciò da essi vediamo come le forze si manifestano nella mente e nella vita. L’elemento della terra rappresenta il fondamento dell’essere umano, perciò nella tradizione sciamanica la terra viene posta al centro del mandala, mentre nel tantra e nello dzogchen è lo spazio che è collocato al centro dell’essere come base e fondamento di tutti gli altri elementi. L'elemento della terra indica le qualità interiori di pesantezza, di solidità, di compattezza e di sicurezza che sono collegate alla gravità del corpo. La terra diventa fertile e ricca se riesce a vivere in armonia con tutti gli altri elementi, cioè se riceve l’umidità e il calore adeguati a nutrirla e fecondarla. Per avere una terra fertile è necessario avere il calore del sentimento e l’aria raffinata di un ottimo livello mentale, perché altrimenti la nostra terra interiore diventa come una landa priva di vita e calore. La persona arida è come una terra riarsa dalla scarsità affettiva e mentale, soprattutto se vi unisce una carenza di sensibilità e di sentimento, infatti la desolazione totale si vede è nella carenza congiunta dell'affetto e dell'intelletto. Se la terra interiore è un luogo armonico si è saldi e affidabili, perciò se c'è anche un giusto apporto dell'acqua esiste l'equilibrio della terra che possiede la serenità esteriore e interiore: In questa armonia si diventa fluidi e si sa come avanzare nella vita e nei rapporti avendo molta sicurezza e scioltezza, perché se la terra viene unita armoniosamente all'acqua diventa il territorio gioioso in cui si vive bene in tutte le situazioni. Nella dimensione superiore, la terra ci dona la gioia di vivere e la contentezza di essere al mondo, e questa gioia è un dono innato che non dipende dall'esterno, ma è la gioia che traspare e che si porta ovunque, perché è la gioia di chi sa godere sempre della gioia di vivere. Solitamente questa gioia si perde per la sofferenza dell'esistenza duale, perciò si crede che essa si possa ritrovare nelle situazioni esterne inseguendo un nuovo lavoro, un nuovo amore, una maggiore ricchezza, una promozione sul lavoro oppure la soddisfazione di qualsiasi altro desiderio. Si crede che queste cose esterne siano sufficienti per accrescere il nostro benessere interno, infatti si crede di poter ritrovare la gioia nell'avere e nel fare, piuttosto che nell'essere. La predominanza dell'elemento dell’acqua dona l’abbondanza dei sentimenti e delle emozioni, ma sviluppa la tendenza a lasciarsi condurre con inerzia dalla vita. L'abbondanza di acqua rischia di evidenziare un egoistico benessere interiore, perciò può sviluppare una perdita di presenza nei riguardo dell'esistenza e una tendenza ad accontentarsi di tutto quello che si possiede trascurando la volontà di una evoluzione di livello maggiore. La prevalenza dell'acqua causa la tendenza a non volersi impegnare in ciò che è difficili o impegnativo, perciò sviluppa una sorta di rinuncia nella ricerca di cose migliori e di prospettive superiori. Nella pratica della meditazione l'eccesso di sentimentalismo dell’acqua produce un eccessivo languore interiore e una sognante inerzia, perciò l’individuo si perde troppo nell'analisi delle sue emozioni. Quando avviene un eccessivo sviluppo di sensibilità personale si rischia di diventare degli individui piagnucolosi e di essere vittime dell'autocommiserazione, perciò il rischio proviene da una forma eccessiva di autocompiacimento della propria persona e nel subire troppo intensamente il flusso e di riflusso delle proprie emozioni. Una carenza di acqua comporta un disagio interiore per la mancanza della gioia, così come la preponderanza di terra fornisce una solidità che diventa arida non essendo capace di provare il piacere e l'apprezzamento delle gioie della vita. Nella pratica meditativa la carenza d'acqua causa una scorsa gioia e propensione per il cammino spirituale, perciò ogni pratica spirituale che viene attuata diventa sterile e arida. La positività dell'acqua si accentua nell'apertura del cuore e del sentimento, perciò nello sviluppo dell'amore e della compassione che sono le basi indispensabili per ogni via spirituale. L'aspetto positivo del fuoco è quello creare e progettare con creatività, perché il fuoco è collegato all'intuizione, all'entusiasmo e all'eccitazione, infatti nel fuoco equilibrato vediamo le iniziative felici e la realizzazione delle idee. Il fuoco è collegato alla beatitudine, alla gioia e all'entusiasmo, perciò il fuoco offre la gioia del benessere del corpo, infatti il livello superiore del fuoco ci offre la beatitudine dell'essere e la saggezza della discriminazione. L'eccesso di fuoco interiore comporta una mancanza di stabilità, perciò rende i movimenti veloci, causa irrequietezza e agitazione interiore, infatti non si riesce a restare fermi a lungo e si tende a voler fare sempre qualcosa. Il silenzio e l'immobilità risultano noiosi, perciò è facile avere difficoltà ad addormentarsi, inoltre c'è molto gusto di parlare e molta velocità di elaborazione mentale. Nella pratica della meditazione al fuoco manca la calma e la tranquillità, infatti c'è irrequietezza e agitazione soprattutto con una concomitante carenza dell’elemento d’acqua, e l'instabilità si accentua con una carenza dell’elemento della terra. Nel cammino spirituale l'insufficienza del fuoco causa carenza di energia e ispirazione, perciò offre ben poca felicità nel praticare, poiché tutto viene fatto in modo meccanico e poco ispirato. Quando ci manca il fuoco interiore manca la vitalità e la creatività, perciò non si avverte il piacere di nulla, non c'è il minimo entusiasmo e la vita è vissuta come un fatto meccanico e abituale, perciò ogni vita è faticosa e pesante. Le pratiche per sviluppare il calore interno sono quelle del tummo, che è la tecnica famosa per le immagini dei praticanti che sedendo nella neve riescono ad asciugare gli asciugamani bagnati con il calore creato dal corpo, la pratica del rushen esterno e alcune forme di yoga fisico. L'aria è l'elemento che facilita il cambiamento, perciò rende molto ariosi e capaci di trasformare facilmente il negativo in positivo, l'odio in amore, la gelosia in apertura, l'avidità in generosità e così via. L'aria viene collegata alla curiosità, all'apprendimento, alla duttilità dell'intelletto, perciò il suo aspetto più elevato è la saggezza della realizzazione. Se l'aria domina troppo riduce le qualità positive della terra e dell'acqua, perciò manca stabilità e serenità interiore, perciò diventa difficile applicarsi alle cose. Ogni volta che viene raggiunto un luogo si vuole raggiungere un altro luogo, infatti si vuole essere altrove non trovando la pace di un giusto adattamento alle situazioni in cui ci si trova. Si diventa troppo nervosi, incapaci di concentrazione, preoccupati e molto instabili, perciò il minimo inconveniente porta l'infelicità. La determinazione interiore cede all'incertezza e le convinzioni sono demolite con facilità, perché manca il centro di gravità interiore e le influenze esterne condizionano troppo l’equilibrio interiore. Una carenza d’aria da immobilismo, si combina poco e ogni preoccupazione diventa persistente, perciò si tende a crogiolarsi nel malessere interiore. Quando l'aria va in equilibrio si trovano facilmente le soluzioni alle ansie e alle preoccupazioni, perciò si resta sereni anche se tutto non va bene. L'aria permette alla mente di cambiare velocemente la sua direzione, e permette di acquisire velocemente delle nuove prospettive. La rapidità di trasformare il negativo in positivo dipende dal livello di sviluppo dell'aria che abbiamo, perchè l'aria è il prana che sostiene la mente, perciò il tantra e il dzogchen raccomandano degli esercizi specifici per rinforzare questo elemento in tutti. Se l’elemento è disturbato è difficile restare in meditazione, perché c'è troppa impazienza: si sentono troppi interrogativi e domande, perciò l’eccesso impedisce di fare l'esperienza del khunzi, che è la vacuità che esiste alla base delle cose, perché la mente e l'energia sono in perenne movimento. Alcuni tantra dicono che l'aria è l’elemento collegato ai poteri magici, perché la magia è una trasformazione, e senza l'energia dell'aria non esiste trasformazione, perciò tradizionalmente si dice che la carenza d'aria impedisce ogni pratica spirituale. Le pratiche dell'aria sono collegate al lavoro sui prana e sui canali, e tra le tecniche superiori c'è la tecnica del pho wa, ossia del trasferimento di coscienza tra un uomo all'altro, e la respirazione contemplativa che apre il canale centrale con il respiro. Le pratiche dell'aria sono quelle che separano il prana puro dall'impuro, cioè le pratiche che separano gli stati mentali puri dagli impuri, perché l'aria è l'elemento più adatto a separare questi aspetti.Lo spazio è il luogo da cui tutto nasce e in cui tutto torna, perciò questo elemento viene collegato alla consapevolezza, infatti l'esperienza dello spazio sorge dalla consapevolezza, è il contenuto della consapevolezza e il suo concetto è uguale alla consapevolezza. Se lo spazio possiede l'equilibrio si vive nell'equilibrio che sa accogliere ogni cosa, perciò tutto quello che avvenire viene accolto, perché c'è sempre abbastanza tempo, pazienza, tolleranza e forza per accogliere ogni aspetto e ogni tipo di esperienza. Siamo in grado di essere abbastanza vicini e abbastanza distanti dalle esperienze per poterle esaminare restando radicati in noi stessi e in ciò di cui facciamo esperienza. Se lo spazio interiore ci predomina restiamo troppo distaccati e siamo troppo eterei, perciò non sappiamo integrarci con la natura della mente, infatti perdiamo facilmente il contatto con la mente. E' in questo modo che accade una perdita di senso, perché il rapporto con la vita diventa superficiale, perciò si vive come privi di radici e in balia della corrente. L'eccesso di spazio causa la mancanza di consapevolezza e di presenza mentale, mentre la sua carenza rende la vita troppo solida e impenetrabile, perciò la vita tende a sopraffarci fino a distruggerci. Uno spazio interiore equilibrato permette di lavorare a tempo pieno, permette di avere famiglia e di prendersi cura di tutto senza tralasciare nulla, perché lo spazio interiore diventa un luogo abbastanza comodo per accogliere e contenere tutto. Chi sente che il suo spazio interiore è troppo ridotto non sa farlo, perché tutto diventa un peso e il tempo diventa insufficiente per fare tutto. Se lo spazio diventa troppo preponderante ci ingloba e tutto diventa indifferente e privo di senso, perciò si vive senza assaporare quello che si sta facendo. Solitamente gli uomini si identificano troppo con le cose esterne e con i contenuti dello spazio, perciò diventano l'esperienza esterna piuttosto di essere colui che fa l'esperienza: così viviamo a metà e restiamo incompiuti in tutte le cose. Se sappiamo come integrandoci nello spazio conosciamo la natura della mente, perciò diventiamo liberi e non siamo più vincolati a ciò che viene dall'esperienza, perciò realizziamo la nostra vera natura, e non cerchiamo noi stessi nelle situazioni esteriori. Noi diventiamo gli esseri in rapporto con l'essenza interiore che non cercano la gioia e la causa dei problemi altrove. Se sappiamo che i problemi si manifestano nello spazio non abbiamo più bisogno di identificarci con quei problemi. Noi sappiamo come sostenerci con l'esperienza dell'essere più profondo e non siamo dipendenti dal modo con cui gli altri ci vedono. Le nostre sicurezze non dipendono da ciò che possediamo, da quello che facciamo: ci accettiamo pienamente e accettiamo tutto ciò che viene, perché abbiamo tutte le risorse interiori per affrontarlo. Le esperienze positive o negative dipendono dal modo con cui reagiamo ad esse, perciò esiste la possibilità di fare una scelta. Esiste in tutti la capacità di legarsi alle esperienze più dolorose, oppure di scegliere di potersi estendere oltre il problema e il dolore. Per questo motivo il dzogchen attribuisce tanta importanza allo spazio, in quanto lo spazio interiore si realizza mano a mano che gli elementi si riequilibrano, infatti la saggezza della vacuità dell'esistenza è sempre in relazione con lo spazio interiore.Buona erranza Sharatan