Si parla tanto di viralità dei contenuti sul Web, intendendo la capacità, aumentata in maniera esponenziale, com’è ormai chiaro a tutti, di diffondersi da un nodo all’altro della Rete con rapidità e raggiungere un gran numero di persone in un tempo ridotto.
Di recente, uno studio condotto dall’American Council on Science and Health ha affermato la “contagiosità” dei tweet negativi. Nel contesto della ricerca, portata avanti alla Penn State University, sono stati raccolti ed esaminati i tweet che presentavano keywords, cioè parole chiave, inerenti la vaccinazione ai bambini nel 2009, nel periodo che tutti ricordiamo per l’influenza A/H1N1.
Secondo i ricercatori, i tweet “negativi” si sono dimostrati molto più efficaci, in termini diffusivi, rispetto a quelli che esprimevano positività. Sembrerebbe, dall’analisi effettuata su un campione di oltre trecentodiciottomila messaggi, che “twittare” espressioni negative spinga di più altri individui a esprimersi negativamente a loro volta. C’è quindi una così stretta correlazione tra i nostri comportamenti e quelli degli altri, sulla Rete e in particolare nei social network?
Sì, ma non in maniera così decisiva e, soprattutto, non in termini negativi. Un altro studio, condotto all’Università della Pennsylvania, ha rilevato, infatti, che gli utenti tendono molto di più a condividere contenuti a carattere “positivo” e, più in generale, contenuti che possano stupire, o sorprendere, gli altri utenti.
Insomma, bando agli allarmismi. E voi come e cosa condividete?
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