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La nemica

Creato il 08 novembre 2014 da Patuasia

A un centinaio di chilometri da qui, a Torino, è in atto una manifestazione importante: Artissima – internazionale di arte contemporanea, un palcoscenico della ricerca nel mondo delle arti visive. Molte altre iniziative le fanno da corollario e creano un week end culturale unico e riconosciuto sia dai media sia dagli addetti ai lavori, ma anche dal più vasto pubblico. Un appuntamento intelligente per far girare la moneta insieme alle idee. Artissima non è nata ieri, ma nel 1994, eppure da noi non c’è mai stato nessun assessore o politico che ne abbia tratto un profitto per l’intera collettività valdostana. Possibile che un’occasione di grande visibilità internazionale e a due passi da qui, non sia mai stata colta per tradurla in un elemento di attrazione verso il nostro territorio? Abbiamo sedi espositive sottoutilizzate, alcune addirittura dismesse come le due torri: Fromage e del Lebbroso e non ci è mai venuto in mente di usarle per ampliare gli orizzonti verso Torino e le sue suggestioni. Etroubles lo ha fatto con Martigny, anche se ultimamente pare che le le collezioni personali della Fondazione Gianadda siano esaurite come lo ha dimostrato la brutta mostra su Giacometti, ma uno sforzo di apertura c’è stato e ha dato i suoi frutti. Aosta continua a procedere per tentativi e conoscenze amiche. Ve la ricordate Sveart? 500.000 euro dati all’amico Paolo Levi per una manifestazione che avrebbe dovuto rottamare la Biennale di Venezia e che ha portato a casa niente in termini di visibilità e di indotto economico: 1200 visite in due mesi a ingresso gratuito! Questo conferma l’assenza di una qualsiasi strategia culturale. Nel cassetto solo carte di credito e nessun sogno. Eppure dal punto di vista della comunicazione fare rete, stabilire alleanze, creare contesti è indispensaile per partecipare alla competizione globale.

Che non significa appiattirsi nel mercato, ma sfruttare le opportunità per poter dare visibilità al proprio specifico. Se non ti vedo non esisti. Inventarsi, reinventarsi, stare al passo con l’arte che è un prezioso indotto turistico ed economico. Trovare un punto di incontro-collaborazione con Artissima magari offrendo gli spazi museali a gallerie, aprendosi così a nuovi curatori, artisti, collezionisti, critici e curiosi… tutti potenziali turisti di domani. Trasformare la città, così come si è trasformata Torino, in un più piccolo, ma altrettanto interessante museo di arte contemporanea dove un tema specifico sia espresso nella sua unicità. Bisogna crederci. A noi invece piace fare le cose dentro alle nostre quattro mura. Non ci interessa la cultura, ma il consenso. Qualcosa si fa, per forza! Un contentino bisognerà pur darlo, ma è sempre monitorato, concesso, tenuto bene al guinzaglio dal politico di turno, quando invece la cultura richiede piena libertà di espressione e inventiva. E chissenefrega se poi siamo una collettività abbrutita e ignorante, clientelare e mafiosa, anzi così la vogliamo perché, suddita e bisognosa, è facilmente manipolabile. La cultura a noi è nemica.


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