Cynthia Nixon ha imparato sulla sua pelle cosa voglia dire la furia della lobby omosessualista. L’attrice, nota per aver recitato nella serie “Sex and the city”, è stata travolta in una grossa polemica dal “New York Times”, che ha pubblicato una sua dichiarazione in cui spiegava che per lei essere omosessuale è stata una scelta consapevole. Oggi, anche se nessuno ha mai trovato un “gene gay”, è proibito dire che l’omosessualità non è determinata geneticamente, pena la gogna mediatica. L’estrema necessità di sostenere questa posizione antiscientifica è stata spiegata bene dall’ex omosessuale Adamo Creato nell’ottobre scorso.
La Nixon è omosessuale da otto anni, ma prima è stata per 15 anni con un uomo da cui ha avuto due figli. E’ abbastanza frequente infatti che un eterosessuale diventi omosessuale (come è stato per Cecchi Paone o Franco Grillini), ma è assolutamente proibito dire che possa esistere qualcuno che da omosessuale diventi (ritorni, meglio) eterosessuale. Questo è il secondo divieto, ma la Nixon non lo ha rispettato e ha osato dire qualcosa di diverso: «So che per molte persone non è stato così, ma per me è stata effettivamente una scelta». E ancora: «Molte persone sono preoccupate del fatto che l’omosessualità sia vista come una scelta perchè questo vorrebbe dire poter essere o non essere gay a proprio piacimento. Io credo che questo in realtà non sia importante, l’unica cosa fondamentale è che veniamo rispettati e non discriminati». Orrore! Sacrilegio!
Si dice che l’onorevole Paola Concia sia entrata nel panico più completo e abbia cominciato ritualmente e meccanicamente ad accusare Giovanardi di essere un omofobo. Altri attivisti gay, come Wayne Bese, letteralmente terrorizzati dalle conseguenze hanno dichiarato: «Cynthia non ha misurato le sue parole che potrebbero essere usate per guidare e influenzare i giovani omosessuali affinché tornino su quella che da molti viene considerata la retta via». “Tornino?” Un piccolo e significativo lapsus freudiano, forse?
Esistono comunque decine e decine di studi in cui si dimostra la grande responsabilità dei fattori familiari/ambientali nella nascita del comportamento omosessuale in una persona, come questo. D’altra parte, è la stessa American Psychologycal Association, politicamente e ideologicamente “gay-friendly”, a riconoscere che non vi sia alcun consenso sulla genesi dell’omosessualità, esaminando cause genetiche, ormonali, ambientali, sociali e culturali ha concluso che non è determinata da nessuno di questi fattori in modo specifico e predominante. Nel suo libro “When Wish Replaces Thought: Why So Much of What You Believe Is False” (Prometheus Books 1992), il prestigioso sociologo, Steven Goldberg , presidente del Dipartimento di Sociologia al City College di New York, ha scritto un capitolo sulla bufala del “gene gay”, dicendo: «Praticamente tutte le prove che abbiamo sono contro l’argomento che vi sia un determinante fattore fisiologico causale dell’omosessualità e non conosco nessun ricercatore che crede nell’esistenza di un tale fattore [...]. Esistono fattori che svolgono un ruolo di predisposizione, non un ruolo determinante [...], non conosco nessuno nel campo che sostiene che l’omosessualità possa essere spiegata senza fare riferimento a fattori ambientali».