Stipendi e pensioni dei Parlamentari
Stipendi e pensioni dei Parlamentari:
Stipendio 15.237.02 euro netti al mese
Pensione pari ad un minimo di 2.797 euro netti al mese
Pensione pari ad un massimo di 8.952.712 euro netti al mese
DIPENDENTI PUBBLICI:
2001-2004 (dicembre 2003)
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TESSERA DEL CINEMA gratis
- TESSERA TEATRO gratis
- PISCINE E PALESTRE gratis
- TESSERA AUTOBUS – METROPOLITANA gratis
- CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
- FS gratis
- AUTO BLU CON AUTISTA gratis
- RISTORANTE spesso gratis o a 2 lire
Ho scritto tanto in proposito allo sperpero di danaro pubblico, e per la parte politica occorre dimezzare i deputati, senatori, consiglieri di tutti gli enti locali, accorpare le province, introdurre un limite massimo di 3/4 legislature per le quali poter esser eletti e con un limite d’eta’ di 65 anni oltre il quale non si puo’ essere eletti ne’ deputati ne’ senatori ne’ a livello locale, e vincolare come in svezia lo stipendio (tutto compreso, benefits etc) dei parlamentari, al netto mensile, ad un multiplo massimo (io direi 5 volte) dello stipendio lordo di quello di un pubblico dipendente medio (Retribuzione mensile lorda media di 2.300 euro), che fa’ circa 11.000 euro netti per il parlamentare ovvero il 30% in meno di quello attuale grosso modo. Eliminare il Tfr dei politici e ridurre la pensione ad una somma pari nel massimo al doppio di quella di un pubblico dipendente medio, e non fruibile se non si sia ricoperto il mandato globale per almeno 5 anni, oppure fruibile anche per periodi di mandato inferiori, ma con misura pari a quella dei dipendenti pubblici.
La Pubblica Amministrazione [ compresa la spesa per i parlamentari ed i 3.377.918 Pubblici Dipendenti (dato al 2003 ma che oggi sono circa 3.6 milioni), spesa cmq che nel 2005 e’ stata di 155,5 miliardi ] costa circa 687 miliardi di euro l’anno, circa il 48.48% dell’intera’ produttivita’ del Paese ( PIL = 1.417,2 miliardi di euro l’anno). Il livello ottimale e sano degli impiegati della P.A. potrebbe tranquillamente funzionare con una spesa di almeno il 10% inferiore, ovvero circa 70 miliardi di euro che sono più di 4.94 punti di Pil, ma per fare cio’ dovrebbe fare a meno di circa 800.000 mila pubblici dipendenti, dall’oggi al domani o al massimo nel giro di anni 2, con prepensionamenti agevolati, e ricorrendo al meccanismo del blocco del turn over. In qualsiasi azienda, si deve aumentare la produttività a costi contenuti e ragionevoli rispetto al fatturato, pena la chiusura dell’azienda! E’ ammissibile avere almeno 800.000 mila pubblici dipendenti , dipendenti del senato o Camera compresi, che sono li’ a non fare nulla e a rubare lo stipendio? DEBITO PUBBLICO: Ha toccato 1.510,8 miliardi di euro il 106,6% del pil nel 2005.
- Pubblici Dipendenti Retribuzione media mensile lorda ( DATI AGGIORNATI AL DICEMBRE 2005) di 2.300 euro, dai 1.892 euro ai 3.100 euro: 2.782 euro nelle Universita’, 2.491 euro Corpi di Polizia, Forze Armate 2.407 euro , Ministeri 2.299 euro , Enti Pubblici non economici 2.405 euro , Regioni e Autonomie Locali 2.158 euro, Aziende Autonome 1.892 , Servizio Sanitario 2.417 euro , Scuola 2.122.
- Pubblici Dipendenti Retribuzione lorda annua media di 30.000 euro circa ( dai 25.000 euro ai 37.000 mila euro): 37.000 euro nelle Universita’, 33.000 Corpi di Polizia, Forze Armate 31.500, Ministeri 30.000, Enti Pubblici non economici 31.500, Carriera diplomatica e prefettizia , Regioni e Autonomie Locali 28.000, Aziende Autonome 25.000 , Servizio Sanitario 31.500, Scuola 28.000
Per fare tutto cio’ dovremmo entrare direttamente noi cittadini della “strada”, e non solo taluni o grillo o altri in ns vece, in contatto con uno o piu’ partiti politici che assumano e condividano le ns proposte di RESET in ogni campo, e che al contempo aprano una selezione tra tutti noi e assumano ,al loro interno come dirigenti e futuri eletti, a trattativa immediata ( aperta a tutti coloro che ne facciano richiesta, e diretta senza concorso alcuno o alcuna precedente entratura politica di partito o sindacale) decine di noi cittadini della “strada”; attualmente per le cose concrete messe in campo io prediligo Capezzone la Poretti della rosa del pugno, Follini e Tabacci, Furio colombo, ma ve ne sono sicuramente altri anche in altri partiti benche’ ad oggi rimasti nel buio.
La prima voce è l’indennità, quella che nel linguaggio comune è definita “stipendio”, seguono la diaria e i rimborsi: per le “spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori”, per le spese accessorie di viaggio e per i viaggi all’estero, per le spese telefoniche. Completano la scheda le voci sull’assegno di fine mandato, per l’Assegno vitalizio e rimborso per le prestazioni sanitarie:
Indennità parlamentare: 12 mensilità. L’importo mensile (è pari a 11.190,89 euro, al lordo ) è pari a 5.419,46 euro, al netto di tutto.
- Diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma: L’importo mensile è pari a 4.003,11 euro al netto.
- Rimborso forfettario per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori: L’importo mensile è pari a 4.190 euro al netto.
- Rimborso trimestrale forfettario per spese accessorie di viaggio per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto ( che si riferiscono solo ai trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio; i deputati non pagano gia’ nulla per gli aerei, treni etc; usufruiscono infatti di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale). Rimborso forfettario: L’importo trimestrale è pari a 3.323,70 euro al netto ( 1.107,9 euro mensile), per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro ( 1.331,7 euro mensile), se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.
- Rimborso forfettario per spese viaggi all’estero: Rimborso forfettario: L’importo annuo è pari a 3.100,00 euro al netto ( 258,33 euro mensile). I deputati, qualora si rechino all’estero per ragioni di studio o connesse all’attività parlamentare, possono richiedere un rimborso.
- Rimborso forfettario per spese telefoniche: Rimborso forfettario: L’importo annuo è pari a 3.098,74 euro al netto ( 258,22 euro mensile).
- Assegno di fine mandato, non quindi al compimento dei 65 anni, ma subito in unica soluzione , e’ l’equivalente del Tfr: 44.763,56 euro al netto, somma che si ricava dalla regola per la quale Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’Assegno di fine mandato, in unica soluzione, pari a 8.952,712 euro al netto, pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità (pari a 11.190,89 euro, al lordo ), x 5 anni ( ogni anno di mandato effettivo o frazione non inferiore ai sei mesi).
- Assegno vitalizio ovvero la pensione. L’importo mensile (dopo aver coperto almeno 30 mesi di attivita’ parlamentare e che sara’ percepito a partire dal 65° anno di età) è pari ad un minimo mensile di 2.797 euro al netto ed un massimo mensile di 8.952.712 euro al netto. L’importo dell’assegno al netto varia da un minimo del 25 per cento a un massimo dell’80 per cento dell’indennità parlamentare al lordo, (pari a 11.190,89 euro, al lordo ), a seconda degli anni di mandato parlamentare.
- Assistenza sanitaria: Rimborso secondo quanto previsto da un tariffario particolarmente agevolato che prevede un rimborso minimo dell’80 per cento delle spese sanitarie sostenute in strutture private fino alla copertura totale di ogni spesa per chi ha ricoperto mandati parlamentari per almeno 5 anni. Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 503,59 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto dal suddetto tariffario.
E consideriamo che il solo diminuire la spesa pubblica di 3 miliardi di euro circa di costi all’anno (partendo per esempio dall’immediato, la prossima settimana, licenziamento dei fannulloni del pubblico impiego , anche se fosse solo il 2% del totale dei dipendenti, oggi pari a 3.6000.000 circa, ovvero 72.000 mila persone ), farebbe da sola venir meno l’esigenza dello Stato ad incassare l’equivalente importo in tasse, e quindi per esempio eliminare l’ICI sulla prima casa a tutte le famiglie (circa 2,5 miliardi di euro di gettito annuale). Pensate cosa potrebbe fare questo Stato con un risparmio di spesa annuo pari a 70 miliardi di euro ricavabili dai tagli complessivi alle varie voci della spesa pubblica totale ( 687 miliardi di euro l’anno ) accorpamento delle province comprese; semplicemente volare! La diminuzione infatti di circa 720.000 pubblici dipendenti il 20% del totale dei dipendenti, oggi pari a 3.6000.000 circa, farebbe diminuire la spesa pubblica di 30 miliardi di euro circa di costi all’anno .
1) CONTO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE – SPESE dal 1999 al 2005
Meno Stato + mercato + liberta’
Dal sito del Parlamento:
Indennità parlamentare
L’indennità, prevista dalla Costituzione all’art. 69, è determinata in base alla legge n. 1261 del 31 ottobre 1965. È fissata in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Tale misura è stata rideterminata in riduzione dall’art. 1, comma 52, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006).
L’indennità è corrisposta per 12 mensilità. L’importo mensile – che, a seguito della delibera dell’Ufficio di Presidenza del 17 gennaio 2006, è stato ridotto del 10% – (è pari a 11.190,89 euro, al lordo ) è pari a 5.419,46 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 749,79) e assistenziali (€ 503,59) della quota contributiva per l’assegno vitalizio (€ 962,42) e della ritenuta fiscale (€ 3.555,63).
Diaria
Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge n. 1261 del 1965. La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico. È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco della giornata.
Rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori
A titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza. Ai deputati non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990.
Spese di trasporto e spese di viaggio
I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.
- I deputati, qualora si rechino all’estero per ragioni di studio o connesse all’attività parlamentare, possono richiedere un rimborso per le spese sostenute entro un limite massimo annuo di 3.100,00 euro.
Spese telefoniche
I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.
Assistenza sanitaria
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 503,59 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario.
Assegno di fine mandato
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 749,79 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’assegno di fine mandato, che è pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).
Assegno vitalizio
Anche in questo caso, il deputato versa mensilmente una quota – l’8,6 per cento, pari a 962,42 euro – della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall’Ufficio di Presidenza il 30 luglio 1997. In base alle norme contenute in tale Regolamento, il deputato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. L’importo dell’assegno varia da un minimo del 25 per cento a un massimo dell’80 per cento dell’indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti. Lo stesso Regolamento prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale.
E son dati ad oggi peggiorati…