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La nostra terra, siamo tutti Peppino Impastato

Da Miryam
La nostra terra, siamo tutti Peppino Impastato
La nostra terra è il meridione
ricca di storia gloriosa
Provenienti da ogni parte del mondo
I nostri Padri
Fenici,Greci,Normanni
Angioini,Asburgo,Borboni
fecero grande questa terra
Stirpi estinte nel tempo finito
ma ancora vive nei nostri occhi
la storia è dentro di noi
in ogni angolo di questa terra
con il sole in bocca ed il mare negli occhi
Ti amiamo terra bella e maledetta
uomini illustri sono nati dalle tue viscere
uomini di merda vi son cresciuti
ti hanno calpestata,ferita a morte
mafia, camorra ,ndrangheta
le piante malvage hanno scavato a fondo
hanno reso questo giardino
teatro di sangue, lotte e fucili
orde maligne di uomini senza onore
bruciano la nostra illustre storia
Voglia di riscatto e voglia di cambiare
Peppino Impastato, il coraggio
I suoi primi cento passi
Contro la “montagna di merda”
A noi l’ardire degli altri mille
E la nostra terra rifiorirà
Come una venere superba
Che rinasce a nuova vita.

PEPPINO IMPASTATO:
" Mio padre, la mia famiglia, il mio paese!!! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente"

LEGGENDO QUESTE PAROLE HO AVUTO DEI BRIVIDI... SONO QUESTI GLI UOMINI CHE LA SOCIETA' DEVE RICORDARE, SONO QUESTI GLI ESEMPI DA PORTARE TRA I GIOVANI.

Peppino Impastato viene assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni e qualche giorno dopo l'esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi: il suo corpo è dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. Peppino è morto per colpa della mafia, ma è stato riconosciuto solo qualche anno fa. Lui voleva un paese libero dall’oppressione mafiosa per questo si inventò radio Aut, una radio in cui venivano trasmesse ironicamente le vicende di Don Tano, il boss di Cinisi.

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