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Ad Acquapendente, da secoli, la terza domenica di maggio di ogni anno, si svolge la "Festa dei Pugnaloni".
Ma in realtà la festa dura tutta una settimana, durante la quale avviene la preparazione dei "pugnaloni", che, con poca assonanza con il nome, sono dei mosaici realizzati con fiori e foglie, composti su pannelli in legno di 2,6 per 3,6 metri.
La tradizione dei Pugnaloni deriva dall'usanza antica con cui i contadini celebravano la festa, sfilando dietro la statua della Madonna con pungoli ornati di fiori, solitamente ginestra. I pungoli erano lunghi bastoni con una punta ferrata, che venivano usati per spingere i buoi a muoversi durante l'aratura.
Secondo una leggenda locale, furono proprio i pungoli le armi usate, nel 1166 dal popolo di Acquapendente nella battaglia contro le truppe di Federico Barbarosa, tra le innumerevoli che l'Imperatore combatté nella sua quarta discesa in Italia, innescata, come segnale di presagio, dalla fioritura di un ciliegio secco da anni.
Una pugnaloni così come li vediamo realizzati oggi, sono abbastanza recenti. Fatto salvo un breve periodo negli anni '20, la tradizione ha origine sul finire degli anni '50 del secolo scorso.
La realizzazione delle opere è fatta da gruppi che non sono aggregati per motivi territoriali, cioè rioni, quartieri o contrade, ma semplici associazioni da cittadini, che hanno come principale motivo di aggregazione, la figura dei bozzettisti, cioè degli singoli artisti che realizzano il bozzetto originale, da rappresentar poi, con foglie e petali di fiore, sulle tavole.
All'inizio della settimana, i gruppi si ritrovano, alla sera, in locali ricavati in fondi e cantine del centro cittadino. La prima cosa che fanno è preparare le tavole, ripulendole dei resti dell'anno precedente. L'opera viene realizzata su due tavole identiche, divise per favorire l'incollatura dei fiori, e che solo alla fine vengono accoppiate.
Poi il bozzettista segna sulle tavole il disegno da realizzare. Durante il resto delle sere della settimana, ciascun gruppo comincia ad incollare sulle tavole soprattutto foglie e "trame", lasciando l'incollatura dei petali dei fiori, l'elemento che maggiormente darà colore all'opera, all'ultima notte, quella del sabato.
Così la notte del sabato è una vera e propria notte di veglia, quasi interamente occupata dall'incollatura dei petali, in quanto delicati e velocemente deteriorabili, soprattutto nel colore.
Come del resto anche le altre sere della settimana, anche al sabato, il ritrovo tra i componenti del gruppo avviene con una cena nelle piccole piazze, o lungo le vie del centro storico. Finita la cena, spesso allietata da musica e ballo, tutti attorno ai pugnaloni ad incollare petali, fino a notte fonda, a volte anche fino all'alba.
Alla realizzazione partecipano davvero tutti i componenti del gruppo, anche i bimbi piccoli.
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