Ci sono romanzi che vengono presentati come gialli, ma che di giallo hanno davvero poco. Quando ho pescato da uno scaffale del supermercato questo libro e ho scorso la bandella, ero convinta di stare acquistando un giallo; in realtà, si tratta più di un noir: strane alchimie editoriali, per cui un romanzo viene spacciato per quello che non è, o è ben poco, nell’idea che sia più vendibile. Entrando nel merito del testo, la storia è interessante e tristemente attuale: un uomo, un comune professore delle superiori dalla vita tranquilla e priva di scossoni, una mattina, svegliandosi accanto alla moglie, si accorge che il figlio diciannovenne, uscito di casa la sera prima, non ha fatto rientro. Dopo ore di tensione, l’uomo viene a sapere che il figlio è stato arrestato: nella sua auto è stato rinvenuto un grosso quantitativo di droga. Il professore e la moglie vengono risucchiati in un clima degno del Processo di Kafka; confusi e preoccupati, desolati all’idea di conoscere così poco il figlio – che appare colpevole -, piombano nel dolore. Una immensa tragedia distruggerà definitivamente le loro vite; la moglie, confortata dalla fede, proverà ad andare avanti, mentre il marito, sconvolto, sceglierà di farsi giustizia da solo.
Antonio Pagliaro scrive un romanzo forte, disturbante, impegnativo. La storia è tanto più sconvolgente quanto più reale: la reazione scomposta e bestiale del professor Ribaudo è spiegata fino a renderla comprensibile, giusta, quasi necessaria. Il grandissimo pregio del romanzo è quello di condurre il lettore a contatto con la psicologia dei personaggi, senza giudizi ma con profonda comprensione e pietà; la sensazione che si prova leggendo il libro è che chiunque, trovandosi in una condizione simile a quella del protagonista, reagirebbe nella stessa maniera. D’altra parte, il romanzo ha una serie di punti di debolezza che non si possono ignorare: l’esile trama gialla è abbastanza poco credibile, alcuni personaggi di contorno sono decisamente stereotipati, la scrittura, piana e pulita, non ha uno stile particolare o riconoscibile. Infine, la seconda metà del libro è molto, troppo cruenta: decine di particolari disgustosi, di dettagli raccapriccianti, di descrizioni stomachevoli potevano essere omessi senza togliere forza alla storia.
Maria Di Piazza
Antonio Pagliaro, La notte del gatto nero, Guanda, 2012, pp. 210, € 14,50