Manca poco a mezzanotte e il fiume Morava che arriva fin qui dalle Alpi Dinariche luccica per effetto di una splendida e insolita luce della luna. Sette persone si approssimano all’argine, dove è attraccato un battello chiamato “Notte della Morava”. A chiamarli qui, in quest’albergo galleggiante, è uno scrittore che ha scelto di ritirarsi dalla scena letteraria. I sette amici non sanno perché sono stati convocati a raggiungerlo. Ognuno si è sentito chiamare all’improvviso, in modo brusco, impensato, ma al tempo stesso con una strana delicatezza.
Sono tutti sorpresi quando vedono l’uomo, a detta di tutti misogino, che si presenta assieme a una donna. Tutti si domandano chi sia questa donna e da dove venga, se sia una donna fatale o se ci sia un piano dietro tutto questo strano apparire…
I sette uomini siedono tutti intorno a chi gli ha invitati e cominciano a fare le domande più diverse, ma lo scrittore non vuole rispondere subito, prende tempo, ha una notte intera davanti a sé per raccontare loro una storia.
Tutta una notte per parlare del viaggio che dall’isola di Krk lo ha condotto in Spagna, in Galizia, in Germania e poi in Austria. Un viaggio di ritorno, indietro nella propria vita, nei luoghi in cui tutto è cominciato. Un viaggio verso gli emarginati della società per ritrovare tracce di sé, della sua vita precedente. Una fuga da una donna che lo ha seguito dappertutto per ucciderlo. Una donna che forse ora è la stessa che sta lì con loro e con loro attende l’alba…
Peter Handke, con La notte della Morava, ha scritto il suo romanzo più ambizioso e forse il più personale. Un romanzo in cui le parole sono simili a stoffe porose o a nuvole di colpo percorse dal vento o dal sole e che per questo si lasciano passare attraverso, intridere, inumidire, irradiare dalle luci e dalle ombre della terra.
Twitter:@marcoliber
Peter Handke
La notte della Morava
(traduzione di Claudio Groff)
Collana Narratori Moderni
Garzanti
2012