La trama (con parole mie): Tom Ludlow, un detective dai metodi decisamente sopra le righe della Squadra Speciale della polizia di L. A. protetto dal Comandante Wander, è tallonato dagli Affari Interni a causa delle sue azioni spesso e volentieri ben oltre la legge.Quando decide di affrontare Washington, suo ex partner che collabora alle indagini che lo vedono come un obiettivo, quest'ultimo viene ucciso da due comuni rapinatori: ma quello che è nascosto sotto il tappeto del Dipartimento è ben più di un fatto di sangue casuale, e Tom scoprirà di dover lottare da solo - o quasi - contro un sistema che ormai appare inesorabilmente corrotto dall'interno.La strada per la verità sarà dura, terribile e costellata di cadaveri, ma Ludlow non è disposto a venire a compromessi: del resto, la sua vita ed il suo gioco sono sempre stati votati all'estremo.
Ormai sapete bene quanto in casa Ford si apprezzino storie noir e torbide con un sacco di morti ammazzati, intrighi e corruzione come se piovessero, sparatorie ed un gusto per l'action spiccato, pur se messo al servizio di uno script che va oltre quello stesso concetto: La notte non aspetta - pessimo adattamento italiano per l'originale Street kings - rispecchia appieno queste caratteristiche.Scritto da James Ellroy e portato sullo schermo da David Ayer - sceneggiatore di Training day e già regista del solido Harsh times -, interpretato da manuale dalle garanzie Keanu Reeves e Forest Whitaker, questo film avrebbe tutte le carte in regola per sfondare una porta già spalancata ed entrare a testa bassa trovando un posto tra i preferiti del genere del sottoscritto.Eppure, come avrete già notato dal voto, la visione non porta a nulla più che una striminzita sufficienza ed una visione giusta giusta per riempire una giornata di relax, andando a contraddire di fatto tutto quello che ho scritto in proposito fino ad ora: cosa, dunque, porta un film potenzialmente di culto ad essere soltanto un riempitivo, pur se ben realizzato?Principalmente il tempismo.Infatti, questo lavoro di Ayer giunge con colpevole ritardo rispetto ad altri più o meno capisaldi del genere come L. A. Confidential - sempre targato Ellroy -, il sorprendente e misconosciuto Narc, il già citato Training day ed anche il sottovalutato Copland: il tema della corruzione nel corpo di polizia con l'outsider pronto a riscattare il buon nome - più o meno - del Corpo facendo piazza pulita delle mele marce è un concetto ormai ben noto agli amanti di questo filone, che ha già trovato il meglio del suo meglio anche nell'ambito televisivo grazie a quella meraviglia che fu The Shield - che ha molti punti in comune con questa pellicola -, visione peraltro decisamente più pessimista di quelle fornite dai film appena segnalati.Nonostante, dunque, il grande mestiere messo al servizio di un film che pare non perdere un colpo, dalla prima all'ultima sequenza la sensazione è quella del deja-vù persistente che tende a sminuire il valore finale dell'opera, rendendola niente più di un normale poliziesco a tinte forti a confronto di precendenti pietre miliari della stessa pasta da duri ammazzacristiani.Un peccato, tutto sommato, perchè le premesse del piccolo "must see" ci sono tutte, soprattutto se non si bazzica molto da queste parti - cinematografiche o letterarie che siano - e non si è abituati ad un certo tipo di evoluzione della trama, che per il sottoscritto è stata una sorta di libro aperto dall'inizio alla fine, se non per qualche dubbio rispetto all'identità dei due killer dell'ex collega del protagonista - interpretato, tra l'altro, da Terry Crews, già visto alla corte di Sly e dei suoi Expendables -, vicenda gestita peraltro in maniera tutt'altro che perfetta: per il resto la fanno da padroni il cast - numerosissimi i volti noti, e oltre a quelli già citati spiccano Hugh Laurie e Chris Evans, tra gli altri - e la stessa L. A., praticamente un protagonista a se stante, rovente anche nella notte più oscura e sempre pronta a celare un segreto dietro ogni svolta di strada.Resta comunque interessante la parentesi - che pare una neppure troppo ironica denuncia - dedicata alle lamentele della gente di strada rispetto ai maltrattamenti subiti dai poliziotti, rinforzata dal commento di Ludlow che laconico spiega alla sua donna che in quanto tali loro sono autorizzati a fare quello che vogliono, perchè la verità è e sarà sempre quella che sono loro stessi a scrivere sul verbale. Insomma, se siete veterani di questo tipo di visione, tenetevi La notte non aspetta come riempitivo di lusso in attesa di serate migliori, mentre se normalmente il noir in pieno stile "Dirty Harry" non è il vostro pane quotidiano, potreste addirittura pensare di essere di fronte ad un nuovo termine di paragone per il genere.Almeno fino a quando non scoprirete quelli che sono venuti prima di lui.
MrFord
"It's a house arrest - everybody run
I gotta plead guilty havin' - too much fun
this is a house arrest - up against the wall
we can't stop rockin' justa havin' a ball - one and all."Bryan Adams - "House arrest" -