Magazine Cinema
I B-movies Italiani hanno contraddistinto un periodo che va dagli albori dei '70 alla prima metà degli anni '80. Sono legati a diversi registi, di recente rivalutati, grazie soprattutto a cineasti quali Quentin Tarantino, che ne ha definito sagacemente i processi artistici, e ha percepito l'importanza che hanno avuto nello sdoganamento sessuale, per l'Italiano medio, ma anche in stretta relazione con i fenomeni americani dello stesso periodo. Così come gli epigoni statunitensi, destinati all'hardcore vero e proprio, i film sexy degli anni '70 hanno inciso profondamente sulla cultura societaria e sulla stessa organizzazione sociale degli individui, dando luogo a personaggi stratificati e proponendo una visione della donna di certo antagonista con il movimento femminista, ma comunque sdoganata circa il desiderio sessuale. La stessa omosessualità, in film come "La patata bollente" o "il vizietto", ha avuto una sua normalizzazione, anche se stereotipata, fondamentale per il mutamento sociale. Il genere "sexy" parte da una dimensione boccacesca, che, a livello autoriale, trova la sua conformazione nel poeta ed intellettuale Pasolini, che dirige film di esortazione, seppur contenuta, ai piaceri del sesso. In realtà, questo cinema diventa una vera industria, quando si lega a componenti che uniscono al sano ridere della commedia qualche elemento spigoloso e qualche nudità femminile. In molti casi il meccanismo identificativo per i principali destinatari, gli uomini Italiani, è quello di contrapporre alla bellezza eterea della donna i tratti grotteschi dell'uomo. Infatti, le coppie sullo schermo risentono di un assortimento non coerente e permettono l'identificazione dello spettatore medio. Inoltre, questa tipologia di film, nel suo insieme, presenta diramazioni varie. E si può definire eterogeneo, in quanto canovacci diversi, ma ripetuti, coesistono con la medesima finalità (L'infermiera, l'insegnante, la poliziotta). La maggior parte delle donne che presenziano oggi, in un modo o nell'altro, nello spettacolo, sono ancora frutto di quel fenomeno popolare che corrisponde alla "commedia-sexy all'italiana" e hanno aperto la starda alle pornostar vere e proprie. Non a caso, in qualche film, si possono intrevedere nomi che avrebbero fattio la storia del porno italiano, come Moana Pozzi. Ma le vere icone storiche di questa fase sono Laura Antonelli, Edwige Fenech, Barbara Bouchet (le ultime due amiche di Tarantino), Carmen Russo, Paola Senatore, Gloria Guida, Serena Grandi. Il film cult è del regista Samperi, "Malizia", con Laura Antonelli e un'articolazione classica, molto più autoriale dei suoi "fratelli" di commedia. In realtà le star femminili, come detto, sono accompagnate da comici grossolani e libidinosi (sullo schermo, ndr). E' Lino Banfi, attualmente visto a Venezia, il principale interprete, a cui si aggiungano il "Pierino" Alavro Vitali, Renzo Montagnani. diverso il caso di Lando Buzzanco, che parte con i film dei registi più noti del tempo e arriva ad una carriera votata al genere, in affanno prima, ora in ripresa. Sottolineo come, per molti, la presenza in questi film abbia rappresentato una rendita permanente e costante nello "star-system", con evoluzioni apprezzate e nuovi ruoli (Banfi è stato Nonno Libero, oggi vorrebbe diventare un criminale tarantiniano). Per altri, è stato soprattutto il mezzo televisivo post-2000 e il gossip qualunquista a farla da padrone, nonchè la nascita del reality-show, che ha garantito il ritorno alla ribalta di quasi tutti i personaggi meno noti. La carriera di produttrice è stata intrapresa con successo dalla Fenech, che ha saputo gestire al meglio il successo. In altri casi, come per la Antonelli, ma anche per la Villani, la Senatore, la Rizzoli, la carriera si arena. I registi del genere non ebbero un apprezzamente critico e furono, in un certo modo, confinati. Tra gli altri che si interessarono al filone, ricordiamo Dino Risi con "Sessomatto".
Ma vediamo qualche fotografia.
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