La crisi è la nuova al-Qaida, le si addossano le colpe di tutto: è lei che ha “falcidiato i posti di lavoro tra i giovani“, non la lenta e incoraggiata deriva dell’istruzione, la delocalizzazione delle aziende, il precariato, i contratti a progetto, gli stage non retribuiti, i licenziamenti facilitati o l’aumento dell’età pensionabile, per esempio. E come per la “vera” al-Qaida, anche la crisi è stata creata e armata da chi si vanta di combatterla su tivù e giornali, delirando impunemente, vomitandocela addosso, tenendoci per le palle.
Terrorismo finanziario, terrorismo mediatico, terrorismo in giacca e cravatta.
Ma non mi voglio dilungare oltre, costretto a bordo di un Frecciabianca (che fino a pochi giorni fa era un Intercity con la relativa differenza di prezzo) butto giù queste righe a penna e odio sempre di più Trenitalia. Volevo scrivere qualcosa di simpatico, ma viste le premesse… Superata Pesaro guardo fuori dal finestrino e cerco una similitudine che riguardi il mare per descrivere la crisi, ma mi viene in mente solo “un mare di merda”.
Parlando d’altro, alla stazione di Milano Centrale i Ministri hanno suonato quella che sarebbe dovuta essere la loro ultima data del 2011, e sebbene per me siano stati ingenui nell’etichettare le promesse di Pisapia come “già molto”, riconosco loro il merito d’aver dato voce alla protesta dei dipendenti di Rsi, Servirail (ex Wagon Lits) e Wasteels, che fornivano servizi per i treni notturni delle Ferrovie dello Stato diretti e a Parigi cui Trenitalia ha sospeso il contratto per cederne la gestione a Veolia, multinazionale francese. A loro il gruppo milanese ha dedicato Ballata del lavoro interinale, che io non mi sento di dedicare a nessuno.
Va tutto bene.
-m4p-
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